Nel cielo sopra Locarno: Madone di Mergoscia
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Tradizionale gita di Natale con Luzzi al Madone di Mergoscia, il primo 2000 della catena che parte da Cardada e che si volge verso Nord.
Partiamo prima delle otto da Mergoscia, salita nel bosco con poca neve ghiacciata nel primo tratto, a Cortoi il sole d'improvviso indora i prati e illumina proprio di fronte a noi il Vogorno, dove la futura via Lepori - Zaza ci guarda maligna. Poi ancora un bel sentiero fino al fantastico monte di Porchesio, su di un terrazzo che offre una vista splendida, un vero e proprio paese alto sulla montagna.
Da Porchesio sul sentiero bianco e blu del Madone, una breve salita ci porta alla cresta dove si apre una vista favolosa verso la Verzasca con l'Alnasca proprio di fronte che fa capolino; qui tira un po' di vento freddo e c'è parecchia neve da battere, paesaggio fiabesco. Poi passiamo da Redrisc, Luzzi guarda la cima sopra e chiede se è la vetta...Il duro pendio della cima 1770 richiede parecchia fatica perché si sprofonda, poi si para davanti a noi la grande cresta che porta in vetta, con una lunga successione di gobbe, sellette e cimette che non sembrano finire mai.
Fortunatamente la neve in cresta è lavorata dal vento e in parte ghiacciata, procediamo di buon passo. I panorami si aprono man mano verso la verszasca, le alpi ed il lago. Più in alto appare finalmente la cima con una grande croce; un ultimo duro pendio ci porta alla Cima Sud, da dove traversiamo in cresta. Ripida salita di misto per una decina di metri fino alla croce di vetta, rigorosamente con le racchette.
In vetta è una grande felicità, una panorama sterminato che va dalle Alpi Marittime, agli Appennini fino al Disgrazia; a picco sotto di noi i paesi della Vallemaggia. E poi compare una bottiglia di Prosecco e annesso panettone, Buon Natale!
Scendiamo verso la bocchetta della Trosa, il terreno e ripido e richiede un po' di cautela, poi Luzzi si fa' prendere dall'entusiasmo e si getta diritto in una ripida valletta che termina nel fiume...quasi 400 metri di pendio per una discesa vertiginosa che ci deposita proprio alle cascine dell'Alpe di Bietri. Qui mettiamo il turbo sul bel sentiero che riporta a Mergoscia.
Gita classica del locarnese di straordinaria bellezza soprattuto se c'è parecchia neve la cresta ha un che di alpino e offre panorami spettacolari. E' abbastanza sicura con l'eccezione del ripido pendio che porta in discesa verso la bocchetta della Trosa (problematico se carico; se è ghiacciato può richiedere i ramponi).
E ora parola alle foto...
Partiamo prima delle otto da Mergoscia, salita nel bosco con poca neve ghiacciata nel primo tratto, a Cortoi il sole d'improvviso indora i prati e illumina proprio di fronte a noi il Vogorno, dove la futura via Lepori - Zaza ci guarda maligna. Poi ancora un bel sentiero fino al fantastico monte di Porchesio, su di un terrazzo che offre una vista splendida, un vero e proprio paese alto sulla montagna.
Da Porchesio sul sentiero bianco e blu del Madone, una breve salita ci porta alla cresta dove si apre una vista favolosa verso la Verzasca con l'Alnasca proprio di fronte che fa capolino; qui tira un po' di vento freddo e c'è parecchia neve da battere, paesaggio fiabesco. Poi passiamo da Redrisc, Luzzi guarda la cima sopra e chiede se è la vetta...Il duro pendio della cima 1770 richiede parecchia fatica perché si sprofonda, poi si para davanti a noi la grande cresta che porta in vetta, con una lunga successione di gobbe, sellette e cimette che non sembrano finire mai.
Fortunatamente la neve in cresta è lavorata dal vento e in parte ghiacciata, procediamo di buon passo. I panorami si aprono man mano verso la verszasca, le alpi ed il lago. Più in alto appare finalmente la cima con una grande croce; un ultimo duro pendio ci porta alla Cima Sud, da dove traversiamo in cresta. Ripida salita di misto per una decina di metri fino alla croce di vetta, rigorosamente con le racchette.
In vetta è una grande felicità, una panorama sterminato che va dalle Alpi Marittime, agli Appennini fino al Disgrazia; a picco sotto di noi i paesi della Vallemaggia. E poi compare una bottiglia di Prosecco e annesso panettone, Buon Natale!
Scendiamo verso la bocchetta della Trosa, il terreno e ripido e richiede un po' di cautela, poi Luzzi si fa' prendere dall'entusiasmo e si getta diritto in una ripida valletta che termina nel fiume...quasi 400 metri di pendio per una discesa vertiginosa che ci deposita proprio alle cascine dell'Alpe di Bietri. Qui mettiamo il turbo sul bel sentiero che riporta a Mergoscia.
Gita classica del locarnese di straordinaria bellezza soprattuto se c'è parecchia neve la cresta ha un che di alpino e offre panorami spettacolari. E' abbastanza sicura con l'eccezione del ripido pendio che porta in discesa verso la bocchetta della Trosa (problematico se carico; se è ghiacciato può richiedere i ramponi).
E ora parola alle foto...
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