Poncione d'Alnasca, Cresta della Fopia e Pizzi del Rabbioso
Senza aver ancora ben chiaro se l'idea di oggi è una cagata oppure una buona idea, partiamo da Brione Alnasca che è quasi ancora buio, consci che ci attende una lunga giornata.
Saliamo bene fino in cima al Poncione d'Alnasca, troviamo solo qualche chiazza di neve ghiacciata sulla pala finale.
Tornati alla Bocchetta scendiamo sul versante est per andare a prendere la Cresta della Fopia, cresta che cerchiamo di mantenere il più possibile (almeno all'andata) superando brevi tratti rocciosi, per godere appieno della visuale sulle verticali pareti alla nostra destra. La vista sulla parete sud del Poncione è davvero straordinaria.
Raggiungiamo la croce a dominare il Lago di Vogorno che oggi brilla per noi.
Ritorniamo lungo la cresta (o poco sotto) e risaliamo alla Bocchetta Alnasca, in orario sulla tabella di marcia che avevo ipotizzato. Forse sarebbe stato più bello e logico transitare dalla Bocchetta di Cremenzè ma preferiamo andare sul sicuro e scendere nuovamente fino al bivio incontrato all'andata (quello in zona Alpe d'Alnasca per intenderci). Evitiamo anche di tagliare prima, vista la presenza di un po' di neve sui massi che non farebbero altro che rallentare la progressione.
Comunque alla fine facendo due conti il dislivello da affrontare non sarebbe cambiato di molto.
Trovando e perdendo alcuni bolli del sentiero, arriviamo alla Sella di quota 2135 ed attacchiamo la cresta finale del primo dei Pizzi del Rabbioso. Non c'è un percorso obbligato, ci si inerpica per il ripido pendio erboso per poi affrontare due roccette negli ultimi metri. Prima di concederci una sana pausa preferiamo concludere tutte le salite e quindi subito ci portiamo sulla seconda cima, quella Orientale transitando dalla bella sella erbosa che divide le due vette.
Evvai, ci siamo riusciti!
Cerchiamo di recuperare un po' di forze, necessarie ad affrontare la lunghissima discesa. Siamo nei tempi ipotizzati ma oggi, per forza di cose, diamo uno sguardo al panorama ed uno all'orologio. Discutiamo brevemente sul dove scendere e alla fine optiamo per una sorta di traccia che si dirige verso il Pizzo del Motto e quando questa sembra svanire, scendiamo diretti verso un laghetto dopodichè, poco sotto, ci ricolleghiamo al sentiero ufficiale.
Breve risalita all'Alpe Mazer, vitale pausa acqua all'Alpe Corte Nuovo e poi giù fino ad Agro, dove il sentiero si fa più pianeggiante e scende con calma verso Lavertezzo. Un po' meno calma ce l'abbiamo noi quando un cartello indica ancora 2 ore e passa di discesa ... due rapidi conti ... il buio sembra assicurato.
Ma il sentiero permette anche di aumentare l'andatura e quindi oggi la scommessa con il sole la vinciamo noi, arrivando a Lavertezzo con ben 5 minuti di anticipo sulla personale tabella di marcia ipotizzata alla partenza e senza utilizzare la frontale. Non ci resta che attendere l'autobus che ci riporta a Brione, contenti e soddisfatti della bella cavalcata .... forse alla fine non è stata un'idea tanto brutta!
Saliamo bene fino in cima al Poncione d'Alnasca, troviamo solo qualche chiazza di neve ghiacciata sulla pala finale.
Tornati alla Bocchetta scendiamo sul versante est per andare a prendere la Cresta della Fopia, cresta che cerchiamo di mantenere il più possibile (almeno all'andata) superando brevi tratti rocciosi, per godere appieno della visuale sulle verticali pareti alla nostra destra. La vista sulla parete sud del Poncione è davvero straordinaria.
Raggiungiamo la croce a dominare il Lago di Vogorno che oggi brilla per noi.
Ritorniamo lungo la cresta (o poco sotto) e risaliamo alla Bocchetta Alnasca, in orario sulla tabella di marcia che avevo ipotizzato. Forse sarebbe stato più bello e logico transitare dalla Bocchetta di Cremenzè ma preferiamo andare sul sicuro e scendere nuovamente fino al bivio incontrato all'andata (quello in zona Alpe d'Alnasca per intenderci). Evitiamo anche di tagliare prima, vista la presenza di un po' di neve sui massi che non farebbero altro che rallentare la progressione.
Comunque alla fine facendo due conti il dislivello da affrontare non sarebbe cambiato di molto.
Trovando e perdendo alcuni bolli del sentiero, arriviamo alla Sella di quota 2135 ed attacchiamo la cresta finale del primo dei Pizzi del Rabbioso. Non c'è un percorso obbligato, ci si inerpica per il ripido pendio erboso per poi affrontare due roccette negli ultimi metri. Prima di concederci una sana pausa preferiamo concludere tutte le salite e quindi subito ci portiamo sulla seconda cima, quella Orientale transitando dalla bella sella erbosa che divide le due vette.
Evvai, ci siamo riusciti!
Cerchiamo di recuperare un po' di forze, necessarie ad affrontare la lunghissima discesa. Siamo nei tempi ipotizzati ma oggi, per forza di cose, diamo uno sguardo al panorama ed uno all'orologio. Discutiamo brevemente sul dove scendere e alla fine optiamo per una sorta di traccia che si dirige verso il Pizzo del Motto e quando questa sembra svanire, scendiamo diretti verso un laghetto dopodichè, poco sotto, ci ricolleghiamo al sentiero ufficiale.
Breve risalita all'Alpe Mazer, vitale pausa acqua all'Alpe Corte Nuovo e poi giù fino ad Agro, dove il sentiero si fa più pianeggiante e scende con calma verso Lavertezzo. Un po' meno calma ce l'abbiamo noi quando un cartello indica ancora 2 ore e passa di discesa ... due rapidi conti ... il buio sembra assicurato.
Ma il sentiero permette anche di aumentare l'andatura e quindi oggi la scommessa con il sole la vinciamo noi, arrivando a Lavertezzo con ben 5 minuti di anticipo sulla personale tabella di marcia ipotizzata alla partenza e senza utilizzare la frontale. Non ci resta che attendere l'autobus che ci riporta a Brione, contenti e soddisfatti della bella cavalcata .... forse alla fine non è stata un'idea tanto brutta!
Tourengänger:
Andrea!

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