Basodino (3272 m)
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Da tempo il Basodino era nella mia lista, su consiglio di Bruno e Simone. Raffaele ci è già salito più volte in versione scialpinistica.
Partiamo da Riale alle 7:30 quando ancora i parcheggi sono relativamente sgombri di macchine. Risaliamo il pendio che porta al rifugio Maria Luisa seguendo il sentiero che taglia i lunghi tornanti. Prima di raggiungere il rifugio, svoltiamo a destra in direzione del Lago Kastel. Una volta raggiunto questo proseguiamo sulla strada sterrata che porta all'Alpe Kastel. Attorno l'alpeggio un vasto recinto per pecore e mucche ci costringe ad aggirarlo per poi proseguire fuori traccia, per pratoni e piccoli massi, in direzione della bocchetta Kastel. Ci ricongiungiamo al sentiero battuto alla base della bocchetta. Le mie condizioni non sono ottimali, mal di stomaco e giramenti di testa, ma il Basodino è da almeno 3 anni in lista. Testa bassa e silenzio e via per il sfasciumoso canale, nell'ultimo tratto più ripido, fino alla Kastellucke. Splendido panorama sulla Val Bavona. Dalla bocchetta proseguiamo in direzione sud su traccia di sentiero che si apre fra i numerosi detriti, indicata con qualche ometto. Raggiungiamo la base del ghiacciaio del Basodino ricoperto di chiazze di neve fresca ed indossiamo imbrago e ramponcini (consiglio utilizzo di ramponi). Attraversiamo la prima parte del ghiacciaio, parecchio crepacciato, puntando la bocchetta che conduce al bacino superiore. L'avanzamento non è rapido visto lo slalom che dobbiamo fare per evitare le voragini aperte. Arrivati alla bocchetta superiamo una balza rocciosa creatasi dal ritiro del ghiacciaio. Superata questa parte rocciosa mettiamo piede sulla parte superiore del ghiacciaio, più dolce e meno insidioso. La via normale attraversa il pendio, mentre noi puntiamo alla base della cresta nord. Purtroppo le nuvole ci coprono il panorama e siamo costretti a proseguire con gli occhi sulle rocce. La breve cresta è semplice e di roccia solida. Giungiamo alla cima del Basodino, immersa nella foschia.
Dopo una breve pausa ci rimettiamo in cammino e scendiamo per l'altrettanto semplice cresta sud, indicata con qualche ometto. Quando è giunto il momento di deviare in direzione del Lago Nero, in direzione ovest, non individuiamo alcun segnavia od ometto. Il pendio di sfasciume e rocce rallenta la discesa ma appena mettiamo piede su un'ultima lingua di neve, indossiamo degli sci immaginari e prendiamo velocità. Fra le rocce notiamo un colore vivace: spostiamo due sassi sotto cui è finito un vecchio palloncino rosso a forma di cuore e ben 40 franchi ormai danneggiati dalle intemperie, grazie sposi!
Arriviamo allo splendido specchio d'acqua del Lago Nero e ci soffermiamo per un breve riposo. Nessuno nei paraggi fino ad ora, solo qui un paio di escursionisti poco più sopra. Poco più in basso del lago troviamo un gruppo di camosci, una parte impauriti ed una parte curiosi. Perdiamo rapidamente quota fino al traverso cementato che porta all'Alpe Ghisel. Da qui ci sono due opzioni: o andare la Rifugio Maria Luisa per poi scendere dal sentiero di andata, o prendere il sentiero dietro l'alpe che scende stretto e ripido, immerso nella vegetazione, fino al parcheggio a due passi da Riale. Prendiamo quest'ultimo, sicuramente più corto e veloce, e che offre una bella vista sul fondovalle.
Tourengänger:
martynred

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