Pizzo di Corgella (m.1707)
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Finalmente la primavera... Una domenica bella, tersa, soleggiata che ispira qualche bella escursione sinora rinviata a causa dell'inclemenza dimostrata dal tempo. Mi ritrovo con l'amico Danilo: ci sarebbe una vaga intenzione di salire ("Piano A") al Camoghè, ma noto subito che la giornata - oltrechè splendida - è anche molto ventosa, il che significherebbe trovarsi costretti a qualche sofferta rinuncia a causa di questo fattore... dunque, onde evitare fastidiosi dietrofront, abbasso il tiro cercando qualcosa in zona che non avessi mai fatto... e mi esce ("Piano B") il Pizzo di Corgella, del quale avevo letto solo distrattamente qualche relazione ma sapevo molto panoramico su Bellinzona e la Piana di Magadino.
Raggiungiamo, passando da Medeglia e Isone, i Monti del Tiglio, lasciando l'auto in uno spiazzetto presso un antennone altissimo, ignorando che poco più avanti ci fosse un altro bel parcheggio... poco male. Benchè l'inizio dell'escursione sia un po' monotona e su asfalto i panorami sulle cime circostanti son subito molto belli e interessanti, col Pizzo di Claro che cattura subito gli sguardi. I cartelli danno il Pizzo Corgella in poco più di tre ore, lasciando presagire che si tratterà più che altro di un ampio giro, poichè il dislivello da affrontare è complessivamente scarso. Dunque, si prosegue tra boschetti di betulla e bei panorami sulle cime attigue e non, finchè l'asfalto diventa sterrato e finalmente, entrando in una folta faggeta, sentiero.
Questo traversa lungamente in falsopiano a sud del Pizzo Corgella, salendo poi con pendenza assai modesta alle Corti inferiori e di mezzo dell'Alpe Caneggio. Da quest'ultima, che si trova su un'ampia radura circondata da splendidi larici, troviamo le indicazioni per la nostra meta, oltrechè per il Camoghè (da qui dato in due ore), il quale visto da qui suscita soggezione e sfida allo stesso tempo.
Ma il vento è davvero forte, e la neve che ricopre ancora copiosamente il lato nord del Camoghè, invita a più miti consigli... Consumiamo il nostro pasto in riva al bel torrente, poichè immaginiamo che in cima il vento non lo renderebbe troppo piacevole, quindi ripartiamo seguendo attentamente il non troppo evidente sentiero tra i faggi. In breve siamo sulla bella cresta erbosa, con larici dalle forme più strane che impreziosiscono ulteriormente il paesaggio. Un filo spinato da scavalcare ci ricorda impietosamente che siamo in zona militare... La cresta ha una pendenza mediamente tranquilla, passando a fianco di dirupi impressionanti proprio sul Bellinzonese, e solo verso la fine s'impenna bruscamente, affrontando semplici roccette e raggiungendo la cima est, che la sottostante selletta separa dalla cima ovest (ometto e cartello indicatore). La cima principale, quella più bassa, è tuttavia ancora a nord, rivolta sulla piana come un autentico spettacolare terrazzo. Le foto si sprecano... ma il vento comincia a diventare impietoso, poichè ci ha accompagnato per quasi tutto il tempo. Benchè l'istinto mi dica di proseguire verso la movimentata cresta ovest, che punta dritta verso i Monti del Tiglio, mi rendo conto che senza conoscere il percorso sarebbe un'azzardo (alcuni escursionisti cui avevo chiesto indicazioni all'Alpe Caneggio me l'avevano tra l'altro sconsigliato perchè poco evidente), così torniamo sui nostri passi, rifacendo tale e quale il percorso dell'andata, con un vento divenuto ormai incessante e fastidioso anche nel bosco. Tuttavia accorciamo un po' per prati i lunghi tornanti asfaltati, avendo ancora il tempo per una breve deviazione e poter visitare il bel balcone panoramico di Cremorasco, dove è sita una bella Capanna (chiusa a chiavi).
Tornati ai Monti del Tiglio non ci resta ancora che incrociare un'ampio gregge di pecore e alcuni graziosi vitellini distesi sui prati, ai quali è destinata la parola "fine" di questa bella giornata.
Raggiungiamo, passando da Medeglia e Isone, i Monti del Tiglio, lasciando l'auto in uno spiazzetto presso un antennone altissimo, ignorando che poco più avanti ci fosse un altro bel parcheggio... poco male. Benchè l'inizio dell'escursione sia un po' monotona e su asfalto i panorami sulle cime circostanti son subito molto belli e interessanti, col Pizzo di Claro che cattura subito gli sguardi. I cartelli danno il Pizzo Corgella in poco più di tre ore, lasciando presagire che si tratterà più che altro di un ampio giro, poichè il dislivello da affrontare è complessivamente scarso. Dunque, si prosegue tra boschetti di betulla e bei panorami sulle cime attigue e non, finchè l'asfalto diventa sterrato e finalmente, entrando in una folta faggeta, sentiero.
Questo traversa lungamente in falsopiano a sud del Pizzo Corgella, salendo poi con pendenza assai modesta alle Corti inferiori e di mezzo dell'Alpe Caneggio. Da quest'ultima, che si trova su un'ampia radura circondata da splendidi larici, troviamo le indicazioni per la nostra meta, oltrechè per il Camoghè (da qui dato in due ore), il quale visto da qui suscita soggezione e sfida allo stesso tempo.
Ma il vento è davvero forte, e la neve che ricopre ancora copiosamente il lato nord del Camoghè, invita a più miti consigli... Consumiamo il nostro pasto in riva al bel torrente, poichè immaginiamo che in cima il vento non lo renderebbe troppo piacevole, quindi ripartiamo seguendo attentamente il non troppo evidente sentiero tra i faggi. In breve siamo sulla bella cresta erbosa, con larici dalle forme più strane che impreziosiscono ulteriormente il paesaggio. Un filo spinato da scavalcare ci ricorda impietosamente che siamo in zona militare... La cresta ha una pendenza mediamente tranquilla, passando a fianco di dirupi impressionanti proprio sul Bellinzonese, e solo verso la fine s'impenna bruscamente, affrontando semplici roccette e raggiungendo la cima est, che la sottostante selletta separa dalla cima ovest (ometto e cartello indicatore). La cima principale, quella più bassa, è tuttavia ancora a nord, rivolta sulla piana come un autentico spettacolare terrazzo. Le foto si sprecano... ma il vento comincia a diventare impietoso, poichè ci ha accompagnato per quasi tutto il tempo. Benchè l'istinto mi dica di proseguire verso la movimentata cresta ovest, che punta dritta verso i Monti del Tiglio, mi rendo conto che senza conoscere il percorso sarebbe un'azzardo (alcuni escursionisti cui avevo chiesto indicazioni all'Alpe Caneggio me l'avevano tra l'altro sconsigliato perchè poco evidente), così torniamo sui nostri passi, rifacendo tale e quale il percorso dell'andata, con un vento divenuto ormai incessante e fastidioso anche nel bosco. Tuttavia accorciamo un po' per prati i lunghi tornanti asfaltati, avendo ancora il tempo per una breve deviazione e poter visitare il bel balcone panoramico di Cremorasco, dove è sita una bella Capanna (chiusa a chiavi).
Tornati ai Monti del Tiglio non ci resta ancora che incrociare un'ampio gregge di pecore e alcuni graziosi vitellini distesi sui prati, ai quali è destinata la parola "fine" di questa bella giornata.
Tourengänger:
Poncione

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