Via Alta, Via Bassa e Senza Via di Val Maggia - I giorno
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Questa settimana ho a disposizione ben due giorni del weekend. E' ovvio, si dorme in capanna! Torno col pensiero a tutti i miei progetti realizzati a metà e spostati al tempo indeterminato prima di essere portati al compimento. Mi torna in mente l'escursione dell'anno scorso alla Capanna Nimi, ed il panorama non goduto causa nebbia. Ho avuto un'anteprima grazie a
Francesco che ha fatto una dedica sulla foto da lui scattata , ma questo mi ha fatto venire solo l'appetito!
Preparo lo zaino per due giorni: viveri, pranzo del 1° giorno compreso e tutto il resto necessario...pesa!!!
Premetto, che la gita si svolge in solitaria, senza GPS e con tante distrazioni paesaggistiche...
Il punto di partenza è medesimo dell'anno scorso, la comoda discarica di Gordevio. Sicura di ricordarmi il percorso vado decisa, senza consultare la cartina. Non ho fretta, sono uscita da casa alle 11:30 , abbastanza presto per fare tutto con calma. Dopo un ora circa di cammino, arrivata ad un'alpe, scelgo la baita un po spostata rispetto al sentiero ma con un bel albero-produci-ombra di fianco, e mi fermo a mangiare. Mezz'ora dopo, quando la maggior quantità del sangue è impegnata nel processo digestivo quindi abbandona mio cervello, mi alzo per proseguire l'escursione. Vedo una traccia e la seguo convinta che, tutte le strade portano alla Capanna Nimi...Inizialmente il sentiero è ben marcato, non vi sono i bollini bianco-rossi ma sembra una strada abbastanza frequentata. Trovo anche la fune d'acciaio per assicurare un tratto esposto. Poi, come l'unica conferma del sentiero, ogni tanto appare un ometto di pietre. Nel bosco passo di fianco ad una baita, recentemente ristrutturata, probabilmente trattasi di Alpe Chiegg distrutta nell'incendio nel 2002. Proseguo, ma i segni sono sempre più rari per perdersi completamente nel bosco. Non ho intenzione di tornare, ho percorso troppa strada, continuo a salire. Sulla sinistra, che dovrebbe essere la mia direzione, trovo un canalone quindi mi sposto verso la parte destra. Vedo un corso d'acqua, l' unico riferimento nel folto bosco! Lo seguo a circa 3 metri di distanza sulla sua sinistra, per non perderlo d'occhio. La pendenza sempre aumenta, il zig-zag si fa più fitto. Inizio ad intravedere la luce in mezzo agli alberi, la vegetazione cambia, adesso mi aggrappo agli arbusti e ai ciuffi d'erba. All'improvviso sulla mia sinistra la visuale si apre e compare una lunga cresta, un sentiero e una capanna. Un momento d'illusione, la salita è ancora lunga e ripida, e non sono sicura di trovare il collegamento tra le due cime. L'unica cosa di cui sono certa, di non appartenere ai discendenti del Homo erectus! L'ultimo sforzo e finalmente la cima...ma quale??? Il percorso fatto da me non lo consiglio a nessuno...forse solo
seeger l'avrebbe apprezzato ;). Intanto ammiro il panorama, poi scorgo un segnavia situato sotto sulla mia destra. Lo fotografo con lo zoom al max ma non vedo nulla, per sapere dove mi trovo devo proprio scendere:(
Allora ho sbagliato tutto, mi trovo sotto la Cima della Trosa! Ma almeno sono confortata d'aver rintracciato il sentiero. Sono le 18:00, adesso vado di corsa, direzione Alpe Nimi, ma quando arrivo a pochi metri dalla cima del Madone non resisto. Sfinita arrivo in vetta, una foto di rito, una firma sulla copertina finale del'libro di vetta (il prossimo è pregato di portare uno nuovo), e riprendo la mia strada. Peccato di non avere il tempo abbastanza, dal Madone (2039m), procede la via alta della Vallemaggia, avrei potuto proseguire in cresta attraversando Pizzo di Corbella(2066m),Btta di Orgnana (1950m), Pizzo d'Orgnana (2218m), Mott di Pègor (2169), Passo Nimi (2048m), per poi scendere alla Capanna Nimi (1718m).Il sole tramonta e inizia fare il buio, scelgo la via "bassa", quella più veloce segnata in bianco-rosso e parallela alla Via alta bianco-blu. La meta è ben visibile ma ancora lontana. Per strada vedo una tenda con vista sul' Lago Maggiore, potrebbe essere un'alternativa:). Il peso dello zaino all'improvviso diventa inversamente proporzionale alla distanza da percorrere, la stanchezza si fa sentire. Ormai con il buio arrivo alla Capanna, gremita di turisti. Fortunatamente il simpatico capannaro, nonchè l'impresario dell' azienda, trova l'ultimo letto libero. Mi propone la cena ma il cibo esula dalle mie possibilità di assimilazione. Tanti liquidi, mi libero dal peso di una bottiglia di vino offrendola ai commensali, preparo il letto e crollo.
Continua...

Preparo lo zaino per due giorni: viveri, pranzo del 1° giorno compreso e tutto il resto necessario...pesa!!!
Premetto, che la gita si svolge in solitaria, senza GPS e con tante distrazioni paesaggistiche...
Il punto di partenza è medesimo dell'anno scorso, la comoda discarica di Gordevio. Sicura di ricordarmi il percorso vado decisa, senza consultare la cartina. Non ho fretta, sono uscita da casa alle 11:30 , abbastanza presto per fare tutto con calma. Dopo un ora circa di cammino, arrivata ad un'alpe, scelgo la baita un po spostata rispetto al sentiero ma con un bel albero-produci-ombra di fianco, e mi fermo a mangiare. Mezz'ora dopo, quando la maggior quantità del sangue è impegnata nel processo digestivo quindi abbandona mio cervello, mi alzo per proseguire l'escursione. Vedo una traccia e la seguo convinta che, tutte le strade portano alla Capanna Nimi...Inizialmente il sentiero è ben marcato, non vi sono i bollini bianco-rossi ma sembra una strada abbastanza frequentata. Trovo anche la fune d'acciaio per assicurare un tratto esposto. Poi, come l'unica conferma del sentiero, ogni tanto appare un ometto di pietre. Nel bosco passo di fianco ad una baita, recentemente ristrutturata, probabilmente trattasi di Alpe Chiegg distrutta nell'incendio nel 2002. Proseguo, ma i segni sono sempre più rari per perdersi completamente nel bosco. Non ho intenzione di tornare, ho percorso troppa strada, continuo a salire. Sulla sinistra, che dovrebbe essere la mia direzione, trovo un canalone quindi mi sposto verso la parte destra. Vedo un corso d'acqua, l' unico riferimento nel folto bosco! Lo seguo a circa 3 metri di distanza sulla sua sinistra, per non perderlo d'occhio. La pendenza sempre aumenta, il zig-zag si fa più fitto. Inizio ad intravedere la luce in mezzo agli alberi, la vegetazione cambia, adesso mi aggrappo agli arbusti e ai ciuffi d'erba. All'improvviso sulla mia sinistra la visuale si apre e compare una lunga cresta, un sentiero e una capanna. Un momento d'illusione, la salita è ancora lunga e ripida, e non sono sicura di trovare il collegamento tra le due cime. L'unica cosa di cui sono certa, di non appartenere ai discendenti del Homo erectus! L'ultimo sforzo e finalmente la cima...ma quale??? Il percorso fatto da me non lo consiglio a nessuno...forse solo

Allora ho sbagliato tutto, mi trovo sotto la Cima della Trosa! Ma almeno sono confortata d'aver rintracciato il sentiero. Sono le 18:00, adesso vado di corsa, direzione Alpe Nimi, ma quando arrivo a pochi metri dalla cima del Madone non resisto. Sfinita arrivo in vetta, una foto di rito, una firma sulla copertina finale del'libro di vetta (il prossimo è pregato di portare uno nuovo), e riprendo la mia strada. Peccato di non avere il tempo abbastanza, dal Madone (2039m), procede la via alta della Vallemaggia, avrei potuto proseguire in cresta attraversando Pizzo di Corbella(2066m),Btta di Orgnana (1950m), Pizzo d'Orgnana (2218m), Mott di Pègor (2169), Passo Nimi (2048m), per poi scendere alla Capanna Nimi (1718m).Il sole tramonta e inizia fare il buio, scelgo la via "bassa", quella più veloce segnata in bianco-rosso e parallela alla Via alta bianco-blu. La meta è ben visibile ma ancora lontana. Per strada vedo una tenda con vista sul' Lago Maggiore, potrebbe essere un'alternativa:). Il peso dello zaino all'improvviso diventa inversamente proporzionale alla distanza da percorrere, la stanchezza si fa sentire. Ormai con il buio arrivo alla Capanna, gremita di turisti. Fortunatamente il simpatico capannaro, nonchè l'impresario dell' azienda, trova l'ultimo letto libero. Mi propone la cena ma il cibo esula dalle mie possibilità di assimilazione. Tanti liquidi, mi libero dal peso di una bottiglia di vino offrendola ai commensali, preparo il letto e crollo.
Continua...
Tourengänger:
Ewuska

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