Via ferrata del venticinquennale al Corno Occidentale di Canzo
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Quest'anno per la ferrata del Corso Introduzione abbiamo deciso per quella del Venticinquennale al Corno Occidentale di Canzo.
Del resto: "è qui vicino e l'abbiamo fatta tutti, così non c'è nemmeno bisogno di andare a provarla! L'unico punto un po' ostico è la placca iniziale...ma al limite mettiamo una corda per aiutare chi fosse in difficoltà".
Così ci si era detti quando abbiamo deciso le mete del corso! Peccato che nel 2008 il CAI di Canzo abbia riattrezzato interamente il percorso...ora è molto più difficile rispetto a prima! Certo non è una cosa tremenda però come prima esperienza per degli allievi forse è meglio scegliere qualcos'altro. Queste sono le premesse ed in effetti la ferrata è abbastanza "tosta" ma siamo riusciti a portare tutti in cima senza molti problemi.
Ma passiamo alla descrizione dell'escursione: partiamo dal parcheggio di Canzo perchè siamo in tanti ed il parcheggio a Gajum non è molto grande. Al bar a Gajum c'è la corsa al caffè. Finalmente prendiamo il Sentiero Geologico che fiancheggia il torrente Ravella e costituisce di per sè una piacevole ed istruttiva escursione fino al rifugio Terza Alpe. Quando arriviamo al rifugio...nuova corsa al bar! "Vabbè ma avete fatto colazione?" Ripartiamo per il ripido sentiero che porta alla Colma di Pianezzo ed alla ferrata. Un'oretta e siamo alla placca iniziale, ci si imbraga, si controllano i nodi agli allievi e, un accompagnatore ogni due allievi, si attacca la paretina iniziale. La corda calata dall'alto, come previsto, per qualcuno serve ma ce la fanno tutti, in effetti rispetto ad un tempo, sono stati scavati alcuni appoggi per i piedi. Poi c'è un canalino che porta sul versante sud, un tempo si andava a prendere un sentiero che passava sotto la parete ma ora ci si alza prima per un canale poi per un camino e, a metà parete, si compie una lunga traversata con alcuni saliscendi e dove c'è qualche staffa per appoggiare i piedi, infine siamo alla scala, lunga ma non verticale. All'uscita c'è un breve passaggio strapiombante dove il cavo non è sistemato in maniera ottimale e, praticamente tutti, gli allievi si incastrano e dobbiamo disincagliare i loro moschettoni. Dopo questa "difficoltà" ci sono delle facili roccette ed un sentierino che porta all'ultimo risalto, anche questo ha qualche tratto strapiombante ma ormai gli allievi hanno preso dimestichezza con la roccia e "sentono" la vicinanza della cima. In breve siamo sulla cresta dove cavi e catene finiscono e ci sono delle bellissime peonie selvatiche.
Eccoci in cima! Il tempo sta peggiorando e ci avviamo verso il sottostante rifugio Pianezzo, l'ultima "difficoltà" è un canalino che, bagnato, potrebbe essere alquanto scivoloso. Al rifugio...si festeggia, poi pranzo e via di corsa chè il cielo si è rabbuiato. Seguiamo la strada e poi il sentiero per la Colma di Pianezzo ma, molto prima di arrivare a Gajum, ci sorprende un nubifragio biblico. Vabbè la ferrata l'abbiamo fatta all'asciutto, alle auto ci cambieremo.
Con questo nuovo allestimento la ferrata è divenuta più difficile ma anche più sicura rispetto ad un tempo: evita alcuni canali soggetti a cadute di sassi e la scala , che prima era piuttosto verticale è divenuta meno ostica. Il dislivello della sola ferrata è comunque di soli 150 metri.
Certo non è l'ideale per dei principianti ma, come la nostra esperienza insegna, con un po' di assistenza anche dei neofiti possono tranquillamente farcela.
Del resto: "è qui vicino e l'abbiamo fatta tutti, così non c'è nemmeno bisogno di andare a provarla! L'unico punto un po' ostico è la placca iniziale...ma al limite mettiamo una corda per aiutare chi fosse in difficoltà".
Così ci si era detti quando abbiamo deciso le mete del corso! Peccato che nel 2008 il CAI di Canzo abbia riattrezzato interamente il percorso...ora è molto più difficile rispetto a prima! Certo non è una cosa tremenda però come prima esperienza per degli allievi forse è meglio scegliere qualcos'altro. Queste sono le premesse ed in effetti la ferrata è abbastanza "tosta" ma siamo riusciti a portare tutti in cima senza molti problemi.
Ma passiamo alla descrizione dell'escursione: partiamo dal parcheggio di Canzo perchè siamo in tanti ed il parcheggio a Gajum non è molto grande. Al bar a Gajum c'è la corsa al caffè. Finalmente prendiamo il Sentiero Geologico che fiancheggia il torrente Ravella e costituisce di per sè una piacevole ed istruttiva escursione fino al rifugio Terza Alpe. Quando arriviamo al rifugio...nuova corsa al bar! "Vabbè ma avete fatto colazione?" Ripartiamo per il ripido sentiero che porta alla Colma di Pianezzo ed alla ferrata. Un'oretta e siamo alla placca iniziale, ci si imbraga, si controllano i nodi agli allievi e, un accompagnatore ogni due allievi, si attacca la paretina iniziale. La corda calata dall'alto, come previsto, per qualcuno serve ma ce la fanno tutti, in effetti rispetto ad un tempo, sono stati scavati alcuni appoggi per i piedi. Poi c'è un canalino che porta sul versante sud, un tempo si andava a prendere un sentiero che passava sotto la parete ma ora ci si alza prima per un canale poi per un camino e, a metà parete, si compie una lunga traversata con alcuni saliscendi e dove c'è qualche staffa per appoggiare i piedi, infine siamo alla scala, lunga ma non verticale. All'uscita c'è un breve passaggio strapiombante dove il cavo non è sistemato in maniera ottimale e, praticamente tutti, gli allievi si incastrano e dobbiamo disincagliare i loro moschettoni. Dopo questa "difficoltà" ci sono delle facili roccette ed un sentierino che porta all'ultimo risalto, anche questo ha qualche tratto strapiombante ma ormai gli allievi hanno preso dimestichezza con la roccia e "sentono" la vicinanza della cima. In breve siamo sulla cresta dove cavi e catene finiscono e ci sono delle bellissime peonie selvatiche.
Eccoci in cima! Il tempo sta peggiorando e ci avviamo verso il sottostante rifugio Pianezzo, l'ultima "difficoltà" è un canalino che, bagnato, potrebbe essere alquanto scivoloso. Al rifugio...si festeggia, poi pranzo e via di corsa chè il cielo si è rabbuiato. Seguiamo la strada e poi il sentiero per la Colma di Pianezzo ma, molto prima di arrivare a Gajum, ci sorprende un nubifragio biblico. Vabbè la ferrata l'abbiamo fatta all'asciutto, alle auto ci cambieremo.
Con questo nuovo allestimento la ferrata è divenuta più difficile ma anche più sicura rispetto ad un tempo: evita alcuni canali soggetti a cadute di sassi e la scala , che prima era piuttosto verticale è divenuta meno ostica. Il dislivello della sola ferrata è comunque di soli 150 metri.
Certo non è l'ideale per dei principianti ma, come la nostra esperienza insegna, con un po' di assistenza anche dei neofiti possono tranquillamente farcela.
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