Pizzo Fiorasca (2362 m) – Val Bavona
|
||||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Dovessi definire questa uscita in poche parole direi… “faticosa, molto faticosa”, e non solo per la cresta finale (per quella è sufficiente dare un’occhiata alle foto per farsi un’idea…). No, anche il tratto “facile”, che rappresenta comunque il 90% della gita stessa, “picchia”. Nulla di difficile, intendiamoci: le poche corde fisse e, addirittura, una scaletta, che aiuta a superare una roccetta verticale, non fanno salire la difficoltà di questo tratto oltre il T3, come la segnaletica bianco-rossa indica ed il Brenna (“Alpi di Val Bavona”, pag. 496) conferma. Salvo l’idilliaco e facile tratto dell’Alpe Fiorasca, su per giù dai 2000 metri in avanti, si tratta però di una salita senza respiro per 1400 metri di dislivello, senza mai incontrare un manufatto umano (a parte le leggendarie scalinate), solo bosco e roccia (e che roccia…!: “un bastione roccioso largo e alto, inserito tra i valloni del Ri di Magnasca e il Ri di Larèchia: uno scoglio gigantesco, ben proporzionato, con un incavo nella parte superiore e un bordo ad arco (Archetta sulla CN), che si alza potente verso il cielo. Un bastione apparentemente insuperabile, ma di fatto attraversato da scalinate di una bellezza sopraffina, frutto di capacità manuali e mentali da lasciare esterrefatti, che permettono di salire al di sopra di tale bastione”, Brenna, op. cit.).
L’unica “costruzione” la si ritrova poi solamente ai pascoli dell’Alpe Fiorasca “un ripiano sostenuto da un muro”, ex-stazione superiore di una teleferica da Cortitt a Fiorasca.
L’Alpe Fiorasca è invece molto diversa dalla “durezza” della Bavona: carattere alpino, larghi pascoli, sguardo che spazia sull’ineffabile catena Pizzo di Brünesc-Pizzo Paràula: insomma, un paradiso!
Riguardo alla valutazione della difficoltà, assodato il T3 da Fontana fino alla Bocchetta Nord di Fiorasca, evito di indicare una difficoltà escursionistica per la cresta WNW del Pizzo Fiorasca: nemmeno il T6+ sarebbe sufficiente. Per questo motivo passo direttamente ad una valutazione d’insieme alpinistica, anche se stavolta la F+ del Brenna è a mio giudizio largamente sottostimata: si tratta di una cresta aerea con passaggi per lo più obbligati, con forte esposizione continua, con alcuni passaggi verticali e gli appigli, fortunatamente ben presenti, sono da valutare attentamente (in caso di distacco di materiale roccioso, il salto è di circa 200 metri sul versante bavonese e più o meno lo stesso per quanto riguarda la Lavizzara). Per questo motivo indico PD e II (difficoltà comparabili le ho trovate, in estiva, forse solo sulla cresta tra il Poncione di Ruino ed il Rotondo, forse per salire - o meglio, scendere - dal plateau sommitale del Pesciora, forse nei canalini del Cavergno e dello Strahlbann e poco altro, forse…). Mi confermerà o smentirà chi andrà a farla…
La cresta suddetta (la WNW) è abbastanza breve (15 minuti o poco più di andata e un tempo simile per il ritorno) ma consente, come detto, di fare il pieno di adrenalina.
In vetta al Pizzo Fiorasca c’è un bell’ometto cilindrico (non ho controllato se al suo interno ci fosse anche il libro di vetta, che comunque, gamella annessa, si trova già giù alla Bocchetta) e la visuale è senz’altro magnifica, oltre che sul versante di salita, anche verso la Lavizzara (la Valle di Peccia risulta invece nascosta dalla costiera che si dipana a SW del Pizzo della Vena Nuova verso il Pizzo Rosso).
L’altra via possibile, almeno per me (esclusa quindi la AD della parete ESE, via chiamata “Vai dove vuoi”, sempre di Giuseppe Brenna) sarebbe stata la cresta opposta a quella di salita, cioè la SE (quotata, come l’altra, F+): ma sia i bastoncini da recuperare, lasciati alla Bocchetta Nord di Fiorasca, sia l’impossibilità di valutarne la difficoltà integrale dalla cima (qualche passaggio risulta coperto) mi hanno fatto ritornare dalla stessa via. Non escludo che, così a prima vista, la SE possa essere meno complessa, ma per poterlo dire con cognizione di causa avrei dovuto percorrerla, e invece non è stato il caso…
Ho detto tutto… il Pizzo Fiorasca, a vederlo dall’omonimo alpe sembra minuscolo, se confrontato al vicino, gigantesco Pizzo di Brünesc. Ma in realtà è un castello di roccia che sorprende, e per me rimarrà senz’altro una delle più belle salite di questo 2013.
Tempi:
Fontana (Bavona) – Pizzo Fiorasca: 5 ore e 45’
Pizzo Fiorasca – Rifugio Alpe Fiorasca: 1 ora
Rifugio Alpe Fiorasca – Fontana (Bavona): 2 ore e 30’

Kommentare (16)