Cima di Gagnone
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Dopo (troppi) anni di attesa, finalmente siamo saliti sul Gagnone. Lasciamo un auto a Lavertezzo e ci dirigiamo con l'altra a Frasco.
Partenza da Frasco, proprio in faccia al Mulino mosso dalle acque dell'Efra. La prima grande pausa in capanna Efra per un caffè. Decidiamo di non dirigerci al lago ma di prendere la via diretta alla capanna. Prestate attenzione perché vi è soltanto un omino di sasso tra i ginepri a indicare questa deviazione. Consiglio comunque la deviazione al lago se non avete avuto al fortuna di ammirarlo. Il lago è comunque ben visibile dall'alto zona b.tta dello scaiee e omonima cima. Fino a tale cima il grado massimo di difficoltà è T3. Qui il nostro gruppo si divide: due affrontano la parte di VAV per giungere in cima. Io e un altro compagno decidiamo di evitare il primo pezzo di VAV per poi puntare alla cresta e affrontarne gli ultimi 100 metri.
Per quanto riguarda il pezzo di VAV vi rimando a quanto scritto da Tapio che grazie alla sua recensione ci ha convinti ancor di più che il Gagnone era da fare.
Dopo aver superato l'affioramento abbandoniamo il sentiero per puntare alla cima in diagonale in direzione di un canalino posto a destra della cima. Decidiamo poi di salire in cresta su pendio erboso misto a sassi, la raggiungiamo proprio alla sinistra della cima. Prendiamo quindi il sentiero blu bianco della VAV che ci fa salire a zigzag sulla cima, questo sarà il tratto più impegnativo a livello di attenzione che ho classificato come T4. I passaggi sono esposti ma non serve arrampicarsi, le mani sono però d'aiuto. Purtroppo i miei calzoni si sono rotti con un bel "crac" in zona inguinale nell'issarmi su un sasso, eh bom.
Idealmente avremmo voluto seguire il canale come indicato dal Brenna, ma valutando la situazione ci è sembrato meglio affrontare l'ascesa in tale maniera.
Pranzo in vetta, vista a 360 gradi, neanche le fotografie ripagano la bellezza del posto. Un gregge di pecore ci tiene compagnia a poche decine di metri. Il pianoro sottostante al Gagnone è geologicamente interessante, vivamente consigliato per gli amanti del settore.
Per il ritorno decidiamo di seguire una via più facile e più diretta. Scendiamo nel pianoro e puntiamo al filo degli Spalloni. Senza scavalcarli troviamo una traccia di sentiero che ci porta fino alla bassa di Motto per poi ricongiungerci con il sentiero ufficiale. Passiamo a Mazèr, alpe ancora caricato e a corte nuovo. Quest'ultimo meritevole di essere visitato. se vi addentrate nel nucleo troverete una bellissima scalinata larga. Scendiamo poi in Agro dove le pozze invitano a un bagno. Resistiamo. Resistiamo pure al pozzo Forno.
la val d'Agro è lunga e in falsopiano.
Terminiamo l'escursione con un bagno rigenerante a Brione dove il sole splende ancora per qualche minuto.
Tempi di percorrenza senza le pause: 8h 30'
Lunghezza totale: 24km
Partenza da Frasco, proprio in faccia al Mulino mosso dalle acque dell'Efra. La prima grande pausa in capanna Efra per un caffè. Decidiamo di non dirigerci al lago ma di prendere la via diretta alla capanna. Prestate attenzione perché vi è soltanto un omino di sasso tra i ginepri a indicare questa deviazione. Consiglio comunque la deviazione al lago se non avete avuto al fortuna di ammirarlo. Il lago è comunque ben visibile dall'alto zona b.tta dello scaiee e omonima cima. Fino a tale cima il grado massimo di difficoltà è T3. Qui il nostro gruppo si divide: due affrontano la parte di VAV per giungere in cima. Io e un altro compagno decidiamo di evitare il primo pezzo di VAV per poi puntare alla cresta e affrontarne gli ultimi 100 metri.
Per quanto riguarda il pezzo di VAV vi rimando a quanto scritto da Tapio che grazie alla sua recensione ci ha convinti ancor di più che il Gagnone era da fare.
Dopo aver superato l'affioramento abbandoniamo il sentiero per puntare alla cima in diagonale in direzione di un canalino posto a destra della cima. Decidiamo poi di salire in cresta su pendio erboso misto a sassi, la raggiungiamo proprio alla sinistra della cima. Prendiamo quindi il sentiero blu bianco della VAV che ci fa salire a zigzag sulla cima, questo sarà il tratto più impegnativo a livello di attenzione che ho classificato come T4. I passaggi sono esposti ma non serve arrampicarsi, le mani sono però d'aiuto. Purtroppo i miei calzoni si sono rotti con un bel "crac" in zona inguinale nell'issarmi su un sasso, eh bom.
Idealmente avremmo voluto seguire il canale come indicato dal Brenna, ma valutando la situazione ci è sembrato meglio affrontare l'ascesa in tale maniera.
Pranzo in vetta, vista a 360 gradi, neanche le fotografie ripagano la bellezza del posto. Un gregge di pecore ci tiene compagnia a poche decine di metri. Il pianoro sottostante al Gagnone è geologicamente interessante, vivamente consigliato per gli amanti del settore.
Per il ritorno decidiamo di seguire una via più facile e più diretta. Scendiamo nel pianoro e puntiamo al filo degli Spalloni. Senza scavalcarli troviamo una traccia di sentiero che ci porta fino alla bassa di Motto per poi ricongiungerci con il sentiero ufficiale. Passiamo a Mazèr, alpe ancora caricato e a corte nuovo. Quest'ultimo meritevole di essere visitato. se vi addentrate nel nucleo troverete una bellissima scalinata larga. Scendiamo poi in Agro dove le pozze invitano a un bagno. Resistiamo. Resistiamo pure al pozzo Forno.
la val d'Agro è lunga e in falsopiano.
Terminiamo l'escursione con un bagno rigenerante a Brione dove il sole splende ancora per qualche minuto.
Tempi di percorrenza senza le pause: 8h 30'
Lunghezza totale: 24km
Tourengänger:
NeneS

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