Poncione di Braga (2864 m) – Bike & Hike

Escursione in una delle zone più discoste del Canton Ticino sul crinale che divide la Valle di Peccia dalla Val Bavona.

Il toponimo Braga, che a prima vista sembrerebbe di origine portoghese, significa “pantalone”, “braca”, “pezza di tela che fasciava i neonati tra le gambe”. Ovviamente è difficile trovare un nesso logico fra questo nome, probabilmente di un alpeggio sottostante, e il pantalone. In ogni caso, anche in Val Poschiavo esiste questo toponimo.

Inizio dell’escursione: ore 7.20

Fine dell’escursione: ore 14.50

Pressione atmosferica, ore 9.00: 1019 hPa

Isoterma di 0°C, ore 9.00: 4700 m

Temperatura alla partenza: 17°C

Temperatura all’ingresso della galleria, ore 14.30: 25°C

Temperatura al rientro: 31°C

Velocità media del vento: 5 km/h

Sorgere del sole: 6.33

Tramonto del sole: 20.21

Sveglia alle 4:00, partenza da casa alle 5:00, arrivo a Ghéiba alle 7:00, dopo 106,6 km d’auto, compresa una sosta caffè di 10 minuti.

Il lungo viaggio in auto, in buona parte ancora al buio, dura quasi due ore, ma con traffico assai limitato, così che la trasferta non mi ha pesato per niente.

È una bella giornata canicolare che invita tutti a salire ai monti o a rinfrescarsi nei corsi d’acqua.

Lasciata l’auto al parcheggio della cava di marmo, a circa 1160 m di quota, inforco la bici e alle 7:20 inizio la salita sulla pista degli alpeggi. Aggirata la barriera affronto i tornanti che si sviluppano di fianco alla cava, in un bosco misto di latifoglie. In 20 min arrivo all’imbocco della Galleria Piode del Masnee (1452 m) o Frodalta.

La Cascata del Ri della Crosa, di 129 m, è ancora silente: la fotograferò al rientro. Vicino all’interruttore dell’illuminazione leggo che le lampade rimarranno accese per 15 minuti: frottole, dopo 1 min e 23 secondi si spengono. È buio pesto. Bene ho fatto a portare la lampada frontale.

Uscito dalla fresca galleria la pista mi porta ad incontrare diversi alpeggi che visitai già tre anni fa: Casgioléir (1560 m), Sassello (1583 m), Corte della Froda (1751 m). Qui Brunella e Manuel producono un ottimo formaggio, il Vallemaggia DOP dell’Alpe Bolla-Froda (75% latte di mucca e 25% latte di capra).

Rispetto alla mia prima visita, noto che sul tetto dell’edificio ora sono presenti diciotto pannelli solari.

La carrareccia, che ha subito importanti miglioramenti, si sviluppa dapprima in un fantastico lariceto e più in alto su pascoli ricchi di rivoli, laghetti e bolle. Già si sentono i campanacci delle bovine che pascolano nei pressi del corte Piatto della Froda (2159 m).

Non lo raggiungo, decido di fermarmi 500 m prima e di parcheggiare la bici. Scoprirò che la pista prosegue oltre gli edifici del corte e raggiunge i 2300 m.

Continuo a piedi, tagliando dritto in direzione ovest, verso un lago, e da lì punto al segnavia del Filo della Tanèda (2260 m).

Nel tratto successivo il sentiero, demarcato con bolli bianco-rossi e numerosi ometti, sale in direzione del Lago della Froda (2363 m) aggirando rocce montonate e pozze d’acqua.

Laddove lo gneiss presenta delle vene di quarzo, vedo dei vecchi forni creati dai cristallieri. Le pietraie, le “ganne” e le placconate di roccia si intensificano, comunque posso proseguire senza problemi in direzione ovest, fino alla cresta, che raggiungo qualche decina di metri a sud della Bocchetta della Froda (2692 m).

Il seducente Poncione di Braga (2863 m) dista meno di quattrocenti metri. Il suo versante nord mi incute un po’ di scetticismo. Di fatto, sarà meno impegnativo di quanto non appaia da lontano. Mi raggiunge Fabiano, un atleta super allenato, con il quale ho scambiato qualche impressione alla partenza da Ghéiba. Lui è salito a piedi, passando dal Rifugio Poncione di Braga. Abbiamo la graditissima sorpresa di incontrare un gruppo di cinque stambecchi maschi, che possiamo fotografare da pochi metri di distanza. Che spettacolo!

           
                                   Stambecco al Poncione di Braga

Questa visione basterebbe già per gratificarci dello sforzo fisico che abbiamo dovuto sfoderare. Ma la soddisfazione maggiore è raggiunta ovviamente con l’arrivo all’omino di pietre della vetta, 3 h e 50 min dopo la partenza.

Il Poncione di Braga (2863 m) si affaccia sulla Val Bavona, in particolare sul Ghiacciaio del Basòdino e sulla regione di Robièi, ricca di laghi. L’immancabile carrellata di foto ci trattiene in vetta per mezz’ora.

Mentre Fabiano torna a valle passando dal Lago Nero e da Robièi, io scendo lungo lo stesso itinerario di salita.

Bellissima gita nell’Alta Valle di Peccia, con condizioni meteo ideali, fino ad una vetta che avevo in mira da parecchi anni.

Tempo totale: 7 h 30 min

Tempo di salita: 3 h 50 min

Tempi parziali

Posteggio Ghéiba (1160 m) – Imbocco Galleria Frodalta (1452 m): 20 min

Imbocco Galleria Frodalta (1452 m) – Sassello (1583 m): 15 min

Sassello (1583 m) – Corte della Froda (1751 m): 17 min

Corte della Froda (1751 m) – Parcheggio bici (2140 m): 32 min

Parcheggio bici (2140 m) – Filo della Tanèda (2260 m): 17 min

Filo della Tanèda (2260 m) – Bocchetta della Froda (2692 m): 1 h 25 min

Bocchetta della Froda (2692 m) – Poncione di Braga (2864 m): 30 min

Dislivello in salita: 1700 m

Quota massima: 2864 m

Quota minima: 1160 m

Sviluppo complessivo: 27,1 km

Difficoltà mtb: F

Difficoltà escursionismo: T3+

Consumo della batteria da 500Wh: 80%

Coordinate Poncione di Braga: 648'877 / 143'157

Libro di vetta: no

Copertura della rete cellulare: Swisscom, assenza di segnale fino alla Bocchetta della Froda.