Punta Maror (2323m) Alpe Veglia
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Visto che il piano A del weekend che prevedeva un escursione di due giorni in Valle Anzasca con un amico è andata in fumo causa maltempo, decido di approfittare di una tregua del meteo la domenica per portarmi in un'area che ho girato poco: l'Alpe Veglia.
Oggi si tenta la salita alla Punta Maror a 2323m, prima cima a destra all'interno dell'enorme conca del Veglia. Sul web ho trovato solo la relazione del mitico Ciolly a riguardo e niente altro quindi non ho idea di come sia ma tentar non nuoce.
Parto presto da Ponte Campo (ore 7.15) e salgo lungo la gippabile che sale all'Alpe Veglia; l'innevamento eccezionale di questa primavera ha reso indispensabile tagliare due valanghe lungo la sterrata per permettere il passaggio di mezzi e persone. Dopo poco meno di un oretta sono all'imbocco del Veglia, al primo bivio scendo a destra attraversando il torrente Cairasca attraverso un bel ponticello e seguo le indicazioni per La Balma che raggiungo in breve. Ora seguo il sentiero F50 che porta a Ciamporino; nonostante ormai siamo a giugno inoltrato la neve inizia a fare capolino intorno ai 1750/1800m a chiazze quindi metto le ghette per un breve tratto fino ad arrivare nel versante esposto a sud dove la neve per fortuna è assente. Seguo il sentiero per Ciamporino (che taglia tutto il versante della Punta Maror e le Torri di Veglia) fino a portarmi proprio sotto la mia meta; da qui abbandono il sentiero salendo dritto per dritto attraverso prati ripidi e pietraie miste a sabbietta detritica molto instabili. Una volta giunto sotto la bastionata rocciosa della Punta Maror non so se aggirarla a destra o a sinistra, lasciandomi attirare (aihmè) da un cartello affisso ad una roccia e da un legno posto come segnale sulla cresta, l'aggiro a destra attraverso un ripido canalino erboso che mi permette di arrivare in cresta. Scopro purtroppo che salire in cima da qui non è fattibile quindi mi tocca scendere dalla parte del Veglia per trovare un passaggio. Perdo un 200m circa su pietraia e nevai con neve piuttosto marcia fino a trovare finalmente un passaggio per portarmi al centro del versante da risalire (N); mi rifaccio i 200m persi precedentemente lungo un versante bello ripido, senza sentiero nè tracce ma privo di difficoltà, e dopo aver superato un paio di placche rocciose finali superabili facilmente sono in vetta alla Punta Maror dopo 3h 15min. La cima è contrassegnata da un ometto e una bacchetta di ferro, sulla vetta è tutto molto vertiginoso...panorama super!!!
Dopo un oretta in super relax scendo ripercorrendo i miei passi, poi vedo una traccia che piega a sinistra che sarebbe quella che avrei dovuto prendere io per facilitarmi le cose in salita; mi riporto sul sentiero per Ciamporino, torno indietro qualche centinaio di metri fino al bivio per San Domenico che seguo (sentiero F18) e dopo aver attraversato una valanga veramente infida a causa del torrente che scorreva al di sotto, sono all'Alpe Gilardino 1601m; scendo ancora seguendo le indicazioni per Ponte Campo e dopo l'ultimo tratto con erba altissima e sentiero visibile per miracolo sono alla macchina. Bellissimo giro in ambiente super, cima poco se non pochissimo frequentata ma che merita una visita; più diretto è sicuramente partire da San Domenico dal sentiero F18, una volta sotto la bastionata rocciosa salire a Sinistra per trovare la via giusta di accesso alla vetta.
Tempo totale in movimento: 4h 40min
Sviluppo: 13.9 Km
Dislivello totale positivo: 1356m
Oggi si tenta la salita alla Punta Maror a 2323m, prima cima a destra all'interno dell'enorme conca del Veglia. Sul web ho trovato solo la relazione del mitico Ciolly a riguardo e niente altro quindi non ho idea di come sia ma tentar non nuoce.
Parto presto da Ponte Campo (ore 7.15) e salgo lungo la gippabile che sale all'Alpe Veglia; l'innevamento eccezionale di questa primavera ha reso indispensabile tagliare due valanghe lungo la sterrata per permettere il passaggio di mezzi e persone. Dopo poco meno di un oretta sono all'imbocco del Veglia, al primo bivio scendo a destra attraversando il torrente Cairasca attraverso un bel ponticello e seguo le indicazioni per La Balma che raggiungo in breve. Ora seguo il sentiero F50 che porta a Ciamporino; nonostante ormai siamo a giugno inoltrato la neve inizia a fare capolino intorno ai 1750/1800m a chiazze quindi metto le ghette per un breve tratto fino ad arrivare nel versante esposto a sud dove la neve per fortuna è assente. Seguo il sentiero per Ciamporino (che taglia tutto il versante della Punta Maror e le Torri di Veglia) fino a portarmi proprio sotto la mia meta; da qui abbandono il sentiero salendo dritto per dritto attraverso prati ripidi e pietraie miste a sabbietta detritica molto instabili. Una volta giunto sotto la bastionata rocciosa della Punta Maror non so se aggirarla a destra o a sinistra, lasciandomi attirare (aihmè) da un cartello affisso ad una roccia e da un legno posto come segnale sulla cresta, l'aggiro a destra attraverso un ripido canalino erboso che mi permette di arrivare in cresta. Scopro purtroppo che salire in cima da qui non è fattibile quindi mi tocca scendere dalla parte del Veglia per trovare un passaggio. Perdo un 200m circa su pietraia e nevai con neve piuttosto marcia fino a trovare finalmente un passaggio per portarmi al centro del versante da risalire (N); mi rifaccio i 200m persi precedentemente lungo un versante bello ripido, senza sentiero nè tracce ma privo di difficoltà, e dopo aver superato un paio di placche rocciose finali superabili facilmente sono in vetta alla Punta Maror dopo 3h 15min. La cima è contrassegnata da un ometto e una bacchetta di ferro, sulla vetta è tutto molto vertiginoso...panorama super!!!
Dopo un oretta in super relax scendo ripercorrendo i miei passi, poi vedo una traccia che piega a sinistra che sarebbe quella che avrei dovuto prendere io per facilitarmi le cose in salita; mi riporto sul sentiero per Ciamporino, torno indietro qualche centinaio di metri fino al bivio per San Domenico che seguo (sentiero F18) e dopo aver attraversato una valanga veramente infida a causa del torrente che scorreva al di sotto, sono all'Alpe Gilardino 1601m; scendo ancora seguendo le indicazioni per Ponte Campo e dopo l'ultimo tratto con erba altissima e sentiero visibile per miracolo sono alla macchina. Bellissimo giro in ambiente super, cima poco se non pochissimo frequentata ma che merita una visita; più diretto è sicuramente partire da San Domenico dal sentiero F18, una volta sotto la bastionata rocciosa salire a Sinistra per trovare la via giusta di accesso alla vetta.
Tempo totale in movimento: 4h 40min
Sviluppo: 13.9 Km
Dislivello totale positivo: 1356m
Tourengänger:
fabioadx

Communities: Hikr in italiano, Montagne di Casa
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Kommentare (2)