Madom da Sgióf 2265 m


Publiziert von Michea82 , 13. Mai 2021 um 11:37.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Locarnese
Tour Datum:12 Mai 2021
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Hochtouren Schwierigkeit: WS
Klettern Schwierigkeit: II (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Poncione Piancascia 
Zeitbedarf: 9:30
Aufstieg: 1650 m
Abstieg: 1650 m
Strecke:12.45 km
Unterkunftmöglichkeiten: Rifugio Starlaresc da Sgiòf 1880 m

Perla selvaggia dello spartiacque Maggia-Verzasca.
Ho scelto Il Madom da Sgióf in parte per conoscere la Val Verzasca, in parte a causa della neve fresca alle quote superiori caduta il giorno prima con il conseguente rischio di valanghe. 
Sono partito dal fondovalle in condizioni primaverili e ho trovato condizioni invernali in alto, con neve in cattivo stato.
 

Tempi di percorrenza (tenuto conto delle pause e delle condizioni invernali)

Ponte di Ganne 660 m (Brione) - Motaruch  2011 m: 4h
Motaruch - Madom da Sgióf 2265 m: 1h 30 min
Madom da Sgiof - Ponte di Ganne: 3h 30


Difficoltà 

Tutto il sentiero è un T3, ci sono dei tratti attrezzati con funi o catene nei punti più esposti. A partire dal Motarüch ho trovato la neve. Ho evitato la prima parte di sentiero (che è un traverso nel ripido pendio a nord). Ma sul filo della cresta i passaggi di secondo diventano presto passaggi esposti di terzo. Per cui poco più avanti devo scendere sul pendio innevato (a sud è dirupato). Un delicato traverso è da eseguire anche a pochi metri dalla cima. Ho inserito per questi passaggi la difficoltà alpinistica PD (la neve era inoltre poco portante) e il grado 2 di arrampicata per i blocchi della cresta che ho inizialmente affrontato.

Avvicinamento

Quel mattino parto alle 05.30 per recarmi in Val Pontirone e provare a salire sul Biasagn. Ma giunto a Biasca noto che nella parte orientale del cantone la neve è caduta più in basso (nella fase finale delle precipitazioni è calato il limite delle nevicate e le stesse si sono spostate ad est). Le montagne del gruppo del Torent sono molto ripide e pericolose con la neve. Così cambio destinazione e mi sposto ad ovest scegliendo un itinerario con uno sviluppo contenuto. Mi reco in Verzasca e per la seconda volta improvviso.

Motaruch (prima cima)

Arrivo alle 07:00 presso il Ponte di Ganne e mi incammino. Il cartello segna 3h.55 min. Le tempistiche in Verzasca sono calcolate per gente che viaggia. So già che per me sono troppo brevi, ma almeno non si tratta di 6 ore.
Seguo la Verzasca lungo il sentiero giallo del fondovalle. Il paesaggio è favoloso. Quindi mi inerpico sulle montagne. 
Mi inoltro nei boschi, incontro alcuni torrenti in piena e in un'ora abbondante sono a Piano del Vald. Non indugio e proseguo. Il sentiero ora volge decisamente a S/ SE e risale gradualmente e agevolmente il versante NE del Madom da Sgiõf. Piano piano il bosco di latifoglie lascia il posto ai sempreverdi e il fragore della Verzasca si ode sempre meno. A quota 1750 circa il sentiero gira a NW e compare la mia cima. Sono nei pressi dell'Alpe di Sgióf. 
Se guardo a sud ho un bel primo piano sulla facciata settentrionale del Pizzo d'Orgnana.

Il Pizzo d'Orgnana visto dall'Alpe di Sgióf



Ho già fatto una pausa di 15 minuti nel bosco perchè avevo fame. Sono le 10.15, ho abbastanza tempo. Proseguo seguendo la dorsale S del Motaruch e costeggiando l'Alpe di Sgiof. Alla mia destra c'è la Val Verzasca. Il sentiero sulla destra è innevato. Raggiungo la prima cima il Motarüch alle 11.00.

Madom da Sgióf

Ora mi rimane la cresta est del Madom da Sgióf. Il sentiero è nascosto dalla neve pertanto non riesco ad individuarlo. Osservo la cresta: a sinistra è dirupata e non ci sono cenge, a destra il pendio scende ripido ed è innevato. In mezzo ci sono blocchi di roccia e piante. Lascio i bastoncini e arrampico una prima placconata di secondo grado usando appigli solidi. Procedo sopra i blocchi aggirando le piante. È piuttosto esposto, mi tengo ai rami. Tra i blocchi ci sono buchi profondi, con cautela avanzo. Ora mi ritrovo davanti una placconata di secondo o terzo grado, ma non ci sono appigli e appoggi sicuri per me e, soprattutto, mi sento esposto. Penso di lasciar perdere e tornare a casa, anche perché sto procedendo troppo lentamente.
Tuttavia controllo il GPS e noto che il sentiero rimane più a nord, sotto la cresta. Mi sposto alla base delle rocce sul pendio innevato e decido di tentare di aggirare la placconata. Indosso guanti, ramponi e estraggo la picozza. Prendo confidenza con la neve. Non è in buone condizioni: è bagnatissima, molle e sprofondo spesso. A tratti invece è portante. Con prudenza eseguo un traverso e individuo i segnavia del sentiero estivo. Lo seguo e questo mi riporta in cresta oltre la placconata, dopo un passaggio attrezzato con catena. 

Il sentiero estivo sotto-cresta: il segnavia lo vedo soltanto al ritorno dalla cresta



Ora è facile: seguo il filo della cresta, priva di blocchi e di esposizione. L'unico inconveniente è che non intendo togliere i ramponi per rimetterli ogni volta che incontro la neve. Cerco dunque appoggi morbidi (terra e erba) oppure cammino sulla spessa cornice. Supero una spalla del Madom e mi rimane soltanto la parte prominente: qui c'è un delicato traverso da eseguire sul pendio. Ho un po' di paura ma vado con calma. Se mi volto il panorama è stupendo. 

La mia traccia sul traverso della parte finale del Madom da Sgióf

 
Ora risalgo gli ultimi metri  mediante il sentiero e sono in vetta. Sono le 12.30. 
Non trovo un libro di vetta. Mi fermo per mangiare e contemplare il mondo da quassù. La visibilità è ottima. 
Immediatamente a sud c'è un uomo sulla cima P.2259 senza nome. Un altro fuori di testa come me. Non mi aspettavo di vedere persone. Siamo però troppo distanti per comunicare. 

La discesa dalla stessa via

Oggi non ho tempo di avventurarmi, mi aspettano i figli a cena. Inoltre con quel tipo di neve non me la sentirei di compiere un anello seguendo un tratto di Via Alta. Mi sarebbe piaciuto scendere al laghetto dello Starlaresc. 
Ritorno quindi dalla cresta est. Sul primo traverso distacco inevitabilmente piccole slavine. Ripercorro lo stesso percorso a ritroso senza problemi. In circa 3 ore e mezza complessive sono alla macchina. Il sentiero è tenuto bene e consente di scendere velocemente. 

Cresta est vista dal tratto successivo alla spalla del Madom da Sgióf (ultimo tratto)



Tourengänger: Michea82


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Kommentare (2)


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beppe hat gesagt: Bellissimo
Gesendet am 13. Mai 2021 um 13:26
I miei complimenti
Ciao
Beppe

Michea82 hat gesagt: RE:Bellissimo
Gesendet am 13. Mai 2021 um 19:29
Grazie Beppe..eh sì me la sono sudata sta montagna


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