Poncione della Marcia... o quasi!
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Il Poncione della Marcia appare colossale e austero, e la sua posizione è privilegiata, trovandosi proprio al bivio tra la Val Verzasca e una sua laterale, la Val d'Osura. Sovrastando quindi Brione, la via normale per salirvi parte però da Gerra (Verzasca), e per la precisione nei pressi della bella chiesa, costeggiando il Riale di Conscina.
La giornata non è stata delle più notevoli in fatto di tempo, anche se gli amici di Locarno-Monti avevano visto nella loro palla di vetro schiarite nel pomeriggio. Ci siamo comunque goduti i colori splendidi di quest'autunno... e a partire da Q1700msm circa, ci è stato possibile osservare un mare di nebbia incredibilmente piatto e dritto!
Beh, che dire... la cartina non mente: si tratta di salire senza troppi ghirigori quasi in linea retta, in direzione O. Vèld è il primo monte che incontriamo, e siamo sorpresi nell'osservarne l'estensione, non comune nella Val Verzasca. Procediamo verso O, attraversiamo un bel boschetto di faggi e ci troviamo a Conscina, altro bel monte, curato come il primo. Puntiamo infine verso la Corte di Sopra (1731msm), che ci appare decisamente più trascurata. Qui troviamo senza difficoltà il bivio segnato sulla carta: da una parte Poncione della Marcia, dall'altra Cazzài e la conseguente discesa a Frasco. Dallo stato della scritta che c'interessa (una semplice "Marcia" sbidita, vecchia e consumata) prevediamo che il resto del nostro tragitto non sarà così agevole come finora... e così è. Da quel punto infatti la traccia si perde quasi completamente, e di segnali non se ne vedono praticamente. Notiamo però minuscoli omini lasciati prima di noi; li seguiamo e provvediamo a renderli più visibili. Procediamo quindi lentamente e faticosamente, poiché la salita è ripida e comincia a essere scivolosa per via della neve. Un canalone ci porta infine sotto una cresta (chiamata Ganne) tra la Cima di Cazzài e il Poncione della Marcia. Dovremmo infine seguire quella cresta, in direzione S, e giungere in vetta, ma poco dopo non ci sentiamo di proseguire: la via è persa nella neve, e i piedi sono instabili sulle pietre. Torniamo quindi indietro e cerchiamo un punto per mangiare; prima però ci affacciamo da un valico senza nome sulla CN a Q2284msm, e ci gustiamo uno scorcio di Val d'Osura.
Programmiamo di scendere a Q1850msm circa, dove abbiamo eretto un grosso omino su un masso. Da lì contiamo di abbandonare il sentiero e di puntare dritti dritti verso N, con l'idea di andare a ripescare il sentiero che dalla Corte di Sopra conduce a Cazzài. Senza difficoltà ci ricongiungiamo quindi con quel sentiero, e ci sembra di essere finiti su una comoda autostrada. Viaggiamo spediti e in un'oretta giungiamo a Cazzài, dove una gentile coppia ci offre caffè e grappa, a cui non diciamo di no. Da lì abbiamo un'ottima vista sul Poncione... vediamo binissimo l'omino di vetta e il punto dove ci siamo fermati: vicinissimi! Non abbiamo però rimpianti, avendo già deciso che l'anno prossimo risaliremo.
Scendiamo infine rapidi verso il Monte Valdo e in seguito verso la strada principale, che seguiamo per circa seicento metri in direzione di Gerra.
È stato un gran bel giro, panoramico e interessante. Dalla Corte di Sopra si consideri però che la salita si fa decisamente più impegnativa, tanto da non escludere l'ausilio delle mani.
La giornata non è stata delle più notevoli in fatto di tempo, anche se gli amici di Locarno-Monti avevano visto nella loro palla di vetro schiarite nel pomeriggio. Ci siamo comunque goduti i colori splendidi di quest'autunno... e a partire da Q1700msm circa, ci è stato possibile osservare un mare di nebbia incredibilmente piatto e dritto!
Beh, che dire... la cartina non mente: si tratta di salire senza troppi ghirigori quasi in linea retta, in direzione O. Vèld è il primo monte che incontriamo, e siamo sorpresi nell'osservarne l'estensione, non comune nella Val Verzasca. Procediamo verso O, attraversiamo un bel boschetto di faggi e ci troviamo a Conscina, altro bel monte, curato come il primo. Puntiamo infine verso la Corte di Sopra (1731msm), che ci appare decisamente più trascurata. Qui troviamo senza difficoltà il bivio segnato sulla carta: da una parte Poncione della Marcia, dall'altra Cazzài e la conseguente discesa a Frasco. Dallo stato della scritta che c'interessa (una semplice "Marcia" sbidita, vecchia e consumata) prevediamo che il resto del nostro tragitto non sarà così agevole come finora... e così è. Da quel punto infatti la traccia si perde quasi completamente, e di segnali non se ne vedono praticamente. Notiamo però minuscoli omini lasciati prima di noi; li seguiamo e provvediamo a renderli più visibili. Procediamo quindi lentamente e faticosamente, poiché la salita è ripida e comincia a essere scivolosa per via della neve. Un canalone ci porta infine sotto una cresta (chiamata Ganne) tra la Cima di Cazzài e il Poncione della Marcia. Dovremmo infine seguire quella cresta, in direzione S, e giungere in vetta, ma poco dopo non ci sentiamo di proseguire: la via è persa nella neve, e i piedi sono instabili sulle pietre. Torniamo quindi indietro e cerchiamo un punto per mangiare; prima però ci affacciamo da un valico senza nome sulla CN a Q2284msm, e ci gustiamo uno scorcio di Val d'Osura.
Programmiamo di scendere a Q1850msm circa, dove abbiamo eretto un grosso omino su un masso. Da lì contiamo di abbandonare il sentiero e di puntare dritti dritti verso N, con l'idea di andare a ripescare il sentiero che dalla Corte di Sopra conduce a Cazzài. Senza difficoltà ci ricongiungiamo quindi con quel sentiero, e ci sembra di essere finiti su una comoda autostrada. Viaggiamo spediti e in un'oretta giungiamo a Cazzài, dove una gentile coppia ci offre caffè e grappa, a cui non diciamo di no. Da lì abbiamo un'ottima vista sul Poncione... vediamo binissimo l'omino di vetta e il punto dove ci siamo fermati: vicinissimi! Non abbiamo però rimpianti, avendo già deciso che l'anno prossimo risaliremo.
Scendiamo infine rapidi verso il Monte Valdo e in seguito verso la strada principale, che seguiamo per circa seicento metri in direzione di Gerra.
È stato un gran bel giro, panoramico e interessante. Dalla Corte di Sopra si consideri però che la salita si fa decisamente più impegnativa, tanto da non escludere l'ausilio delle mani.
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