Valmasino: sentieri sconosciuti - 2


Publiziert von cai56 , 29. April 2021 um 11:04. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:25 April 2021
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Zeitbedarf: 4:15
Aufstieg: 967 m
Abstieg: 865 m
Strecke:Parzialmente circolare 6,87 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano ad Ardenno lungo le statali 36 e 38; svoltando a sinistra si risale la Valmasino fino all'isola ecologica che precede Cataeggio. Vasto piazzale di parcheggio.

Seconda puntata, dopo quella dello scorso agosto (https://www.hikr.org/tour/post155765.html), della ricerca di vecchi sentieri dimenticati e riportati alla possibilità di frequentazione in questa valle dove le potenzialità  turistiche possono ambire a molto più di quello che la cronaca suggerisce (vedi attualità sulla Val di Mello). In questo caso i lavori di "rinnovamento", che si spera siano solo stati interrotti dall'inverno, si limitano ad una palina iniziale con le mete intermedie e finali e i tempi di percorrenza (questi ultimi di sfrenatamente ottimistica valutazione): lungo il percorso nulla, se non ometti di sassi e - come si vedrà più avanti - gravi assenze. Ci si trova a percorrere un versante fragile dal punto di vista litologico e le muraglie rocciose che sostengono i pulpiti che alloggiano gli alpeggi che andremo a visitare manifestano fessure infide e continui segni di piccoli cedimenti: non stupisce la cospicuità dei lavori in difesa di Cataeggio dalla frana dello Scajun, ma dal Ponte del Baffo verso nord tutta la parete ed i valloni che la solcano non sembrano in condizioni molto differenti (ante-frana, per intenderci). L'attuale punto di accesso, dove si trova l'unica palina (peraltro in nessun modo individuabile dal paese), è un ripiego lungo una labile traccia (ometti, appunto) per aggirare i lavori in difesa dallo Scajun: la traccia originale, ancora perfettamente percorribile in discesa per quasi tutta la sua estensione, finisce improvvisamente a picco nel cantiere. E' a questo che ci si riferiva dicendo poco sopra "assenze". Nella nostra escursione, per non effettuare un completo "andata e ritorno" sullo stesso percorso, decidiamo - dopo averlo incontrato inaspettato in salita - di percorrere in discesa il ramo che appare più diretto: non esiste alcun cartello di divieto o avvertimento e l'arrivo nel cantiere è realmente pericoloso. Ci si trova su di una ripida sponda di sabbia scoscesa fra sassi e blocchi di roccia instabili con anfratti di vuoto nel grossolano accumulo, sospesi su di un vuoto di 8-10 metri di un vallo paramassi: non dico che non si possa forzare il passaggio (70-80 metri di traverso), ma ci si trova all'interno di un'area di lavoro attiva e rischiosa senza alcun avvertimento. Qui noi abbiamo dovuto recuperare circa 200 metri di dislivello per riprendere la via di salita.
Detto questo, Pozzi ("Fienili Pozzi" su IGM) è, a mio giudizio, il più bell'alpeggio della Valmasino.
NOTA: la traccia GPS è da considerarsi quindi valida (con pure un paio di errori di percorso) solo dalla partenza a Pozzi. Al ritorno, da Senello siamo scesi sulla provinciale per tornare al parcheggio.


Dal piazzale dell'area ecologica si risale la provinciale per poco più di un centinaio di metri fino a trovare sulla sinistra il bivio per Còrnolo: è una ripidissima strada asfaltata che conduce fino alla piccola frazione del comune di Valmasino e ad un'adiacente cava di granito, ma, inspiegabilmente, è recentemente stata riclassificata come pista forestale e quindi soggetta ad un pedaggio. Si risale la carrozzabile finchè, dopo il secondo tornante, si trova una scaletta che permette di raggiungere il secondo tratto del sentiero Cevo - Cataeggio: si percorre quindi a saliscendi un tratto boscoso che porta i segni - muri a secco e ruderi - della divisione dei coltivi in antiche proprietà fino a raggiungere un primo settore della devastante area di cantiere per i lavori di protezione dell'abitato dalla frana dello Scajun. Da questa località (Senello), dove si trova l'unica indicazione di percorso, si volge nettamente a sinistra e si sale nel bosco di noccioli e carpini fino a congiungersi ad una vecchia strada di cava abbandonata: fino a qui si è notato qualche bollo rosso sui tronchi ed una finale freccia gialla indicante la sinistra, che ora devono essere ignorati. Dopo qualche tentativo infruttuoso all'interno della cava lungo numerose evidenti tracce di capre, per esclusione, ci limitiamo ad attraversare la pista erbosa e, dopo parecchi metri, quasi come un'apparizione, inizia la frequente sequenza di ometti di sassi. La traccia è antica, abbandonata, ma con segni di qualche recente passaggio: si traversa lungamente sempre in ripida salita verso nord (in direzione del visibile Scajun) alla base di una parete di rocce malferme muovendosi su di un terreno di antiche frane ormai recuperate dalla vegetazione. Un solo crollo appare molto meno antico e poco rassicurante nella sua situazione. Svoltato uno spigolo, sempre all'interno del bosco, si entra in un canale largo e poco accentuato: lo si risale con strettissime svolte, si lascia a destra la falsa via di discesa alternativa non lontana da un tabernacolo votivo, si sale una rampa gradinata sulla sinistra e si raggiunge un dosso panoramico occupato da un luminoso bosco di betulle. Si prosegue a larghe svolte fra gli alberi e in breve si sbuca sul ripiano di Carponega: tutte le numerose baite sono allo stato di rudere tranne una che risulta in stato di recupero. Bellissimo il panorama, specialmente sui Corni Bruciati. Sul lato destro della radura, presso il primo rudere, troviamo una freccia con l'indicazione Pozzi: risulta ambigua perchè sembra indicare una traccia (fra le molte presenti, umane ed animali) che prosegue oltre un appostamento di sparo verso un vallone (dove poi si perde); occorre invece salire dritto a margine della detta radura, dove un sentiero sale sempre evidente fra gli abeti fino ai piccoli terrazzi di Pozzi, che si alternano a vasti lastroni inclinati di granito. Le baite, risalenti secondo le scritte ai primi decenni dell' '800, sono tutte in ottime condizioni e solo una, sul più vasto terrazzo superiore, risulta recentemente rimaneggiata per il soggiorno dei cacciatori.
Ritorno per la via di andata.

Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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