Corno di Canzo Occidentale e... un'occasione mancata.
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Ci troviamo dunque a Varese di prima mattina, e alle 8:15 - affrontato il traffico della periferia comasca - siamo a Gajum, ove iniziamo a salire tranquilli e rilassati verso Terz'Alpe. Pur essendo giornata lavorativa facciamo qualche incontro lungo il sentiero, con gente che sta già scendendo (!). Giunti a Terz'Alpe proseguiamo senza neanche una sosta, puntando decisi alla ferrata del Corno Occidentale, cui siamo presto ai piedi.
Iniziano le operazioni d'imbrago, con materiale gentilmente concesso da Giulio, poichè il sottoscritto non "pratica" questa disciplina, della quale peraltro sento il fascino. Fascino maligno, ahimè... Giulio mi dà utili suggerimenti e consigli, ammettendo anche che questa ferrata non è propriamente una "passeggiata" per neofiti, ma non ho la minima esitazione. Si inizia a salire con un traverso diagonale a sinistra, ma presto mi rendo conto di non essere del tutto a mio agio e che le mie operazioni di auto-assicurazione non sono propriamente rapide e scaltre. Se ne avvede anche Giulio, il quale teme si vada un po' per le lunghe e che più oltre - ove la ferrata si fa ben più impegnativa - io possa trovarmi in qualche difficoltà, magari incapace a proseguire sia in salita che in calata. All'inizio mi sembra una follia desistere, poi però mi rendo conto che può avere ragione, inchinandomi alla sua giusta saggezza: capisco di essere troppo teso, e cedo all'evidenza soprattutto che fisicamente non sono affatto in grado di affrontare una ferrata, con mani e braccia assai meno allenati alla fatica rispetto alle gambe. Ahimè, mi arrendo, scusandomi e riscusandomi della defaillance con Giulio, il quale signorilmente chiude ambedue gli occhi, avendo già affrontato questa ferrata in passato: il peggio è che nella calata, anzichè rilassarmi, mi innervosisco ulteriormente complicandomi(ci) la vita... segno che Giulio aveva sicuramente ragione nel consigliarmi a desistere.
Una sconfitta inaspettata e che brucia, più rabbia che delusione.
Dunque, meglio dimenticare subito. Il Corno è sempre lì che ci aspetta.
Giulio, anzichè scendere a recuperare il sentiero della via normale, decide di risalire la pietraia che dovrebbe condurre in qualche modo in cresta, e lo seguo più che volentieri. Dobbiamo affrontare per diversi metri un ripido canale, con passaggini di I-II° da non sottovalutare e che ci porta proprio all'arrivo della ferrata e poco lontani dalla vetta, separata da una crestina e dal cosiddetto Passo della Vacca, una breve cengietta esposta preceduta e seguita da brevi passaggi rocciosi su cui è meglio non distrarsi. Un ultimo passo di II° e ci siamo.
Sostiamo e pranziamo presso la croce di vetta, con panorama davvero splendido sul bacino lecchese del Lario, mentre le nubi grigie ricoprenti la sommità delle Grigne ci dicono che comunque abbiamo scelto bene, anche se la "sconfitta" della ferrata continua a bruciarmi. Arriva l'ora di scendere dalla tutt'altro che banale via normale, su cui peno un po' ma comunque affronto sotto l'occhio vigile di Giulio. Man mano le complicazioni si mitigano e giungiamo in fondo al canale, dopodichè siamo alla Forcella, scendendo poi al Rifugio SEV (in fase di ristrutturazione) e, utilizzando un sentiero diverso rispetto al mattino, la Seconda e Prima Alpe. Infine siamo a Gajum.
Un enorme GRAZIE a Giulio per la pazienza ed appoggio dimostrati, oltrechè nell'aver saputo valutare meglio di me stesso le mie oggettive difficoltà alla prima esperienza in ferrata e - soprattutto - per avermi fatto conoscere una bellissima montagna che da tempo avevo in agenda, ma mai sinora avevo avuto alcun modo di visitare.
Nonostante la "sconfitta" bruci ancora (e ci vorrà un po' per buttarsela alle spalle), il tutto viene comunque mitigato dalla gioia di una nuova vetta - tutt'altro che banale - e da quel senso di "divertimento" che comunque un'esperienza (in parte negativa) come questa sa dare. Vedere il positivo anche dopo una sconfitta come questa è l'unica cosa che mi rassicura.
gbal dice:
Come ho già detto in forma privata a Emiliano, di cenere sul capo se n’è già sparsa molta, troppa. Avrebbe potuto tacere la parentesi della ferrata e nessuno l’avrebbe saputo; invece con grande onestà e modestia ha raccontato tutto ciò che è successo. In fondo ha vissuto nè più né meno ciò che ognuno di noi, se è schietto, ammette: la sconfitta. E c’è gente, come me ad esempio, che conta forse più sconfitte che vittorie e che dalle prime ha tratto tanti insegnamenti: uno è quello che dalle sconfitte nasce la rabbia che ha una valenza positiva in quanto ci carica di voglia di rivalsa e quasi sempre questo si estrinseca nella futura vittoria. Un altro insegnamento è di fare tesoro delle emozioni provate, delle sensazioni di paura o di incertezza o di non essere fisicamente preparati; questo insegna a conoscere e valutare la difficoltà e se stessi e regolarsi in futuro.
C’è da dire che il mio entusiasmo di fare assieme questa ferrata mi ha fatto sottovalutare che la parete era spesso viscida se non ancora bagnata dalle continue pioggie dei giorni precedenti; che il tratto iniziale è equipaggiato di sola catena a maglie enormi che rendono difficoltoso il lavoro di assicurazione e di scorrimento dei moschettoni. Le difficoltà per Emiliano, neofita, si sono così moltiplicate aggiungendo anche che il rallentamento delle operazioni aumentava ancor più la fatica e la tensione nervosa.
Detto tutto questo e sicuro che il prossimo tentativo di Emiliano con una ferrata più adeguata al principiante avrà un esito positivo, diciamo anche che, rimessi a posto i “ferri” del mestiere, ci siamo divertiti a salire il Corno occidentale cimentandoci per una vietta non banale che ci ha dato comunque la soddisfazione di aver fatto….la nostra parte e di esserci guadagnati la Croce di vetta.
Concludo ringraziando io Emiliano per essersi affidato a me senza timore e per la piacevole compagnia.
Alla prossima; sarà quella giusta!
Nota: La valutazione di T4 data al percorso è specifica per i tratti nel canale di salita, in quello di discesa e i passi in cresta; al resto dell’itinerario si può applicare T3.
Quanto alla ferrata che è AD abbiamo ritenuto di omettere la valutazione (per questa volta!)
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