Monte Zebrù 3740 m


Publiziert von cristina , 27. Juni 2012 um 09:38. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:23 Juni 2012
Wandern Schwierigkeit: T5- - anspruchsvolles Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: WS
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 2 Tage
Strecke:Niblogo (posteggio Val Zebrù)-Baita del Pastore-Rifugio V° Alpini-Bivacco Città di Cantù-Crepaccia terminale Monte Zebrù-ritorno per la stessa via
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Milano-Lecco. Proseguire per la Valtellina e raggiungere Bormio. Proseguire fino verso Santa Caterina prima di raggiungerla deviare seguendo le indicazioni per Niblogo dove si posteggia.
Kartennummer:Tabacco 1:25.000 N. 08 Ortles-Cevedale

Vista da cristina

Appuntamento annuale con gli amici del Cai di Villa Carcina per una due giorni in Val Zebrù che prevede la salita al Monte Zebrù. Tutti pensavamo fosse una cima di poca importanza e poco frequentata, invece….è possibile che tutti abbiamo trovato il rifugio Pizzini al completo e abbiano dovuto dirottare la salita al fratello minore del Gran Zebrù come è successo al nostro gruppo? Non so, fatto sta che domenica mattina c’erano troppe cordate su quella cima…
 
Previsioni per il week-end non eccezionali e, di fatto, sabato mattina a Bormio piove e anche bene. Rinunciamo al giro che volevamo fare per arrivare al rifugio V° Alpini e aspettiamo il resto del gruppo in un bar di Bormio.
 
Poco dopo le 9.00 lasciamo il posteggio di Niblogo per affrontare la lunga lunghissima risalita della Val Zebrù. A parte noi non c’è nessuno in giro e tra una chiacchiera e l’altra arriviamo alla Baita del Pastore dove arrivano le jeep abilitate al trasporto passeggeri, (si risparmiano 9 km e 500 m di dislivello circa). Mezz’oretta di sosta per prendere il coraggio di salire la rampa finale. La strada prosegue ancora ed è stata allungata e, anche se si restringe un poco, arriva a circa 50 sotto il rifugio. L’esperimento di approvvigionamento del rifugio tramite asino è fallito miseramente…ora con questa strada anche una piccola jeep può arrivare ai piedi del rifugio, Ognuno tragga le sue considerazioni...
 
Il pomeriggio al rifugio è sempre lungo da passare. Appena sembra schiarire un attimo saliamo ai piedi del ghiacciaio per vedere di che morte morire il giorno dopo. Qui si scatenano le varie proposte su come raggiungere il vallone da risalire senza perdere troppa quota, ne approfitto per scattare foto, tanto sono loro gli esperti per cui meglio non mettere bocca. Tra un passaggio di nubi e un altro s’intravvede un paesaggio grandioso.
 
Tornati al rifugio ci prepariamo alla lunga attesa per la cena, che sarà anche una lunga cena. Questo è il primo week end di apertura e forse non hanno ancora ripreso la mano, per fortuna l’allegra compagnia fa passare in secondo piano i morsi della fame.
 
Le poche ore di sonno passano velocissime e mi sembra di essere appena andata a dormire quando sento la sveglia suonare.
 
La giornata è buona, cielo sereno ma la temperatura sembra già altina. Giunti al ghiacciaio dove ci apprestiamo alle operazioni di legatura, ramponatura ecc ci rendiamo immediatamente conto che la condizione della neve è pessima, la notte non ha rigelato per cui i primi 500 m di risalita saranno un calvario. Io me la cavo un poco meglio dei miei compagni di cordata, essendo più leggera, ma loro da subito vedo che patiscono parecchio.
 
Intorno ai 3200 finalmente la situazione sembra migliorare, arriviamo ai piedi del bivacco Città di Cantù dove ci accoglie sia il sole sia un forte vento.
 
Dobbiamo fermarci per coprirci, raggrupparci con i nostri compagni e decidere come affrontare la rampa finale. Arrivano intanto anche le altre cordate. Breve sosta per tutti e poi si riparte.
 
Siamo la terza cordata e fatichiamo non poco a salire, per me e Marco è la prima salita così ripida, oltre al fatto che quest’anno non siamo mai andati oltre i 2400 m di quota. Temo che una ventata più forte del normale mi spazzi via per cui non alzo quasi mai la testa e proseguo seguendo passo passo le impronte di Marco, ogni tanto lo vedo fermo più del normale nel tentativo di allargare la traccia. Finito il lungo traverso si sale ancora sempre più ripidi, ora comincio anche a preoccuparmi sul come farò a scendere, meglio non pensarci tanto ormai sono qui.
 
Arriviamo quindi a pochi metri dalla cima, il crepaccio terminale è aperto, tutte le cordate sono ora ferme per vedere come fare a passare, Alessandro sale per vedere le condizioni del crepo e prova a passare in qualche punto poi scende, io sono molto titubante e glielo dico, mi lascia libera di scegliere se me la sento continuiamo altrimenti si scende, Marco non si pronuncia. Nel frattempo una cordata alla nostra destra guidata da una guida alpina o istruttore non lo abbiamo capito, si muove, o meglio l’istruttore/guida riesce a passare il crepo, assicura i suoi e comincia a tirarli su quasi di peso per farli passare. Anche uno dei nostri passa il crepo e comincia a piantare un chiodo. Vista la situazione dico ad Alessandro di proseguire ma, la guida/istruttore fregandosene bellamente delle 20 e più persone che sostavano pochi metri sotto di loro, una volta passato il crepo va a prendere le roccette e comincia, lui e naturalmente quelli che lo seguono, a mandar giù sassi, involontariamente d’accordo ma vista la natura della montagna poteva immaginarselo! C’è anche un battibecco, di cui non mi ero accorta, tra uno dei nostri e una di questa cordata e intanto la situazione non si mette bene, continua a scendere terra e sassi, non possiamo rimanere qui ad aspettare che escano dalle roccette, troppo pericoloso. Infatti, poco dopo i capi cordata decretano il termine della salita, si scende…
 
Noi siamo i primi a prendere la via del ritorno perché appena abbiamo sentito le scariche ci siamo girati e senza neanche parlarci abbiamo fatto dietro-front. A ruota anche gli altri ci hanno seguito, e così grazie al menefreghismo di una persona che a tutti costi e a discapito di tutto ha voluto portare i suoi in cima, tutti gli altri hanno dovuto rinunciare.
 
La discesa non mi dà alcun problema, ormai si è creato un pistone. Risaliamo al bivacco e ci raduniamo nello spiazzetto antistante al riparo dal vento. Stefano lascia la bandierina della sezione al bivacco, facciamo un poco di foto, si mangia, si beve, si cerca di riconoscere le cime. Intanto il tempo comincia a cambiare, lasciamo il posto ad altre cordate che non hanno nemmeno tentato la salita e prendiamo la via del ritorno su una neve terribile. Appena vediamo i primi affioramenti della morena ci dirigiamo lì, via tutto, tanto ormai di crepi non ce ne sono più. Ora liberi e senza ramponi letteralmente voliamo al punto di partenza della mattina. Prima di scendere al rifugio diamo uno ultimo sguardo indietro, stanno arrivando tutti, salutiamo il ghiacciaio e scendiamo.
 
Ricomponiamo gli zaini, mangiamo qualcosa, ci riposiamo un poco e ci scambiamo le opinioni su quanto è successo. Sarebbe bastato solo un poco di buon senso da parte di chi è salito per primo per dare la possibilità a tutti di farlo. Anche se non sembra, penso che a tutti sia rimasto un po’ di amaro in bocca, soprattutto a Patrick che già si stava prodigando per rendere più sicura la salita a tutti.
 
Un grazie sincero agli amici del Cai di Villa Carcina. Anche se la cima c’è sfuggita l’uscita non ha perso la sua bellezza. Alla prossima.

Vista da Marco27

Aggiungo solo una mia considerazione su quanto accaduto qualche metro sotto la vetta del Monte Zebrù, perché, da professionista, proprio non mi riesce di evitarlo.

Per farlo però devo tornare brevemente sulla cronaca. Siamo la prima cordata ad approcciarsi alla crepaccia terminale; Alessandro cerca un punto dove passare sulla sinistra, solo che anche i ponti che sembrano tenere, in realtà cedono al minimo sforzo impresso con la piccozza. Torna brevemente verso il basso, e gli propongo di mettere in sicurezza il passaggio, decidendo poi se far passare tutti in conserva, o con gli autobloccanti . Siamo in 12, come da prassi ognuno di noi ha con se almeno due viti da ghiaccio e inoltre abbiamo con noi una corda in più: volessimo, potremmo piantare una serie di viti una a meno di un metro dall’altra e mettere l’ultima esattamente sulla cima.

Intanto che aspettiamo la cordata del presidente di sezione, la cui responsabilità travalica quella dei capi cordata, e al quale spetta quindi l’ultima parola, comincia la sagra del demente. Arrivano tutte le altre cordate degli infoiati da cima a tutti i costi, e cominciano a sondare il crepo anche dove è palesemente impossibile passare, anche quei ponti dove si vede a decine di metri che basterebbe una mosca a farli crollare. Assisto  compatendoli a questa fiera fatta di beoti con gli occhi iniettati di sangue e la gocciolina di bava all’angolo della bocca, annientati dal pensiero che potrebbero anche non arrivare in cima.  

A un certo punto quello che si dice in giro essere una guida alpina (fatto da prendere con beneficio d'inventario), riesce a tuffarsi con la picca sull’altro lato della crepaccia, si arrampica in qualche maniera e solleva di peso i suoi accompagnati oltre l’ostacolo. Giunti sull’altro lato, traversano verso sinistra, per poi compiere un’inversione a 180° e tornare verso destra sulle roccette; appena mettono piede sulle rocce, lasciano cadere blocchi di neve, pezzi di ghiaccio e sassi, proprio nella direzione di tutti coloro che stavano sotto e aspettavano di poter passare. Noi cerchiamo di toglierci subito dalla linea di caduta delle pietre, e subito dopo anche gli altri fanno lo stesso.

Si poteva effettivamente aspettare che i rimbambiti tornassero giù, per poi attrezzare, oppure attaccare tutto a destra e portarsi immediatamente sulla cresta, solo che così avremmo potuto a nostra volta lasciar cadere dei sassi e, per rispetto, decidiamo di non farlo; si decide tutti insieme di tornare verso valle e nessuno ha nulla da obiettare.

Premesso che non ho mai avuto la scimmia della cima per forza, e che per me è stata comunque una bellissima giornata passata in allegra compagnia e in un ambiente splendido, la quale non può essere guastata dal fatto che sono arrivato a 23 metri dalla cima per poi tornare indietro, vorrei però soffermarmi sul comportamento di quell’imbecille, guida alpina o istruttore che sia, che pur di passare, ha negato la soddisfazione della vetta a tutti quanti gli altri, e soprattutto ne ha messo a grave rischio l’incolumità, scaricandogli addosso decine di pietre. Imperizia, imprudenza e dolo; questo ineffabile signore, che spero mi stia leggendo, si è reso colpevole di tutte queste colpe, e qualora si trattasse davvero di un professionista, ha anche preso a calci il codice deontologico che da sempre è bagaglio imprescindibile di tutte le Guide degne di questo nome.

Non ho altre parole che disprezzo e pena. Per lui, ma soprattutto per certo “alpinismo”, ormai di moda,  che antepone il risultato all’uomo e la prestazione al rispetto per i propri simili.  


 
DATI GPS
Dislivello 1° giorno 1357 m e 12,1 km
Dislivello 2° giorno e 7,1 km
Discesa complessiva 2185 m
 

Tourengänger: cristina, Marco27


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Geodaten
 11574.gpx Traccia 23 Giugno 2012
 11575.gpx Traccia 24 Giugno 2012
 11576.gpx Traccia completa 23-24 Giugno 2012

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Kommentare (19)


Kommentar hinzufügen

andrea62 hat gesagt:
Gesendet am 27. Juni 2012 um 11:14
Altri commenteranno il comportamento del tipo che ha voluto la vetta a tutti i costi. Io per ora esprimo il mio rammarico per la stradina tracciata fino a pochi metri dal rifugio V Alpini. Inoltre non dovremmo essere in un Parco Nazionale?

Marco27 hat gesagt: RE:
Gesendet am 27. Juni 2012 um 11:33
Beh, personalmente il Parco Nazionale me lo sono dimenticato dopo le olimpiadi di Bormio, quando di porcherie se ne fecero di ben peggiori. Riguardo alla stradina nel dettaglio, ora è larga giusto per una carriola meccanica o per un piccolo 4x4, ma sappiamo bene che una volta sbancato, allargarla è un attimo, e da li a fare lo stesso servizio della Pizzini….

grandemago hat gesagt: Gente rara....
Gesendet am 27. Juni 2012 um 11:23
Caro Marco, come te ormai se ne trovano molto pochi sulle montagne......

Ciao
Aldo

Marco27 hat gesagt: RE:Gente rara....
Gesendet am 27. Juni 2012 um 13:05
Sono d'accordo con Aldo: la gente che va per monti è diventata tanta, quella che ci va per amore per i monti stessi è veramente pochissima.
Tanti anni fa, un accademico del Cai (di cui non faccio il nome) mi aveva già ben delineato dove secondo lui stava andando l'alpinismo, e ahimè aveva ragione.

Barbacan hat gesagt: D'accordissimo!
Gesendet am 27. Juni 2012 um 11:33
Sono d'accordo con Aldo! Vivissimi complimenti a tutti. Anche se la vetta non s'è fatta conquistare, non disperare, le montagne non si spostano; vi auguro di tornare quando prima.

buone gite!

Marco27 hat gesagt: RE:D'accordissimo!
Gesendet am 27. Juni 2012 um 13:19
Beh.... francamente parlando, quando tornerò in questi posti sarà per il semplice gusto di farlo, non certo perchè mi mancano quei neanche 30 metri dal crepo terminale alla vetta; di quelli, credimi, non me ne può fregà de meno..... ;-)

heliS hat gesagt: Mah ...
Gesendet am 27. Juni 2012 um 13:31
Tavecchia, Pizzini, Artavaggio …. quanti sono i “rifugi” che sono riusciti ad avere una strada e fanno trasporto “escursionisti” più o meno legalmente?
Le guide: ognuno di noi ha aneddoti positivi e negativi da raccontare, però, senza difendere nessuno, mi sa che facciamo più attenzione ai negativi.
Cime: mah ... io se non sono salita sulla vetta si che ci torno ... per me è un gioco-sfida ... Ognuno va in montagna (per davvero intendo) come meglio crede e se non da fastidio a nessuno non capisco perchè denigrarci ...
Poi, anch'io sarei tornata con davanti cordate simili, guidate da professionisti o meno.
La Val Zebrù l'ho risalita d'inverno con le ciaspole e certe valli sarà, non so ancora per quanto, l'unico modo per visitarle.
Per fortuna ci sono ancora un sacco di cime da esplorare :)
Ciao e buone montgne
S.

Marco27 hat gesagt: RE:Mah ...
Gesendet am 27. Juni 2012 um 13:59
Mi sono riletto...... non mi pare di aver denigrato nessuno, a parte ovviamente il beota in questione, e tutti coloro che come lui vanno in montagna lasciando a casa il cervello (e quindi dando parecchio fastidio). Se è passato qualcosa d'altro non era intenzionale.

Amedeo hat gesagt: RE:Mah ...
Gesendet am 27. Juni 2012 um 19:45
Complimenti per l'ascensione...la vetta la rifarete!!
Quanto al resto..........purtroppo i pirla non sono solo più alla domenica ai centri commerciali (anche lì c'è brava gente...poi questa crisi non ci aiuta) e la mentalità di quei luoghi viene esportata anche in montagna. Purtroppo, come fa intuire il mio nome originario di iscrizone a hikr, non mi esimo da un bel "PIRLA AL CUBO" al "professionista della vetta".....e basta con questa politically correct!! Stoppiamo subito questi personaggi altrimenti poi te li ritrovi a dirigere prima un CAI, poi una Regione o una Banca e poi un paese (ogni riferimento è puramente voluto)!!
Ciao, buone ascensioni!
Amedeo

Amedeo hat gesagt: RE:Mah ...
Gesendet am 27. Juni 2012 um 19:46
..e per paese intendo una nazione!!

Marco27 hat gesagt: RE:Mah ...
Gesendet am 28. Juni 2012 um 07:05
Ho un amico istruttore che quando vede qualcuno in montagna che fa il pirla, lo cazzia....sempre, anche se non è direttamente coinvolto, e a prescindere. E' il suo modo di fare. Boh..... magari ha ragione lui.

homo selvadego hat gesagt:
Gesendet am 28. Juni 2012 um 18:16
oggi ho accompagnato mio padre per un nuovo ciclo di chemio, mi sono guardato attorno e ho visto nei volti delle persone attorno una gran voglia di vivere, erano come tutti legati a una corda invisibile e la loro scalata non era certamente facile, molti crepacci e inside devono superare, ma l'obbiettivo è unico, alzarsi domani e poter dire anche oggi ce l'ho fatta e poi leggo per caso questa cronaca del Monte Zebrù, e mi chiedo ma queste persone tanto sprezzanti del pericolo sanno quale dono prezioso sono in loro possesso...
scusatemi per lo sfogo
namastè

cristina hat gesagt: RE:
Gesendet am 29. Juni 2012 um 08:39
Purtroppo molto spesso non si pensa alle conseguenze di quello che si sta facendo pensando che a noi niente possa succedere. Auguri per tuo padre.
Ciao Cri

Marco27 hat gesagt: RE:
Gesendet am 29. Juni 2012 um 10:00
Molto del mio modo di pensare è condizionato dal fatto che qualche anno fa, un mio amico di 50 anni se ne è andato, portato via da una di queste bestie nere di cui parli. Da allora, non voglio perdermi nulla di tutto ciò che mi viene e mi verrà concesso fino all'ultimo istante, perchè quello, per quanto ne so, potrebbe arrivare anche fra cinque minuti. Non sarà certo il raggiungimento della più bella o famosa delle cime a farmi cambiare idea e a farmi gettare al vento il tempo che ho a disposizione. Purtroppo però non tutti la pensano così, e rischiano di buttare via la fortuna che hanno senza neanche rendersene conto.
Un grande in bocca al lupo.

heliS hat gesagt: RE:
Gesendet am 29. Juni 2012 um 10:41
Ho purtroppo passato il tuo calvario ed è un cammino davvero molto difficile. Ti auguro di trovare la serenità di stare accanto a tuo padre, per me non è stato e non è poi cosi semplice.
Sul valore che si da alla vita, finchè non si mette in pericolo quella degli altri, ognuno credo che possa rischiare quello che reputa per se stesso.
Un abbraccio
S.

Marco27 hat gesagt: RE:
Gesendet am 29. Juni 2012 um 11:04
Sarei assolutamente d'accordo, se non fosse che fare il co***one in montagna mette in pericolo SEMPRE e inevitabilmente la vita di chi porta i soccorsi e/o va a cercare le salme.

gbal hat gesagt:
Gesendet am 29. Juni 2012 um 19:21
Come commentare il comportamento di certi personaggi, oltretutto pare dotati di "Permis de conduire"? Credo che quello che si doveva dire l'abbiano detto bene tutti coloro che hanno già scritto prima di me.
Voglio solo aggiungere che mi pare che l'affannoso e maldestro comportamento di costui testimoni invece proprio che il brevetto di guida (se ce l'ha) sia del tutto immeritato e attenzione ai futuri clienti!
Speriamo sia iscritto ad Hikr e rifletta sul vs. racconto e i ns. commenti.
Per voi cmq un bravo e un complimento per la saggezza.

Alberto hat gesagt:
Gesendet am 30. Juni 2012 um 14:15
oramai non ci si deve stupisce più di nulla: forse quella guida dovrebbe farsi un giretto dalle parti del rifugio Porro,dove vi è quella chiesetta con i nomi di coloro che anno perso la vita in montagna....molti di loro sono guide alpine! Complimenti a voi per la saggia decisione di mettersi in salvo! Ciao

Marco27 hat gesagt: RE:
Gesendet am 2. Juli 2012 um 08:53
Io di Guide Alpine ne conosco parecchie Alberto; e sono tutti quanti professionisti seri che prima di portare un cliente nel pericolo si farebbero tagliare un braccio; che poi spesso ci lascino le penne, è da ascrivere anche e sopratutto al fatto che frequentano la montagna molto più di noi (è il loro lavoro) e lo fanno a un livello per cui anche una minima sbavatura può essere fatale (penso al Merelli). Purtroppo poi esistono anche le eccezioni: gli idioti esistono in tutte le categorie.... Ciao.


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