Via Alta della Verzasca - prima tappa - toccando il Precastello
Della Via Alta della Verzasca ho visto soltanto la prima e la terza tappa. Ma mi sono bastate per capire che é un itinerario di rara bellezza. Quella che vado a descrivere pare essere anche la più difficile. In effetti è stata molto impegnativa, soprattutto avendo con me mio figlio di 12 anni, per il quale abbiamo deciso di assicurarci nella maggior parte dei tratti esposti, che sono frequenti dopo il Poncione di Piotta.
Link del video della gita: https://drive.google.com/file/ d/1KMnqC5_Qk9B9QTcFrv_ 9WkzFY7Fklrly/view?usp= drivesdk
Alle 06 del mattino il Vogorno e il Madone davanti a noi. Dietro di loro la Via Alta per me è ancora pura immaginazione

Descrizione:
Partenza dai Monti della Gana il 26 giugno dopo le 21.00 a causa di un temporale che ci ritarda. La Borgna è off-limits. L'idea è di raggiungerla e mettersi con i sacchi a pelo nella sala. Ma nei pressi delll'Alpe di Sassello, è ormai notte, ci fermiamo per dormire sotto una tettoia.
Sveglia alle 04.30. Raggiungiamo la Borgna, breve pausa, il tempo è incerto, controlliamo più volte meteoswiss e notiamo che in giornata si dovrebbero sviluppare temporali a macchia di leopardo oltre alla linea di Sonogno lasciando fuori la nostra zona. Proseguiamo titubanti, perché sappiamo bene che un temporale sulla cresta sarebbe pericoloso, rendendo le rocce scivolose e attirando i fulmini
Oltrepassiamo la Bocchetta di Cazzane, e affrontiamo il lungo traverso che ci conduce alla Bocchetta di Leis. Qui
eidangram inizia a rallentare l'andatura, avendo un corpo improvvisamente grande ma i muscoli non ancora sviluppati fa fatica. D'altronde a 12 anni non è per nulla evidente affrontare una gita di questo tipo.
In poco tempo e senza difficoltà raggiungiamo la cima. Che sarà anche l'unica. Sono le 11.20. Mi sembra di avere tutto il tempo del mondo, ma
igor é irrequieto. Sa che usando il materiale e con Eidan che progredisce lentamente la tappa si sarebbe fatta molto lunga e il rischio di prendere il temporale maggiore.
Dopo le 17 raggiungiamo il Poncione dei Laghetti e il Venn. Ma visto l'orario e la stanchezza di Eidan evitiamo di toccare le cime. In ogni caso la nebbia ci avrebbe ostacolato la vista.
Subito dopo la cima del Poncione di Piotta: ci troviamo una lunga cresta aerea da percorrere con molta prudenza. Nella foto un passaggio sotto-cresta attrezzato con catena.

I passaggi non sono mai superiori al grado 2, tranne in alcuni casi dove però sono attrezzati con catene o scalini. Lungo la cresta dobbiamo aggirare da destra la Cima della Cengia delle Pecore. Il percorso è segnato bene in bianco blu. Ma con la nebbia che spesso ci avvolge (presente una cumulogenesi importante ) una guida alpina davanti a noi si è persa ed è tornata per consultarsi su come proseguire (si é confuso nei pressi della Cengia delle Pecore perché la traccia si staccava troppo dalla cresta e aveva l'impressione di scendere troppo a valle).
Alle 17.30 ci troviamo davanti al Poncione dei Laghetti. Nell'ultimo tratto di cresta in discesa verso la Sella (2367m) ci caliamo, ma ho dovuto recuperare la corda tornando presso il punto di ancoraggio perché bloccata. Così io sono ridisceso senza sicurezze. Il passaggio in realtà è semplice, soltanto esposto sui 2 lati.
Da qui risaliamo per sbaglio il Poncione dei Laghetti, ma ce ne accorgiamo quasi subito e ritorniamo per prendere il sentiero, un lungo e insidioso traverso per la Bocchetta del Venn. Siamo stanchi perché sono passate ormai più di 12 ore.
La discesa verso la Capanna Cornavosa è semplice, ma dopo una giornata di grande concentrazione ci appare interminabile.
Abbiamo riservato in Fumegna, ma alle 20.45 imboccare un ulteriore sentiero bianco blu con guadagni e perdite di quota è troppo per Eidan. Chiediamo ospitalità e ci prepariamo un pasto.
Uno dei punti più belli della tappa: siamo di fronte alla Cima della Cengia delle Pecore

L'idea originale era di proseguire dalla Fumegna fino alla Efra. Ma decidiamo di lasciare la Via Alta altrimenti Eidan non sarebbe più venuto in montagna. Lo lasciamo dormire e riposare al mattino, mentre io e Igor ci avventuriamo sulla Cima di Precastello.
Risaliamo di buon mattino la grande placconata S-SW. Qui ci assicuriamo, mentre, lungo il traverso che ci porta sul fianco W, ci attacchiamo ai cavi di metallo con le fettucce. Risaliamo il ripido fianco erboso con facilità ma sempre con prudenza. Siamo sulla cresta principale. Vari passaggi esposti non difficili ci rallentano. Vedendo la cima ancora lontana, sebbene pochi metri più in alto, decido di tornare in capanna. Eidan è da solo e la discesa fino a Lavertezzo so che è lunga.
Mangiamo in capanna, non c'è nessuno nel primo pomeriggio.
Quindi con calma scendiamo a Lavertezzo su facile sentiero T3. Lavertezzo è molto lontano dal crinale spartiacque da cui giungiamo. Pertanto arriviamo solo in serata.
La grande placconata della Cima di Precastello vista da sotto

Non sono riuscito a tracciare con il gps, si é scaricato, e non ho una stima attendibile del dislivello e dello sviluppo. Direi che questa prima tratta, percorsa da noi tornando a Lavertezzo, sia di circa 30 km e con un dislivello maggiore ai 2000m soprattutto in discesa. I saliscendi sono molto diffusi.
L'app swissmap nella funzione "mostrare sentieri escursionistici" rileva la traccia della prima tappa in blu. Con essa ci si può facilmente orientare senza scaricare tracce gps.
Questa tappa viene svolta in 8 ore circa. Ma noi siamo andati molto cauti e lenti. Pertanto i nostri tempi non sono da considerare.
Gita di grande soddisfazione.
Link del video della gita: https://drive.google.com/file/

Descrizione:
Partenza dai Monti della Gana il 26 giugno dopo le 21.00 a causa di un temporale che ci ritarda. La Borgna è off-limits. L'idea è di raggiungerla e mettersi con i sacchi a pelo nella sala. Ma nei pressi delll'Alpe di Sassello, è ormai notte, ci fermiamo per dormire sotto una tettoia.
Sveglia alle 04.30. Raggiungiamo la Borgna, breve pausa, il tempo è incerto, controlliamo più volte meteoswiss e notiamo che in giornata si dovrebbero sviluppare temporali a macchia di leopardo oltre alla linea di Sonogno lasciando fuori la nostra zona. Proseguiamo titubanti, perché sappiamo bene che un temporale sulla cresta sarebbe pericoloso, rendendo le rocce scivolose e attirando i fulmini
Oltrepassiamo la Bocchetta di Cazzane, e affrontiamo il lungo traverso che ci conduce alla Bocchetta di Leis. Qui

In poco tempo e senza difficoltà raggiungiamo la cima. Che sarà anche l'unica. Sono le 11.20. Mi sembra di avere tutto il tempo del mondo, ma

Dopo le 17 raggiungiamo il Poncione dei Laghetti e il Venn. Ma visto l'orario e la stanchezza di Eidan evitiamo di toccare le cime. In ogni caso la nebbia ci avrebbe ostacolato la vista.
Subito dopo la cima del Poncione di Piotta: ci troviamo una lunga cresta aerea da percorrere con molta prudenza. Nella foto un passaggio sotto-cresta attrezzato con catena.

I passaggi non sono mai superiori al grado 2, tranne in alcuni casi dove però sono attrezzati con catene o scalini. Lungo la cresta dobbiamo aggirare da destra la Cima della Cengia delle Pecore. Il percorso è segnato bene in bianco blu. Ma con la nebbia che spesso ci avvolge (presente una cumulogenesi importante ) una guida alpina davanti a noi si è persa ed è tornata per consultarsi su come proseguire (si é confuso nei pressi della Cengia delle Pecore perché la traccia si staccava troppo dalla cresta e aveva l'impressione di scendere troppo a valle).
Alle 17.30 ci troviamo davanti al Poncione dei Laghetti. Nell'ultimo tratto di cresta in discesa verso la Sella (2367m) ci caliamo, ma ho dovuto recuperare la corda tornando presso il punto di ancoraggio perché bloccata. Così io sono ridisceso senza sicurezze. Il passaggio in realtà è semplice, soltanto esposto sui 2 lati.
Da qui risaliamo per sbaglio il Poncione dei Laghetti, ma ce ne accorgiamo quasi subito e ritorniamo per prendere il sentiero, un lungo e insidioso traverso per la Bocchetta del Venn. Siamo stanchi perché sono passate ormai più di 12 ore.
La discesa verso la Capanna Cornavosa è semplice, ma dopo una giornata di grande concentrazione ci appare interminabile.
Abbiamo riservato in Fumegna, ma alle 20.45 imboccare un ulteriore sentiero bianco blu con guadagni e perdite di quota è troppo per Eidan. Chiediamo ospitalità e ci prepariamo un pasto.
Uno dei punti più belli della tappa: siamo di fronte alla Cima della Cengia delle Pecore

L'idea originale era di proseguire dalla Fumegna fino alla Efra. Ma decidiamo di lasciare la Via Alta altrimenti Eidan non sarebbe più venuto in montagna. Lo lasciamo dormire e riposare al mattino, mentre io e Igor ci avventuriamo sulla Cima di Precastello.
Risaliamo di buon mattino la grande placconata S-SW. Qui ci assicuriamo, mentre, lungo il traverso che ci porta sul fianco W, ci attacchiamo ai cavi di metallo con le fettucce. Risaliamo il ripido fianco erboso con facilità ma sempre con prudenza. Siamo sulla cresta principale. Vari passaggi esposti non difficili ci rallentano. Vedendo la cima ancora lontana, sebbene pochi metri più in alto, decido di tornare in capanna. Eidan è da solo e la discesa fino a Lavertezzo so che è lunga.
Mangiamo in capanna, non c'è nessuno nel primo pomeriggio.
Quindi con calma scendiamo a Lavertezzo su facile sentiero T3. Lavertezzo è molto lontano dal crinale spartiacque da cui giungiamo. Pertanto arriviamo solo in serata.
La grande placconata della Cima di Precastello vista da sotto

Non sono riuscito a tracciare con il gps, si é scaricato, e non ho una stima attendibile del dislivello e dello sviluppo. Direi che questa prima tratta, percorsa da noi tornando a Lavertezzo, sia di circa 30 km e con un dislivello maggiore ai 2000m soprattutto in discesa. I saliscendi sono molto diffusi.
L'app swissmap nella funzione "mostrare sentieri escursionistici" rileva la traccia della prima tappa in blu. Con essa ci si può facilmente orientare senza scaricare tracce gps.
Questa tappa viene svolta in 8 ore circa. Ma noi siamo andati molto cauti e lenti. Pertanto i nostri tempi non sono da considerare.
Gita di grande soddisfazione.
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