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Neve, ghiaccio, freddo ma tante calorie!
Vista da Giorgio - ( giorgio59m)
Eccoci di nuovo in Val di Nedro, per festeggiare "a modo nostro" il compleanno di Gimmy al rifugio Portri.
Bella e selvaggia la Val di Nedro: i fianchi ripidi, gli abeti arrampicati, le cenge, i canali franati, tutto il wild che a noi piace.
Il silenzio completo e l'assenza di escursionisti la rendono ancora più ombrosa.
In questo periodo e grazie alle recenti nevicate, c'e' ghiaccio ovunque, un pò di neve nei boschi, e la mancanza totale di sole in tutta la valle.
Non era il piano A, ma le nevicate abbondanti della settimana ci hanno costretti a rivedere i piani.
Siamo alla quarta visita al Portri, conosciamo bene il sentiero, il percorso, le vettovaglie disponibili in rifugio ed il suo totale isolamento che lo rendono sicuramente tutto nostro.
Parcheggiamo lungo la stradina che sale verso Faidal, il tornante della strada della Val d'Ambra era occupato, lasciamo un auto e saliamo con due.
Per la salita facciamo il sentiero "classico", il più lungo che passa da Faidal (1h), per poi svoltare verso sinistra ed andare ad infilarsi nella ombrosa valle di Nedro.
Passato il ponte in sasso sul Riale di Nedro si prende il sentiero a destra, attenzione è pochi metri oltre il ponte. Se si prosegue si raggiunge Sassan, ma anche da qui c'e' un bel sentiero che sale in valle di Nedro.
Salita ripida a tornati su neve ghiacciata, neanche quota mille, è chiaro che oggi sarà tutto così in percorso.
Arrivati ad un bivio (quello con il sentiero per Sassan) giriamo a destra, in breve siamo nella radura di Dragoi, dove ci accolgono i ruderi dell'alpeggio.
Proseguendo si passa a monte della grossa barriera valanghiva, ed inizia la salita sul fianco sinistro della valle (destro orografico), nel bosco il sentiero è abbastanza pulito ma nei tratti aperti bisogna fare attenzione al ghiaccio. Niente di difficoltoso, ma scivolare a valle sarebbe poco piacevole.
Ci sono tre tratti critici, in uno c'e' anche una catena che aiuta, negli altri sono su tratti franati con un ruscello completamente ghiacciato.
Abbiamo i ramponcini, proseguiamo tranquilli ma li metteremo al ritorno.
In 2:15 siamo al rifugio, fa un freddo cane, quindi accendiamo subito la stufa ed il camino (che all'inizio fuma un pò).

L'acqua è chiusa quindi partiamo con pentolame vario a fare il pieno di H2O in un ruscelletto (tornando verso il ponte), Paolo arrivato prima di noi ha incrociato qui un camoscio.
Partono i preparativi, il menù prevede:
- polenta con lonza e funghi porcini abbondanti
- polenza e zola
- tiramisù di Ida
- 2 Strudel (grazie Rosy che ha cucinato)
- 5 rossi, 1 bianco e 2 spumanti (1 spumante, 1 rosso e mezzo sono tornati indenni)
Pranziamo a mezzogiorno in punto, vicino al camino per scaldarci al meglio.
Tutto ottimo e abbondante, l'unica cosa che avanzerà sarà il vino portato in eccesso (bisgona ammetterlo, siamo invecchiati e beviamo molto meno).
Partenza prevista per le 14:00, dopo le pulizie, firma del libro, prendiamo il vaglia per pagare (c'e una minuscola cassa ma forse ci stanno 10 monete ...)
La discesa si presenta meno problematica del previsto, i ramponcini danno sicurezza, anche l'attenzione è sempre alta.
Dopo Dragoi non scendiamo per il sentiero dell' andata ma proseguiamo diritto, praticamente in piano fino a raggiungere Sassan.
Qui scendiamo fino al sentiero più in basso che ci porta alle baite basse di Sassan Q965, da qui un ripido sentiero ci porta alla strada.
Solo una nota, questo sentiero in questo periodo è invaso da una enorme quantità di foglie di castano e ci sono molte castagne.
E' facile scivolare quindi passo sicuro.
Sole ne abbiamo visto poco o niente, solo alla mattina a Faidal, poi tanta ombra, tanto gelo e ghiaccio, ma la giornata è stata calda di contenuti e di calorie.
In BRAVO a chi ha cucinato e preparato le deliziose cibarie!
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