"Per arrivare alla casa del Barbarossa, su alla frazione dei Benitt, occorre partire dal sagrato della chiesa dei santi Carpoforo e Gottardo. Proprio di fronte all'ossario. La salita non è lunga ma erta. Gli scalini sono alti e non c'è un albero, di melo o di ciliegio, di salice o di frassino, che ripari dal sole. Il muro che la costeggia è fatto di massi grossi e irregolari. Sono appoggiati uno sopra l'altro e mai nessuno li ha più toccati. Saranno andati a prenderli lassù, sopra la piana dionisiaca di Perbioi. (...) Eretta su un terreno scosceso, la dimora di Giacomo Rusconi è tutta di granito. Vista da fuori è uguale ad un secolo e mezzo fa, quando lui ci abitava con la sua famiglia: prima che quattro dei suoi sette figli se ne andassero in America. Grigia e perfetta, nella sua muratura a secco. Proprio come allora...
Dal prologo de "Il paradiso e l'inferno, storie di emigrazione alpina" di Renato Marinoni, Salvioni Edizioni
Lo scorso inverno ho avuto modo di leggere questo libro sulla storia di emigrazione (in Francia, Australia, Italia ed America) della famiglia Rusconi di Mergoscia. Mi era così venuta l'idea di vedere di persona i luoghi dove tali vicende avevano avuto inizio.
Ancora convalescente decido con mia moglie Anna che è giunto il momento: un giro a Mergoscia, che non conosciamo, ed una tranquilla escursione fino a Corippo dove eravamo stati assieme forse trent'anni fa.
Partiamo con tutta calma tanto che partiamo dal parcheggio vicino alla chiesa che sono già le 11, visitiamo il bel complesso parrocchiale di Mergoscia composta dalla chiesa di San Gottardo, dall'ossario e dalla canonica posti intorno ad un cortile dove si trova una bellissima colonna cimiteriale.
Iniziamo quindi a salire la ripida scalinata che porta a Benitti, in cima troviamo un'indicazione per Corippo che seguiamo, passiamo quindi per un bel nucleo di abitazioni poste ad Est della motta quotata 908 metri, da qui risaliamo con numerosi tornanti fino a portarci nei pressi di Bedeglia da cui il sentiero scende ripido verso i 752 metri di Redond, il sentiero è bello e ben segnato con dei rombi gialli ma l'acqua è onnipresente e diversi tratti sono piuttosto viscidi, sinceramente la quotazione T1 sembra un po' stretta: c'è anche qualche tratto un po' esposto, tutto sommato qui è meglio passarci con degli scarponi.
Dopo Redond il sentiero prosegue , sempre in discesa ma meno ripido, passando per Gresina, più avanti passiamo per il nucleo di Liano, un cartello indica la presenza di galline libere, in realtà non ce n'è però traccia, l'unica presenza è quella di un confederato e del suo cane, il nucleo sembra alquanto malridotto, a giudicare dall'odore pestilenziale i servizi igienici del luogo non sono molto funzionali.
Ormai siamo in vista di Corippo, scendiamo al bel ponte preceduto da una cappelletta settecentesca e saliamo al paese, prima però visitiamo il vicino mulino: sembra ancora in perfetta efficienza.
Ci aggiriamo un po' per il paese e poi troviamo un posto soleggiato, nei pressi di una cappella molto bella ad Ovest dell'abitato, in cui consumare il nostro pasto, un breve riposino e siamo pronti per riprendere la via del ritorno. Ripercorriamo la stessa strada fatta all'andata ma appena dopo Bedeglia prendiamo a destra per Perbioi, passiamo nei pressi della ganna da cui, probabilmente, furono ricavate le pietre della casa di Giacomo Rusconi. Costeggiamo una zona umida molto suggestiva e quindi iniziamo la discesa da Perbioi a Lissoi, un ultimo giro per Mergoscia, nei pressi del parcheggio raccogliamo qualche castagna e concludiamo la nostra piacevolissima escursione.
Bell'escursione senza difficoltà a patto di avere un buon paio di calzature ai piedi: nonostante le indicazioni romboidali gialle indichino un sentiero di difficoltà T1 , il dislivello, la pendenza, i numerosi torrenti da attraversare e la gran presenza d'acqua me lo fanno considerare un T2.
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