Pizzo Carmelina o Cramalina?
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Ci riproviamo, a distanza di una settimana siamo ancora qui a Vergeletto, stessa auto, stesso posteggio, noi quasi gli stessi nel senso che al posto di Marco N. abbiamo Vincenzo e che siamo più vecchi di una settimana!
Il tempo è fiacco ma almeno non piove, bigio bigio con una misera pallina di sole che a volte cerca di bucare la nuvolaglia. Tutti pronti? No a Vincenzo manca l’acqua, fortuna vuole che l’alimentari accanto al posteggio ha delle bottiglie di latte vuote all’esterno, ne prende una in prestito, rigorosamente restituita al ritorno. Ora sì che possiamo partire.
Con un comodo sentiero nel bosco raggiungiamo Gresso. Da Gresso la musica cambia, la salita si fa più ripida e a tornanti raggiungiamo prima il Pian della Crosa e poi l’Alpe Bassa dove ci fermiamo per fare il punto della situazione. Avendo con noi due collezionisti di cime, non ce ne può e deve sfuggire una, per cui puntiamo al P.so della Bassa da dove per traccia tra rododendri e ginepri saliamo al Pizzo della Bassa.
Il proseguimento per cresta non fa per noi per cui scendiamo ad intercettare il sentiero che aggira il Pizzo intorno ai 1840 m. Trovatolo proseguiamo per l’Alpe del Lago. Sosta acqua e cibo per prendere le forze e risalire gli ultimi ripidi 300 m. Prendiamo la traccia alle spalle dell’Alpe, superiamo i resti del laghetto e andiamo ad intercettare un evidente traverso che porta sulla dorsale che risaliamo per evidenti tracce fino in cresta. Ancora un piccolo sforzo e siamo all’ometto di vetta.
Piovicchia, qualche goccia ogni tanto ma non preoccupa nessuno per cui senza neanche consultarci su proseguire o meno, una volta ripreso il cammino ritorniamo sui nostri passi fino ad intercettare un’evidente traccia sulla dx che taglia i pendii, nella speranza di perdere meno quota possibile per raggiungere l’altra Cramalina.
La traccia però diventa sempre meno evidente e camminare sempre più faticoso, così decidiamo di scendere ed intercettare il sentiero ufficiale. Risaliamo quindi l’intero vallone verso la Bocchetta di Doia, senza raggiungerla saliamo alla Cramalina di quota 2168 m. Gli ultimi metri li facciamo sotto una bell’acquetta che ci costringe a coprirci ma durerà solo il tempo di essere in cima dopo di che il tempo comincerà a volgere verso un lentissimo miglioramento.
Finite le cime della giornata, per la verità ne mancherebbe una ma visto il tempo ballerino preferiamo lasciarla inviolata. Ritorniamo nel vallone e ci dirigiamo all’Alpe Remiasco. Al cartello segnavia nel centro del vallone, l’alpe non è indicata, ma la traccia sulla dx (scendendo) è ben evidente. Seguiamo quindi la traccia e velocemente raggiungiamo l’Alpe dove facciamo sosta pappe e pisoli vari.
L’unico abitante dell’alpe, di poche parole, non sembra molto convinto sul sentiero che vorremmo prendere per Vergeletto, ci sembra un po’ perplesso, ci indica il cartello segnavia ma ha una faccia a punto di domanda.
Al cartello qualche perplessità sul ritrovamento del sentiero ma poi vediamo qualche ometto e appena entra nel bosco compaiono i bolli.
Il sentiero probabilmente e poco frequentato ma comodo per una discesa veloce. Il letto di foglie lo rende morbido morbido, qualche impiccio lo danno i vari rametti che s’incastrano tra i piedi, qualche sasso coperto e i due tratti in mezzo a felci giganti dove si fa fatica a vedere dove si mettono i piedi. Nessun altro problema, prestare un poco di attenzione nel ritrovamento del sentiero nei pressi di alcune baite in mezzo alle felci, il sentiero va a dx della baita solitaria.
Questa volta anche se il tempo non è stato ottimale la Carmelina l'abbiamo raggiunta!
DATI GPS
Dislivello 2045 m
Km 18,80
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