Val d'Efra: mai abbastanza!
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(Ringrazio Seeger per i consigli!)
Partenza da Frasco alle 06.30: piacevoli 15° e aria frizzante!
Saliamo direttamente verso il Rifugio Costa, dopo aver letto, proprio all'imbocco del sentiero, che esso sarà chiuso fino a nuovo avviso per lavori di manutanzione. Il sentiero è subito relativamente ripido, ma non da tagliare le gambe. Esso si dipana principalmente in un sottobosco, ed è solo all'altezza di Aghieróm che ne usciamo: guardandoci in giro vediamo un monte assolutamente ben tenuto, e dal quale il panorama offerto è di quelli che lasciano sorpresi: Monte Zucchero e Triangolino, Poncione della Marcia, Poncione d'Alnasca, Madom da Sgiòf, ecc. Non male davvero! Si tratta di un monte anche molto esteso, tanto che praticamente saliamo fino a Q1561 a A coo der Preda, dove si trovano solo due o tre ruderi. Ci si rituffa nel bosco, da cui ogni tanto si scorge, fuori, la Val d'Efra. Riconosciamo lo Scaiee, nostra vecchia conoscenza, e ci diciamo che prima o poi andremo di nuovo a trovarlo...
Giunti a Q1941, capiamo tutto quell'andirivieni di elicottero sopra le nostre teste: i lavori fervono al Rifugio Costa! Quattro chiacchiere con gli operai, qualche foto, e di nuovo partenza. Secondo la cartina, dovremmo salire di una cinquantina di metri verso Laghetto, e solo a quel punto dovremo "tagliare in là", verso NE.
Qui cominciano i problemi. La traccia è praticamente inesistente, nascosta dall'erba altissima e pericolosamente bagnata, e di segnali (Bianco Blu Bianco) se ne trovano pochissimi... chissà che dal restauro completo del Rifugio Costa non rimettano in sesto pure quella via così spettacolare? Non ci scoraggiamo, comunque, e proseguiamo lentamente, soprattutto a causa dell'erba, che c'impedisce di vedere dove mettiamo i piedi, spesso intrappolati nelle buche del terreno. Giunti alla dorsale S del Pizzo Cramosino, che originariamente era la meta dell'odierna gita (viste le nuvole in quota, che poi ci hanno effettivamente accerchiato, abbiamo deciso di raggiungere la Capanna Efra, e di scendere poi dal Lago d'Efra fino a Frasco), ci vediamo costretti ad arrampicarci qua e là, sempre attenti a non farci scappare i segnali, per scavalcarla, e giungere nell'Alpe dell'Efra. Dopo una mezz'oretta circa, eccoci infine a Furnà (senza quota sulla CN). In quel punto vi è la deviazione (verso N) per il Pizzo Cramosino e le seccessive tappe della Via Alta della Verzasca... e da quel punto: magia! Sembra di trovarci su un'autostrada tutta per noi. Sentiero bello pulito, marcato in ogni angolo e su ogni sasso. Abbiamo infatti imboccato il tratto che dalla Capanna Efra riporta in quota verso la VAV, e rimaniamo colpiti dalla cura di quella via, ormai leggendaria. (Un po' ci dispiace di vedere con quale premura ci si occupa di alcuni sentieri, mentre che altri, di tutto rispetto, sono lasciati andare... bisogna però dire che è sempre comunque apprezzabile dedicarsi a vie un po' selvagge!).
Raggiungiamo infine la Capanna Efra. Pranzo, foto, discesa... dal lago a giù è un percorso che conosciamo quasi a memoria, ma che non manca mai di piacerci.
L'escursione descritta è assolutamente spettacolare, ma anche tecnicamente, a tratti, difficile. Dal Rifugio Costa a Furnà bisogna prestare particolare attenzione. Acqua ce n'è un po' ovunque.
Partenza da Frasco alle 06.30: piacevoli 15° e aria frizzante!
Saliamo direttamente verso il Rifugio Costa, dopo aver letto, proprio all'imbocco del sentiero, che esso sarà chiuso fino a nuovo avviso per lavori di manutanzione. Il sentiero è subito relativamente ripido, ma non da tagliare le gambe. Esso si dipana principalmente in un sottobosco, ed è solo all'altezza di Aghieróm che ne usciamo: guardandoci in giro vediamo un monte assolutamente ben tenuto, e dal quale il panorama offerto è di quelli che lasciano sorpresi: Monte Zucchero e Triangolino, Poncione della Marcia, Poncione d'Alnasca, Madom da Sgiòf, ecc. Non male davvero! Si tratta di un monte anche molto esteso, tanto che praticamente saliamo fino a Q1561 a A coo der Preda, dove si trovano solo due o tre ruderi. Ci si rituffa nel bosco, da cui ogni tanto si scorge, fuori, la Val d'Efra. Riconosciamo lo Scaiee, nostra vecchia conoscenza, e ci diciamo che prima o poi andremo di nuovo a trovarlo...
Giunti a Q1941, capiamo tutto quell'andirivieni di elicottero sopra le nostre teste: i lavori fervono al Rifugio Costa! Quattro chiacchiere con gli operai, qualche foto, e di nuovo partenza. Secondo la cartina, dovremmo salire di una cinquantina di metri verso Laghetto, e solo a quel punto dovremo "tagliare in là", verso NE.
Qui cominciano i problemi. La traccia è praticamente inesistente, nascosta dall'erba altissima e pericolosamente bagnata, e di segnali (Bianco Blu Bianco) se ne trovano pochissimi... chissà che dal restauro completo del Rifugio Costa non rimettano in sesto pure quella via così spettacolare? Non ci scoraggiamo, comunque, e proseguiamo lentamente, soprattutto a causa dell'erba, che c'impedisce di vedere dove mettiamo i piedi, spesso intrappolati nelle buche del terreno. Giunti alla dorsale S del Pizzo Cramosino, che originariamente era la meta dell'odierna gita (viste le nuvole in quota, che poi ci hanno effettivamente accerchiato, abbiamo deciso di raggiungere la Capanna Efra, e di scendere poi dal Lago d'Efra fino a Frasco), ci vediamo costretti ad arrampicarci qua e là, sempre attenti a non farci scappare i segnali, per scavalcarla, e giungere nell'Alpe dell'Efra. Dopo una mezz'oretta circa, eccoci infine a Furnà (senza quota sulla CN). In quel punto vi è la deviazione (verso N) per il Pizzo Cramosino e le seccessive tappe della Via Alta della Verzasca... e da quel punto: magia! Sembra di trovarci su un'autostrada tutta per noi. Sentiero bello pulito, marcato in ogni angolo e su ogni sasso. Abbiamo infatti imboccato il tratto che dalla Capanna Efra riporta in quota verso la VAV, e rimaniamo colpiti dalla cura di quella via, ormai leggendaria. (Un po' ci dispiace di vedere con quale premura ci si occupa di alcuni sentieri, mentre che altri, di tutto rispetto, sono lasciati andare... bisogna però dire che è sempre comunque apprezzabile dedicarsi a vie un po' selvagge!).
Raggiungiamo infine la Capanna Efra. Pranzo, foto, discesa... dal lago a giù è un percorso che conosciamo quasi a memoria, ma che non manca mai di piacerci.
L'escursione descritta è assolutamente spettacolare, ma anche tecnicamente, a tratti, difficile. Dal Rifugio Costa a Furnà bisogna prestare particolare attenzione. Acqua ce n'è un po' ovunque.
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