Anellone in Val Mengasca"Alpe Manco"
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FRANCESCO:::::::
. Il ritrovo a Bione alle h. 6.45 quest'oggi è con Cristina, Massimo Beppe, Ivan e Claudio, la puntualita' è oramai regina . Dopo ca. 40 minuti di auto, Raggiungiamo il borgo di San Pietro, si parcheggia qui, in quanto il succesivo tratto fino a Monastero risulta a pagamento, attraversiamo il centro del paese. Da qui si perviene a un ponticello che si oltrepassa, si svolta a sinistra e, con una breve salita, si arriva ai prati di Monastero (480m). Ora, sulla destra, una pista ben marcata risale il pendio erboso e, proseguendo per un tratto in leggera discesa, ci si imbatte nel cartello segnaletico che indica il sentiero D16. Dal prato sopra citato, posto a monte di un ripiano erboso recintato, parte il tracciato (con segnavia rossobiancorossi) che piega a sinistra e comincia a salire sul versante sinistro orografico della Val Mengasca. Dopo qualche tornante in un bosco di castagni, si raggiunge un tratto in falsopiano. Lasciato alle spalle il rudere di una baita, si riprende a salire verso destra, passando a valle di altre vecchie baite. A quota 700m ca. si ignora la traccia che si stacca sulla destra e si svolta invece a sinistra continuando a salire, in direzione della località Santa Teresa. A 840m occorre prestare attenzione a un doppio breve tornantino, evitando di proseguire in linea diretta. Il traverso in direzione SSE porta al limite inferiore dei prati dell’alpe, che si risale interamente, fino a 1000m. A sinistra della baita più alta si entra in una faggeta, con il sentiero che si fa più largo e visibile. Questo tratto nel bosco raggiunge un prato con una baita, cintato da un muretto che si fiancheggia lasciandolo a destra. Si arriva così alla località Sambusina (1180m) e successivamente all’Alpe Crose. Con un traverso in discesa, che fa perdere circa 60-80m di dislivello, si giunge su un fianco scosceso e dirupato della valle che ci costringe a misurarci con le scimmie"una frana ha portato via con se il sentiero" risaliamo il costone roccioso di ca. 100 m. su pendii non facili ed a volte aggrappandoci ai rami degli alberi, per poi ridiscendere al recupero del sentiero." quasi 40 m° per attraversare 20 m. di traccia". Guadiamo il fiume Mengasca arrivando presso il canalone della Valle Sellina; ci si immerge nel canyon e il sentiero riprende decisamente a salire. Si attraversano due rami fiume che anticipano un breve traverso e l’inizio di una lunga salita con numerosi tornanti di un dosso coperto da fitta vegetazione. Intorno a 1400m, si incontra una piccola radura con due baite, una a fianco del sentiero e una più a sinistra: si tratta dell’Alpe Cascinola. Il sentiero taglia in verticale il prato e ricomincia a salire, inanellando tornante su tornante, finché, dopo essere passato sotto una modesta formazione rocciosa, porta verso una zona nella quale il bosco comincia a diradarsi. Compaiono i primi larici, e a quota 1600m si apre il circo terminale della valle, dominato, sulla sinistra, dalla mole del Sasso Campedello (2310m). Si raggiunge il limite inferiore destro dei prati dell’Alpe Manco da dove è già possibile osservare l’edificio del bivacco, contrassegnato da una bandiera tricolore. Si passa accanto alle numerose baite abbandonate dell’alpeggio, fino a raggiungere il Bivacco Alpe Manco (m.1750) 4h con 1700 m. di dislivello.Sono le h. 12.00, qualcuno invoca la pausa pranzo.... e cosi sia, io avrei preferito continuare. La sosta dura ca. 1h, per poi riprendere il nostro anellone fino alle spalle dell'Alpe che in poco piu' di 30° ci conduce alla Bocchetta di Campo. Una volta consultata la cartina decidiamo di risalire il pendio sulla ns. dx e percorrere l''intero crinale "ns. massima quota del giorno 2000 m".
Da questo punto in poi il sentiero risulta quasi invisibile e coperto di neve, i saliscenti non finiscono mai, raggiungiamo dapprima una piana con fontanella segnavia , e dopo l'Alpe Borlasca m.1470, e in ca. 1.30 una comoda strada ci conduce alle ns. auto.
IVAN :::::::
Prima volta per me nella sponda dx. idrografica della Val Chiavenna, e cominciamo subito alla grande, con un anello lungo ( oltre 16 Km. da Mapplus ) ma soprattutto con dislivello veramente impegnativo, oltre 2000 metri. In particolare la salita al Bivacco Alpe Manco è veramente dura. A parte il traverso con la frana dopo l'Alpe Crose sopra descritto da Francesco, il sentiero è veramente ripido e non concede un attimo di tregua. Per questo una volta arrivati al Bivacco sono stato tra quelli che hanno votato per la sosta pranzo, anche se i primi 50 metri in salita alla ripartenza sono stati duri, certamente pure a seguito delle libagioni nelle quali non è mancato un pò di alcool. Per fortuna però il grosso era fatto, e la restante salita alla Bocchetta ed il saliscendi sulla cresta sono anzi stati divertenti. Unica nota poco piacevole la polverosità del tratto finale della strada che dall'Alpe Borlasca porta al rientro, ma resta comunque una escursione veramente bella, che si svolge in un ambiente severo e selvaggio e in una zona che merita sicuramente di essere considerata per il futuro.
Beppe
Anche per me la prima volta un escursione in questa zona , un bel girone passando per l'alpe manco,
molto bello il tratto in cresta dall' alpe manco all'alpe borlasca con panorami suggestivi .
Tutto in un ambiente bello e selvaggio.
Un grazie a tutti per la sempre ottima compagnia.
Vista da Massimo:
Bagai che triada ai gamp……
Girettino in quel della bassa Val Ciavena con anello in ambienti severi e selvaggi ( incontri di giornata un pastore al maggengo di Santa Teresa; qualche anima all’Alpe Borlasca e diverse capre lungo il percorso di salita ).
Da incorniciare l’ambiente nel quale è sito il bivacco Alpe Manco splendida struttura tipicamente alpina circondato da vette con quote non elevatissime ma molto suggestive ( Sasso Campedello, Punta Anna Maria, Pizzo Ledù ); un posticino per pochi, infatti da qualsiasi parte lo si voglia raggiungere ci si impiega non meno di 3 ore e mezza di cammino,
3 le possibilità per raggiungerlo
1- Da Monastero attraverso la Val Mengasca
2- Da Pra Prince in Val Bodengo risalendo la Val Garzelli e valicando alla bocchetta di Campo
3-Da Faiedo salendo all’alpe Campedello e compiendo il traverso sino all’alpe Manco sotto le arcigne pareti del Sasso Campedello;
oserei dire un posto alla Grandemago!!!!
Come già ben descritto da Francesco noi abbiamo compiuto un anello salendo dal sentiero D16 per tutto il suo sviluppo fino alla Bocchetta di Campo ( a parte il fuori programma per scavalcare la frana che ostruisce il sentiero ); attenzione a Santa Teresa non imboccare il percorso che prosegue in direzione sud ma risalire il prato fino all’ultima baita ed entrare nel bosco di betulle e faggi seguendo una traccia di sentiero comunque sempre segnalata.
Alla bocchetta di Campo lasciamo il sentiero D16 che porta all’omonima alpe e proseguiamo sul crinale su traccia di sentiero visibile a tratti (capre ) fino ad uno stagno dove intersechiamo il sentiero D13 proveniente dall’alpe Campo che ci condurrà fino all’abitato di Ronscione e successivamente a San Pietro. Attenzione all’alpe Borlasca a scendere dal prato sottostante per imboccare la mulattiera che ci condurrà a valle ( la segnaletica in questo punto lascia alquanto a desiderare ).
In fin della fiera oltre 2000m di dislivello con oltre 16 Km di sviluppo e otto ore e mezzo di cammino che hanno messo a dura prova i nostri garetti.
CRIS
... in questa escursione ciò che più mi ha colpito - ancor più degli splendidi paesaggi incontrati - sono stati i profumi... diversissimi tra loro, a volte contrastanti e per questo ancor più sorprendenti... aromi forti e delicati, a tratti estivi e a tratti quasi invernali... Grazie cugino Max per le belle emozioni che ancora una volta mi hai permesso di provare... TO BE CONTINUED...
. Il ritrovo a Bione alle h. 6.45 quest'oggi è con Cristina, Massimo Beppe, Ivan e Claudio, la puntualita' è oramai regina . Dopo ca. 40 minuti di auto, Raggiungiamo il borgo di San Pietro, si parcheggia qui, in quanto il succesivo tratto fino a Monastero risulta a pagamento, attraversiamo il centro del paese. Da qui si perviene a un ponticello che si oltrepassa, si svolta a sinistra e, con una breve salita, si arriva ai prati di Monastero (480m). Ora, sulla destra, una pista ben marcata risale il pendio erboso e, proseguendo per un tratto in leggera discesa, ci si imbatte nel cartello segnaletico che indica il sentiero D16. Dal prato sopra citato, posto a monte di un ripiano erboso recintato, parte il tracciato (con segnavia rossobiancorossi) che piega a sinistra e comincia a salire sul versante sinistro orografico della Val Mengasca. Dopo qualche tornante in un bosco di castagni, si raggiunge un tratto in falsopiano. Lasciato alle spalle il rudere di una baita, si riprende a salire verso destra, passando a valle di altre vecchie baite. A quota 700m ca. si ignora la traccia che si stacca sulla destra e si svolta invece a sinistra continuando a salire, in direzione della località Santa Teresa. A 840m occorre prestare attenzione a un doppio breve tornantino, evitando di proseguire in linea diretta. Il traverso in direzione SSE porta al limite inferiore dei prati dell’alpe, che si risale interamente, fino a 1000m. A sinistra della baita più alta si entra in una faggeta, con il sentiero che si fa più largo e visibile. Questo tratto nel bosco raggiunge un prato con una baita, cintato da un muretto che si fiancheggia lasciandolo a destra. Si arriva così alla località Sambusina (1180m) e successivamente all’Alpe Crose. Con un traverso in discesa, che fa perdere circa 60-80m di dislivello, si giunge su un fianco scosceso e dirupato della valle che ci costringe a misurarci con le scimmie"una frana ha portato via con se il sentiero" risaliamo il costone roccioso di ca. 100 m. su pendii non facili ed a volte aggrappandoci ai rami degli alberi, per poi ridiscendere al recupero del sentiero." quasi 40 m° per attraversare 20 m. di traccia". Guadiamo il fiume Mengasca arrivando presso il canalone della Valle Sellina; ci si immerge nel canyon e il sentiero riprende decisamente a salire. Si attraversano due rami fiume che anticipano un breve traverso e l’inizio di una lunga salita con numerosi tornanti di un dosso coperto da fitta vegetazione. Intorno a 1400m, si incontra una piccola radura con due baite, una a fianco del sentiero e una più a sinistra: si tratta dell’Alpe Cascinola. Il sentiero taglia in verticale il prato e ricomincia a salire, inanellando tornante su tornante, finché, dopo essere passato sotto una modesta formazione rocciosa, porta verso una zona nella quale il bosco comincia a diradarsi. Compaiono i primi larici, e a quota 1600m si apre il circo terminale della valle, dominato, sulla sinistra, dalla mole del Sasso Campedello (2310m). Si raggiunge il limite inferiore destro dei prati dell’Alpe Manco da dove è già possibile osservare l’edificio del bivacco, contrassegnato da una bandiera tricolore. Si passa accanto alle numerose baite abbandonate dell’alpeggio, fino a raggiungere il Bivacco Alpe Manco (m.1750) 4h con 1700 m. di dislivello.Sono le h. 12.00, qualcuno invoca la pausa pranzo.... e cosi sia, io avrei preferito continuare. La sosta dura ca. 1h, per poi riprendere il nostro anellone fino alle spalle dell'Alpe che in poco piu' di 30° ci conduce alla Bocchetta di Campo. Una volta consultata la cartina decidiamo di risalire il pendio sulla ns. dx e percorrere l''intero crinale "ns. massima quota del giorno 2000 m".
Da questo punto in poi il sentiero risulta quasi invisibile e coperto di neve, i saliscenti non finiscono mai, raggiungiamo dapprima una piana con fontanella segnavia , e dopo l'Alpe Borlasca m.1470, e in ca. 1.30 una comoda strada ci conduce alle ns. auto.
IVAN :::::::
Prima volta per me nella sponda dx. idrografica della Val Chiavenna, e cominciamo subito alla grande, con un anello lungo ( oltre 16 Km. da Mapplus ) ma soprattutto con dislivello veramente impegnativo, oltre 2000 metri. In particolare la salita al Bivacco Alpe Manco è veramente dura. A parte il traverso con la frana dopo l'Alpe Crose sopra descritto da Francesco, il sentiero è veramente ripido e non concede un attimo di tregua. Per questo una volta arrivati al Bivacco sono stato tra quelli che hanno votato per la sosta pranzo, anche se i primi 50 metri in salita alla ripartenza sono stati duri, certamente pure a seguito delle libagioni nelle quali non è mancato un pò di alcool. Per fortuna però il grosso era fatto, e la restante salita alla Bocchetta ed il saliscendi sulla cresta sono anzi stati divertenti. Unica nota poco piacevole la polverosità del tratto finale della strada che dall'Alpe Borlasca porta al rientro, ma resta comunque una escursione veramente bella, che si svolge in un ambiente severo e selvaggio e in una zona che merita sicuramente di essere considerata per il futuro.
Beppe
Anche per me la prima volta un escursione in questa zona , un bel girone passando per l'alpe manco,
molto bello il tratto in cresta dall' alpe manco all'alpe borlasca con panorami suggestivi .
Tutto in un ambiente bello e selvaggio.
Un grazie a tutti per la sempre ottima compagnia.
Vista da Massimo:
Bagai che triada ai gamp……
Girettino in quel della bassa Val Ciavena con anello in ambienti severi e selvaggi ( incontri di giornata un pastore al maggengo di Santa Teresa; qualche anima all’Alpe Borlasca e diverse capre lungo il percorso di salita ).
Da incorniciare l’ambiente nel quale è sito il bivacco Alpe Manco splendida struttura tipicamente alpina circondato da vette con quote non elevatissime ma molto suggestive ( Sasso Campedello, Punta Anna Maria, Pizzo Ledù ); un posticino per pochi, infatti da qualsiasi parte lo si voglia raggiungere ci si impiega non meno di 3 ore e mezza di cammino,
3 le possibilità per raggiungerlo
1- Da Monastero attraverso la Val Mengasca
2- Da Pra Prince in Val Bodengo risalendo la Val Garzelli e valicando alla bocchetta di Campo
3-Da Faiedo salendo all’alpe Campedello e compiendo il traverso sino all’alpe Manco sotto le arcigne pareti del Sasso Campedello;
oserei dire un posto alla Grandemago!!!!
Come già ben descritto da Francesco noi abbiamo compiuto un anello salendo dal sentiero D16 per tutto il suo sviluppo fino alla Bocchetta di Campo ( a parte il fuori programma per scavalcare la frana che ostruisce il sentiero ); attenzione a Santa Teresa non imboccare il percorso che prosegue in direzione sud ma risalire il prato fino all’ultima baita ed entrare nel bosco di betulle e faggi seguendo una traccia di sentiero comunque sempre segnalata.
Alla bocchetta di Campo lasciamo il sentiero D16 che porta all’omonima alpe e proseguiamo sul crinale su traccia di sentiero visibile a tratti (capre ) fino ad uno stagno dove intersechiamo il sentiero D13 proveniente dall’alpe Campo che ci condurrà fino all’abitato di Ronscione e successivamente a San Pietro. Attenzione all’alpe Borlasca a scendere dal prato sottostante per imboccare la mulattiera che ci condurrà a valle ( la segnaletica in questo punto lascia alquanto a desiderare ).
In fin della fiera oltre 2000m di dislivello con oltre 16 Km di sviluppo e otto ore e mezzo di cammino che hanno messo a dura prova i nostri garetti.
CRIS
... in questa escursione ciò che più mi ha colpito - ancor più degli splendidi paesaggi incontrati - sono stati i profumi... diversissimi tra loro, a volte contrastanti e per questo ancor più sorprendenti... aromi forti e delicati, a tratti estivi e a tratti quasi invernali... Grazie cugino Max per le belle emozioni che ancora una volta mi hai permesso di provare... TO BE CONTINUED...
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