Poncione di Piotta (2439 m)


Publiziert von tapio , 27. Oktober 2010 um 21:08.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Locarnese
Tour Datum:22 Oktober 2010
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Poncione Rosso   Gruppo Cima dell'Uomo 
Zeitbedarf: 5:00
Aufstieg: 1588 m
Abstieg: 1588 m
Strecke:Cartello di divieto di transito a 1101 m sulla strada che porta ai Monti della Gana - M.della Gana - A.Sassello - Forcola - C.Borgna - B.di Cazzane - B.di Leis - Poncione di Piotta - ritorno per la stessa via
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Cugnasco si sale verso Medoscio/Agarone e si continua sulla strada che porta ai Monti Motti. Dopo Ditto si prosegue fino alla deviazione per i Monti della Gana. Qui si sale a destra e, 800 metri dopo, si lascia l'auto nell'ampio parcheggio nei pressi del cartello di divieto di transito.

Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza” (IF XXVI 118-120) Che cosa spinge ad oltrepassare le colonne d’Ercole ed esplorare quello che c’è oltre? Non sono sufficienti tre cattedrali della natura a calamitare l’attenzione del viandante? Questi pensieri rimbalzavano nella mia testa nel tratto che dalla C.Borgna porta alla Bocchetta di Cazzane. Poi arrivato in bocchetta, davanti alla suprema visione del Poncione di Piotta, tutte le domande, mentre per terra faceva la sua prima apparizione la neve, si sono dissolte, appunto, come neve al sole. La Piramide era là, ancora lontana, ma da essa promanava un fascino irresistibile. Era là la mia meta. Anche per un’escursione di un giorno solo ne valeva la pena.

Torniamo ora all’inizio, due parole vanno spese anche per la fase iniziale di questa escursione. Dunque, lascio l’auto alla curva presso la quale è posizionato il cartello di divieto di transito (eccezioni con permesso scritto dell’Ufficio Forestale), nei pressi del curvone quotato 1101 sulla CNS 1:50000 e posizionato 800 metri dopo il bivio Monti Motti/Monti della Gana. Dispiace un po’ dover sacrificare mezz’ora di marcia nonché 185 metri di dislivello, ma tant’è. I Monti della Gana sono panoramicamente stupendi, con vista amplissima sul Lago Maggiore e sul Piano e sorvegliati a breve distanza da un sergente speciale, il Sassariente. Il sentiero presenta qui una forte pendenza, poi si inoltra nel bosco, ed in breve si è all’Alpe Sassello, altro bel balcone sul Piano di Magadino. Continuo di buon passo e arrivo alla bocchetta sulla Valle della Porta, dove le prime due “cattedrali” (come le ho chiamate prima), il Pizzo di Vogorno ed il Madone, mi appaiono in tutta la loro imponenza. Proseguo poi in direzione della Capanna Borgna e il sentiero, per evitare delle rocce, perde considerevolmente quota; nel punto più basso, spaventato dal mio incedere, un gallo cedrone si alza in volo. Il sentiero riprende poi quota ed in breve arrivo alla C.Borgna. Una sorsata d’acqua del ruscello e via verso la B. di Cazzane, il punto nel quale avevo precedentemente interrotto la narrazione. Appare qui anche la terza cattedrale, la Cima dell’Uomo. Ma si palesa altresì, sfolgorante di bellezza selvaggia, la Piramide. Ecco, da qui la testata del vallone di Moleno appare completamente innevata, anche se si tratta solo di pochi cm. Mi addentro seguendo il segnavia bianco-blu-bianco della VAV, sempre restando in prossimità del fianco digradante del Madone, dal cui versante nord est si materializzano innumerevoli ghiaccioli, piccole cascatelle di ghiaccio che danno al paesaggio un tocco fiabesco. Il sentiero va a cercare il contatto con le rocce, poi perde improvvisamente quota per evitare una paretina verticale, e poi riprende quota. Prima di riprendere quota, perdo momentaneamente il sentiero, continuando a procedere sul fianco in orizzonzale, ma non vedendo più i segnali della VAV, torno sui miei passi e ritrovo il sentiero. Bilancio di questa “pascolatina”: almeno 20 minuti persi. Il sentiero perviene poi alla Bocchetta di Leis, balcone sospeso tra la Val Carecchio e il Vallone di Moleno. Pizzo  d’Eus, Föpia e P.d’Alnasca si presentano alla vista, mostrando qui l’altra faccia, quella più misteriosa, anche se meno magnetica. La cresta da percorrere è un vero piacere: neve non ce n’è più, ghiaccio nemmeno, solo solida roccia e pietroni. Da qui alla vetta va segnalato che rimangono ancora due passaggi chiave, due piccoli corridoi. Il primo è più che altro un canalino del tutto accessibile, solo un po’ verticale; il secondo è invece un camino; direi quasi, se non fosse un termine ridicolo, “un caminetto”, in cui bisogna fare forza con le braccia e salire, con pietroni e zolle che quasi arrivano in bocca. Ma niente di difficile, comunque. Questo corridoio separa la vetta dal torrione che ne impreziosisce il lato est, e che da lontano (per esempio, dalla Bocchetta di Cazzane) sembra rendere impossibile l’ascensione al Poncione stesso. Fortunatamente non è così. Superato questo passaggio obbligato, si sbuca sui facili pratoni del lato est, che però purtroppo, in questa occasione, presentavano già (o, ancora, vista la fase precedente) una spolverata di neve. Bene, un po' di prudenza ed attenzione, l’omone di vetta è ormai vicino. Un vero omone con uno sci a fare da parafulmine! Eccomi in cima! Nonostante un pallido sole, fa davvero freddo: il piccolo asciugamano “da salita”, che uso per detergere il sudore, è rigido come un baccalà, segno che durante l’ascesa, il termometro è andato sotto zero. Ma da quassù è tutto dimenticato, mi sento come un Faraone sulla Piramide (non nella piramide, almeno per ora…). Tutto il crestone che porta fino al Poncione Rosso è lì, vicino a me. Ed io sono in contemplazione. Sulla cima faccio fatica a trovare un angolino sgombro dalla neve per poter accomodare lo zaino e rifocillarmi brevemente, ma poi anche questa operazione è portata a termine. L’andata ha richiesto 5 ore (senza neve e senza “pascolamenti”, quattro ore e un quarto penso che sarebbero state sufficienti), per cui, data la stagione, dopo mezz’ora di permanenza in vetta, mi riavvio sulla via del ritorno. Stesso sentiero dell’andata, breve fermata alla C. Borgna e all’Alpe Sassello per riprendere le forze, e nei pressi dell’A.Starlarescio (V. della Porta) per fotografare un camoscio, e in quattro ore sono di nuovo alla macchina. Commento finale: il Poncione di Piotta richiede fatica e impegno, ma restituisce emozioni indescrivibili. Un’ultima nota sul dislivello effettivo e sulla difficoltà: i 1588 indicati tengono conto delle quattro volte in cui si è perso quota (ma non ci sono alternative!), unitamente al fatto di non essere saliti in auto fino ai monti della Gana. Relativamente alla difficoltà, in condizioni estive l’escursione presenterebbe un bel T4: con le condizioni attuali (un po’ di neve e un po’ di ghiaccio) preferisco optare per un T5. Ma di rischi non ne ho comunque corsi. Gita memorabile!


Tourengänger: tapio


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Kommentare (4)


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Jules hat gesagt:
Gesendet am 28. Oktober 2010 um 16:33
Standing ovation, come sempre... :)

tapio hat gesagt: RE:
Gesendet am 28. Oktober 2010 um 19:19
Grazie grazie grazie,
ma sono queste montagne ad essere da applauso...

micaela hat gesagt:
Gesendet am 26. Mai 2015 um 10:20
Da batticuore di gioia, il tuo racconto...
Bello, Fabio!
Stupefatta e muta davanti alla bellezza della Piramide, vista dal Madone, l' altro giorno rimasi.
Chissà, magari aspetta anche me...
Ciao, Micaela

tapio hat gesagt: RE:
Gesendet am 26. Mai 2015 um 11:33
Grazie mille, Micaela! Mi fa piacere che dopo cinque anni il mio racconto riesca ancora a suscitare emozioni...
La Piramide è davvero una grande montagna, bella da tutte le angolazioni (dai un'occhiata a questa, per esempio...): vale senz'altro qualche sacrificio. E sicuramente aspetterà con gioia il tuo arrivo!
Ciao, Fabio


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