Via ferrata del Venticinquennale al Corno Occidentale di Canzo
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Quest'anno torniamo con il Corso Introduzione a fare la Ferrata del Venticinquennale al Corno Occidentale di Canzo. Dopo averla rimandata domenica scorsa per la pessima meteo ci riproviamo oggi, siamo in 25: gli allievi sono solo 16 per un paio di assenze.
Il tempo sembra buono, parcheggiamo alle Fonti Gajum e seguiamo il sentiero geologico fino alla Terza Alpe, ricompattato il gruppo partiamo per risalire il ripido tratto che porta all'attacco della ferrata.
Ci imbraghiamo con calma visto che sul primo tratto c'è un gruppo numeroso di altri escursionisti. Il primo a salire di noi è Fabiano che con una corda calata dall'alto della prima, ostica, placca (ra)assicurerà gli allievi che dovessero avere qualche problema. Lentamente ci sgraniamo lungo il percorso, il primo tratto è decisamente impegnativo ma nessuno ha bisogno della corda di Fabiano. Superata la placca iniziale la pendenza si addolcisce, dopo qualche camino raggiungiamo il traverso: molto esposto ma non difficile, al termine di questo ecco la lunga scala che porta verso la parte finale della ferrata. Percorriamo il sentierino che in leggera salita ci porta all'ultimo risalto. Qui si trova qualche tratto leggermente strapiombante, con le braccia ormai decisamente "acciaiate" qualche allieva ha il suo bel d'affare ma con calma ne veniamo fuori. Il sentierino finale che conduce alla croce di vetta ci regala il consueto spettacolo delle Paeonia officinalis fiorite.
In vetta finalmente possiamo rilassarci, facciamo foto (non io visto che ho dimenticato la mia Canon a casa), mangiamo e, finalmente, scendiamo il canalino quasi verticale che ci porta al sentiero che conduce al rifugio SEV.
Dal rifugio seguiamo per un breve tratto la sterrata che scende per lasciarla al primo bivio e seguire il sentiero che scende in Val Pianezzo e poi contorna da Nord i Corni di Canzo. Arriviamo così alla Prima Alpe e da qui seguendo la strada acciotolata arriviamo alle Fonti Gajum ed alle nostre auto.
Il tempo sembra buono, parcheggiamo alle Fonti Gajum e seguiamo il sentiero geologico fino alla Terza Alpe, ricompattato il gruppo partiamo per risalire il ripido tratto che porta all'attacco della ferrata.
Ci imbraghiamo con calma visto che sul primo tratto c'è un gruppo numeroso di altri escursionisti. Il primo a salire di noi è Fabiano che con una corda calata dall'alto della prima, ostica, placca (ra)assicurerà gli allievi che dovessero avere qualche problema. Lentamente ci sgraniamo lungo il percorso, il primo tratto è decisamente impegnativo ma nessuno ha bisogno della corda di Fabiano. Superata la placca iniziale la pendenza si addolcisce, dopo qualche camino raggiungiamo il traverso: molto esposto ma non difficile, al termine di questo ecco la lunga scala che porta verso la parte finale della ferrata. Percorriamo il sentierino che in leggera salita ci porta all'ultimo risalto. Qui si trova qualche tratto leggermente strapiombante, con le braccia ormai decisamente "acciaiate" qualche allieva ha il suo bel d'affare ma con calma ne veniamo fuori. Il sentierino finale che conduce alla croce di vetta ci regala il consueto spettacolo delle Paeonia officinalis fiorite.
In vetta finalmente possiamo rilassarci, facciamo foto (non io visto che ho dimenticato la mia Canon a casa), mangiamo e, finalmente, scendiamo il canalino quasi verticale che ci porta al sentiero che conduce al rifugio SEV.
Dal rifugio seguiamo per un breve tratto la sterrata che scende per lasciarla al primo bivio e seguire il sentiero che scende in Val Pianezzo e poi contorna da Nord i Corni di Canzo. Arriviamo così alla Prima Alpe e da qui seguendo la strada acciotolata arriviamo alle Fonti Gajum ed alle nostre auto.
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