Cima Calescio (m.2035)
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Partenza dal parcheggio prima della sbarra dei Monti del Tiglio (m.1052), da cui dapprima su asfalto e poi su sterrato si perviene a un ampio spiazzo nel bosco, ove il percorso segnalato diventa finalmente sentiero. In una bella faggeta, poi pineta, si attraversa in falsopiano alcune vallette intervallate dalle Corti inferiore (m.1421) e di Mezzo (m.1471) dell'Alpe Caneggio, che rappresenta la via normale di salita per il Pizzo di Corgella e il Camoghè su questo lato.
Poco prima di Corte di Mezzo si traversa un ponticello in legno sul torrente trovando un evidente sentierino con marcature fucsia rivolto alla non lontana Alpe di Devrè, ma quasi subito lo si abbandona salendo liberamente il ripido ma nel complesso agevole pendio nel lariceto (molti sentierini di capre) restando grossomodo al centro, finchè la dorsale si delinea ben bene portando sulla cresta N della Cima Calescio, non senza un discreto ravano negli ontani poco prima di uscire allo scoperto alla quota m.1929. Da qui alla cima non manca molto, ma la cresta comincia a farsi a tratti rocciosa, accidentata e stretta, con una certa esposizione sul lato orientale: in un paio di casi occorrono le mani (I-II grado) e una buona concentrazione ma è fattibile, mentre il ripido pendio finale per la vetta offre ancora un pò di ontani ad ostacolare il passaggio. Dalla vetta (m.2035) splendida vista specie sul vicino Camoghè e una bella lista di cime ticinesi e mesolcinesi come sfondo, oltrechè in lontananza il Verbano e il Ceresio.
La discesa si svolge dalla "via normale" (in realtà anche qui manca sia il sentiero che la marcatura) della ripida cresta W, perlopiù erbosa con qualche breve aggiramento roccioso sino a circa m.1500, dove si svolta a destra nel bosco trovando un evidente sentiero di capre che in breve scende all'Alpe di Devrè (m.1401), sita in una piccola e deliziosa radura panoramica. Si scende dai prati sotto le due costruzioni trovando un altro sentiero che costeggia il torrente ed incontrando una non banale corda fissa su placca bagnata al suo attraversamento. Dopo esso il percorso si congiunge con alcuni saliscendi al ponticello presso Corte di Mezzo incontrato all'andata, tornando per identico itinerario all'Alpe del Tiglio.
Pur rimanendo un pò all'ombra del vicino e ben più frequentato Camoghè, la Cima Calescio ha molti motivi d'interesse, primo fra tutti quello di non avere accessi del tutto banali e scontati a causa del fatto che parte di essi si trovano all'interno di una vasta zona militare cui per ovvi motivi è consigliabile non avvicinarsi troppo. I panorami, specie sul bellinzonese e locarnese meritano, ma la cosa che colpisce è il fantastico colpo d'occhio sull'oscuro e seducente lato nord dello stesso Camoghè.
NB. Monti del Tiglio-Corte di Mezzo T1/T2 - Corte di Mezzo-Cima di Calescio T4+ - Cima di Calescio-Corte di Mezzo T3+
PS. Dopo il passaggio attrezzato si stacca un sentiero secondario (scorciatoia) che scende al torrente, traversandolo e risalendo in breve a Corte Inferiore.
Poco prima di Corte di Mezzo si traversa un ponticello in legno sul torrente trovando un evidente sentierino con marcature fucsia rivolto alla non lontana Alpe di Devrè, ma quasi subito lo si abbandona salendo liberamente il ripido ma nel complesso agevole pendio nel lariceto (molti sentierini di capre) restando grossomodo al centro, finchè la dorsale si delinea ben bene portando sulla cresta N della Cima Calescio, non senza un discreto ravano negli ontani poco prima di uscire allo scoperto alla quota m.1929. Da qui alla cima non manca molto, ma la cresta comincia a farsi a tratti rocciosa, accidentata e stretta, con una certa esposizione sul lato orientale: in un paio di casi occorrono le mani (I-II grado) e una buona concentrazione ma è fattibile, mentre il ripido pendio finale per la vetta offre ancora un pò di ontani ad ostacolare il passaggio. Dalla vetta (m.2035) splendida vista specie sul vicino Camoghè e una bella lista di cime ticinesi e mesolcinesi come sfondo, oltrechè in lontananza il Verbano e il Ceresio.
La discesa si svolge dalla "via normale" (in realtà anche qui manca sia il sentiero che la marcatura) della ripida cresta W, perlopiù erbosa con qualche breve aggiramento roccioso sino a circa m.1500, dove si svolta a destra nel bosco trovando un evidente sentiero di capre che in breve scende all'Alpe di Devrè (m.1401), sita in una piccola e deliziosa radura panoramica. Si scende dai prati sotto le due costruzioni trovando un altro sentiero che costeggia il torrente ed incontrando una non banale corda fissa su placca bagnata al suo attraversamento. Dopo esso il percorso si congiunge con alcuni saliscendi al ponticello presso Corte di Mezzo incontrato all'andata, tornando per identico itinerario all'Alpe del Tiglio.
Pur rimanendo un pò all'ombra del vicino e ben più frequentato Camoghè, la Cima Calescio ha molti motivi d'interesse, primo fra tutti quello di non avere accessi del tutto banali e scontati a causa del fatto che parte di essi si trovano all'interno di una vasta zona militare cui per ovvi motivi è consigliabile non avvicinarsi troppo. I panorami, specie sul bellinzonese e locarnese meritano, ma la cosa che colpisce è il fantastico colpo d'occhio sull'oscuro e seducente lato nord dello stesso Camoghè.
NB. Monti del Tiglio-Corte di Mezzo T1/T2 - Corte di Mezzo-Cima di Calescio T4+ - Cima di Calescio-Corte di Mezzo T3+
PS. Dopo il passaggio attrezzato si stacca un sentiero secondario (scorciatoia) che scende al torrente, traversandolo e risalendo in breve a Corte Inferiore.
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