Pizzi del Rabbioso (E 2267 m - W 2267 m) e Föpia (2106 m)
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Le mie mete odierne erano i due Pizzi del Rabbioso. Nient’altro. Però, arrivato ai pascoli alti dell’Alpe Cremenzè, la calamita Föpia si è impossessata della mia volontà e mi ha attirato a sé magneticamente. Sarò un “goss”, lo ammetto, ma non ho saputo rinunciare. Troppo forte il richiamo. E poi, la salita diretta da Agro attraverso il Vald di Cremenzè andava sottolineata con una cima “classica”, i “Rabbiosi” non sarebbero bastati all’uopo.
Parto dunque da Pian Vaccaresc (680 m), sopra Lavertezzo, poco dopo aver sentito alla radio l’inno svizzero trasmesso da Rete Uno (gli habitués di questi orari sanno certamente quando ciò avvenga). Raggiungo, in successione, Cognera (758 m), Cognera di Dentro (790 m) e Forno (824 m). Subito dopo il Ponte di Forno (808 m) prendo il sentiero di sinistra per la Val d’Agro, e dopo aver superato Arai (1084 m), raggiungo Agro (1173 m).
Qui vorrei provare il vecchio sentiero che porta direttamente all’Alpe di Cremenzè senza passare da Corte Nuovo; abbandono quindi il sentiero ufficiale e salgo a fianco della cascina posizionata più a sinistra, dove comunque due vecchi cartelli metallici, uno fissato a questa stessa cascina e l’altro in cima ad un paletto, indicano la direzione e la durata della marcia (2 ore e 30’) fino all’Alpe di Cremenzè. La traccia è debole; comunque, almeno inizialmente dopo l’entrata nel bosco, un tubo dell’acqua aiuta a non perderla. Successivamente si possono notare qua e là dei vecchi segni di vernice bianco-rossi. Effettuo il guado (verso sinistra) del torrente che scende dai Pizzi del Rabbioso e mi immergo nel Vald di Cremenzè, che potrei quasi definire “Urwald” (foresta primordiale), dopo che il CAS ha abbandonato la manutenzione di questo sentiero a favore dell’altro. Poco più in alto la traccia si perde, e di riflesso io perdo un abbondante quarto d’ora per ritrovarla: salgo, scendo, mi sposto a sinistra; la soluzione era semplice, bastava rifare un altro guado, stavolta verso destra, oltre un rio laterale. Da qui in poi il faggio lascia spazio alle prime conifere, il sentiero diventa più arioso e senza più dubbi sulla traccia raggiungo il Corte di Fondo dell’Alpe Cremenzè (1729 m).
La traccia prosegue al di sotto delle cascine in direzione SW ed in breve raggiunge il Corte di Mezzo dell’Alpe Cremenzè (1870 m). Da qui si intravede già la vecchia croce del Corte di Cima, che però, per ora, non raggiungo, perché la mia salita, quasi ipnoticamente, si sposta sempre più verso SW, cioè verso l’intaglio di quota 2105 posizionato tra il Poncione d’Alnasca e la Cresta della Föpia.
Restando sotto il punto più alto della cresta, mi sposto sempre più a S: in prossimità della quota 2100 raggiungo la cresta. Qui cito il Brenna: “seguendo la cresta NNW si farà la più incredibile passeggiata delle Alpi ticinesi: da un lato – per oltre un chilometro – dolci pendii; dall’altro i precipizi della Cresta della Föpia, regolare scogliera verticale che ricorda i canyons”. Dunque, sempre in cresta, toccando i punti quotati 2062, 2129 e 2106, raggiungo in leggera discesa la croce di vetta della Föpia (2106 m), a picco su Lavertezzo e con ottima visuale verso S, cioè verso Vogorno ed il suo Lago. Pausa, firma del libro di vetta e poi su di nuovo sulla Cresta per il percorso inverso, con davanti a me “uno dei quadri più belli, singolari e possenti delle Alpi” (Brenna), la parete Sud del Poncione d’Alnasca.
Raggiungo nuovamente, con percorso libero (ma spesso in cresta) la sella di quota 2105 allo sbocco del Valegg della Rozzera, situata tra la Cresta della Föpia ed il Poncione d’Alnasca. Da qui l’obiettivo è raggiungere il sentiero che scende dalla Bocchetta di Cremenzè, passando sotto le due gobbe (la seconda delle quali è quotata 2214 m) a NE del Poncione. Rimango più o meno sempre attorno alla quota 2100 e, raggiunto il sentiero, mi porto al balcone che sovrasta il Corte di Cima dell’Alpe Cremenzè (2030 m), che raggiungo perdendo una settantina di metri di dislivello. Da qua proseguo in direzione N. Faccio qualche acrobazia su di un masso per evitare una vipera che mi sbarra il sentiero (sembra addormentata, ma dopo qualche foto, rialza pigramente la testa, per cui, senza movimenti bruschi, mi allontano). Dove il sentiero comincia a curvare verso E, lo abbandono e salgo, inizialmente in un bel canalino (evitabile) e successivamente su ripidi prati e pietraie, in direzione della sella 2135, compresa tra la cima quotata 2259 (ma non nominata) ed il primo Pizzo del Rabbioso, quello W. Un po’ prima di raggiungere la sella piego verso N e, dopo aver superato una bella pietraia (T3+), raggiungo la cima del Pizzo del Rabbioso W (2267 m), dove un bell’ometto di pietra mi accoglie. Breve pausa, contemplazione, foto e poi giù dalla parte opposta a quella di salita (questa via è più facile: elementare direi). Arrivo alla sella tra i due Pizzi del Rabbioso (anzi, anche le selle sono due, separate da un piccolo motto) situate alla quota indicativa di 2195 m, e da qui salgo in cresta raggiungendo in breve la cima gemella del Pizzo del Rabbioso E (2267 m). L’ometto di vetta qui è molto più scarno e la visuale non troppo differente da quella della vetta precedente (dove comunque, oltre a tutte le paradisiache vette, era possibile vedere d’infilata tutto il solco della Val Verzasca da Brione fino a Sonogno). Decido dunque che rimanderò ancora la pausa pranzo fino all’arrivo a Mazèr (2096 m), che si raggiunge in salita dopo aver riguadagnato il sentiero (2068 m) alla base di questa cima. A Mazèr mi rifocillo a dovere, otto ore di marcia (e nove di escursione) si fanno sentire!
Finita la ricreazione mi dirigo sul sentiero ufficiale verso Corte Nuovo (1873 m). Da qui scendo a Fornaa (1677 m) e poi ad Agro (1173). Riprendo il sentiero del mattino che attraverso Arai, Forno e Cognera mi riporta a Pian Vaccaresc.
Highlights di questa gita: sentiero diretto tra Agro e Cremenzè (pur con traccia debole, dà soddisfazione poter sbucare a Cremenzè); Alpe di Cremenzè (il Brenna non ne parla, ma il luogo è indimenticabile); Cresta della Föpia e Föpia (a cavallo tra due - o più - mondi, con la dimensione verticale della S del P.d’Alnasca che penetra nella pelle: da brividi!); Pizzi del Rabbioso (dimenticati dall’escursionismo classico ma ottimi punti di vista sulla fantastica Alpe Corte Nuovo e su tutte le vette che la circondano). Bilancio finale: gita da raccomandare a tutti gli amanti della montagna!
Tempo totale: 10 ore e 30’. Dettaglio:
Pian Vaccaresc – Corte di Mezzo dell’Alpe Cremenzè (via Agro): 3 ore e 15’
Corte di Mezzo dell’Alpe Cremenzè – Föpia (vetta): 1 ora e 30’
Föpia – Pizzo del Rabbioso W: 2 ore e 15’
Pizzo del Rabbioso W - Pizzo del Rabbioso E: 20’
Pizzo del Rabbioso E – Mazèr: 40’
Mazèr – Pian Vaccaresc (via Corte Nuovo-Agro): 2 ore e 30’

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