Rosso di Ribia (2547 m)
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Parto di buon’ora dal Pascolo dell’Òviga, situato tra Gèria e Partüs (a 4,44 km da Vergeletto). Il cartello ufficiale del CAS indica quota 1000, e dà la Capanna Ribia a 3 ore e mezza di cammino, mentre un cartello ligneo lì vicino dichiara invece 3 ore. La carrozzabile sale dolcemente ed in pochi minuti arrivo al nucleo di Pièi. Da qui la musica cambia. La carrozzabile si estingue ed il sentiero diventa ripido. Supero prima la soglia della betulla, poi del faggio e arrivo infine a quella dei larici. Sempre restando sul versante orografico destro del Ri di Ribia raggiungo l’Alpe del Pianaccio (1585 m), dove alcune cascine diroccate si affacciano desolate sulla valle sottostante. Da qui in avanti il sentiero, pur restando ripido, è ottimamente sistemato, con una cura nella falciatura a dir poco maniacale (un grazie ai manutentori!). Attraverso il Ri di Ribia a quota 1785, approvvigionandomi di acqua (a parte l’Alpe di Ribia, è questo l’unico punto “sicuro” per questo scopo). In breve eccomi all’Alpe di Ribia, dove sventola una bandiera a mezz’asta, in ricordo delle vittime della strage in Norvegia. Una breve pausa, una veloce visita all’ottimo rifugio e poi comincio la salita verso il Rosso. Seguo una buona traccia rinforzata da numerosi ometti, puntando comunque all’intaglio tra le due cime del Rosso, come affermato a giusta ragione anche da Seeger qui (“quasi direkt”). Mi avvicino troppo, tuttavia, alla zona denominata Verdès, quindi poi mi tocca salire quasi in verticale per riguadagnare dislivello. Ben presto sono sulla pietraia che porta al canale tra le due cime. Salgo e mi presento all’ingresso del canalino: all’inizio e alla fine sono posizionate delle catene che aiutano a superare i punti difficili. Comunque nessun problema, è anche piuttosto breve. Arrivato alla bocchetta sovrastante, proseguo a sinistra sul lato N del Rosso di Ribia e con facile arrampicata giungo in vetta. A parte qualche nuvola, il paesaggio è superbo. Mi concedo un’ora di pausa tra foto e vettovaglie (e l’eliminazione di una zecca che si era infilata a capo fitto nel mio avambraccio) e poi riparto. Stavolta, superato il canale, punto diretto all’Alpe di Ribia, senza fronzoli né ghirigori. Da qui, attraverso la stessa via di salita ritorno all’auto al Pascolo dell’Òviga, dove, naturalmente, mi concedo un bagnetto ristoratore (ai piedi) nel Ribo, ghiacciato.
L’ascensione al Rosso di Ribia è davvero da consigliare: i paesaggi sono stupendi e dalla cima, non essendoci vette più alte nelle vicinanze, il panorama è sorprendentemente vasto e appagante.
Tempi: da Pascolo dell’Òviga al Rifugio Ribia: 2 ore e 25’ ritorno: 1 ora e 45’
dal Rifugio Ribia alla vetta del Rosso di Ribia: 2 ore ritorno: 1 ora

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