Anello da Riale: Pizzo Cavergno 3223 m - Basòdino 3273 m - Tamierhorn 3087 m


Publiziert von Michea82 , 22. August 2024 um 23:02. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:18 August 2024
Wandern Schwierigkeit: T5+ - anspruchsvolles Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: WS
Klettern Schwierigkeit: II (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   I   Gruppo Basodino   Gruppo Grieshorn   Gruppo Pizzo San Giacomo 
Zeitbedarf: 2 Tage
Aufstieg: 1800 m
Abstieg: 1800 m
Strecke:19 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Riale: località in testa alla Val Formazza. Dispone di parcheggi a pagamento in entrata al piccolo villaggio. Parchimetro. Raggiungibile con mezzi pubblici
Unterkunftmöglichkeiten: Rifugio Maria Luisa - Chiuso di mercoledì! Rifugio Piano delle Creste / Pian di Crest  Capanna Basòdino


Dopo ben 4 anni, con il pretesto di accompagnare il mio amico Fredy (m323) e Sara, ritorno sul più bel tremila del nostro Ticino: il Basòdino! 
Come l'ultima volta realizzo una traversata del trio Cavergno-Basodino-Tamierhorn. Ma qui la percorrerò al contrario (da nord a sud) e con partenza in Italia. Purtroppo la Val Bavona è ancora inaccessibile. Per arrivare a Pian di Crest bisognerebbe partire da Bosco Gurin e seguire la Via Alta con almeno 6 ore di avvicinamento. Avendo a disposizione un solo giorno l'unica possibilità per me è stata quella di salire a Riale e di realizzare un bell'anello dal Rifugio Maria Luisa. Questa soluzione è anche più breve rispetto a quella bavonese. 



Una volta tornato a casa da questo bellissimo tour mi sono accorto che m 323 non ha più 3000 ticinesi da conquistare con me. Ora anche lui li ha completati. Mi è subentrata la nostalgia ma la montagna offre infinite altre possibilità. Io e lui andremo ancora, altrove. 
Assieme in quattro ci siamo guadagnati ben 25 tremila ticinesi. Esattamente la metà dei 50 ufficiali. 
Non è poco. 
Grazie Fredy!



Passo d'Antabia (3033 m) - m232 10 minuti prima di raggiungere l'ultimo TI-3000



Avvicinamento - Pernottamento al  Rifugio Maria Luisa CAI

Siamo tre persone. Con noi viene anche Sara Aleo, amica comune e compaesana di Fredy. 
Ci troviamo a Quartino alle 16.00 (purtroppo non mi è possibile partire prima a causa del lavoro) in uno sterrato nei pressi del fiume Ticino. Qui possiamo lasciare le auto senza costi.
Prendiamo la mia macchina e in 3 ore saliamo a Riale passando dalla Centovallina.
Poco prima di Riale possiamo ammirare la grande cascata del Toce.
Parcheggiamo in una delle aeree di sosta designate poco prima del piccolo borgo. C'è un parchimetro che accetta sia moneta che carte di credito e spendiamo 5 euro per 24 ore. 
Appena usciamo dall'auto veniamo investiti da inaspettate raffiche di vento gelido. È appena transitata una perturbazione e le correnti si sono orientate a nord. Per l'indomani la situazione dovrebbe migliorare con schiarite e venti deboli. 

Sono le 18.30. Siamo d'accordo con il Rifugio Maria Luisa di arrivare un po' più tardi. 
Ci incamminiamo seguendo le indicazioni dei cartelli. Attraversiamo il ponte sul fiume Toce e ci dirigiamo verso nord-est. Il sentiero taglia vari tornanti di una strada sterrata che permette ai fuoristrada autorizzati di salire fino al rifugio e alla diga del Lago Toggia. 
Non ci sono difficoltà e in poco più di un'ora raggiungiamo il rifugio dove alloggiamo. 
Verremo nutriti abbondantemente. Come spesso capita in Italia il pasto prevede un primo (nel nostro caso una pasta e non di quelle dietetiche) seguito da un secondo il quale, a sua volta, è composto da un altro primo più un secondo (ovvero polenta con 2 tomini belli grassi). Avremo carburante e non ce ne dispiaceremo. 

Riale (1731 m)



Accesso alla Kastellücke (2714 m): il conoide detritico

Riposati e rimpinzati lasciamo il confortevole rifugio e i suoi gentili custodi. Sono le 05.09 e ci incamminiamo nella notte sotto una lieve pioviggine. Ci copriamo perchè non siamo più abituati al freddo dopo un mese di canicola. 
Mediante sentiero saliamo verso sud-est nei pressi del Lago Castel. Passiamo dall'Alpe Castel (quota 2242 m) dove abbandoniamo il sentiero dirigendoci verso l'evidente bocchetta a sinistra del Kastelhorn. 
Il tempo è ancora perturbato ma confidiamo in un rapido miglioramento. 
Su terreno sempre più sconnesso risaliamo quello che per fare lo splendido ho definito un "conoide detritico". Una traccia è sempre presente seppure non evidente. Nella parte alta mettiamo piede su un grande nevaio che ci facilita il raggiungimento della bocchetta. 

La salita alla Kastellücke dall'Alpe Kastel alle 06.00 del mattino



I ghiacciai

Baciati dal sole ci affacciamo sulla Val Bavona, una delle più belle regioni del Ticino che quest'anno ha subito una pesante alluvione. Non incontreremo alcuna cordata. Nè sul Kastelglatscher, nè su quello del Basòdino. La regione, già remota di suo, ora è isolata. 
Cerchiamo la traccia ma non la individuiamo. Ad intuito ci abbassiamo un poco ma ci ritroviamo su placche piuttosto infide ed esposte tant'è che risaliamo e traversiamo in mezzacosta fino a ritrovare subito gli ometti e la traccia. Ci si abbassa di una ventina di metri, forse poco di più e si mette piede sul tormentato Ghiacciaio del Kastelhorn. 

Il Ghiacciaio del Kastelhorn e in fondo la fascia rocciosa che lo divide da quello del Basòdino


Ci incordiamo e procediamo lenti e regolari. Percorriamo il ghiacciaio che presenta una zona crepacciata. Ci alziamo di quota e ci avviciniamo alla fascia rocciosa finale nella parte più alta della stessa. 
Per superarla evitiamo di togliere i ramponi sapendo di doverli rimettere subito dopo. Ci sono alcuni facili passaggi da arrampicare (II). 
Raggiunto il grande Ghiacciaio del Basòdino ci prendiamo una pausa. 
Risaliamo lo stesso aggirando da sinistra la parte più ripida sotto il Pizzo Cavergno e poi curviamo dirigendoci verso il Passo di Basòdino (quota 3152 m sulla CNS). 


Il Pizzo Cavergno (3223 m)

Se non fosse per la vista che offre sarebbe uno dei più brutti tremila. Un cumulo di macerie. Come molti altri d'altronde. 

Il Pizzo Cavergno, come il Tamierhorn, non è una cima obbligatoria per il nostro tour. Quando ho pensato all'itinerario ho pre-avvertito Sara della possibilità per lei di fare due belle pause nei rispettivi punti di passaggio. La conosco ormai da un po' e so che si stanca facilmente sulle lunghe percorrenze. Per lei difatti non saranno due cime importanti e ci aspetterà sotto le stesse approfittandone per riposare. 

Dal Passo del Basòdino, dove occorre prestare attenzione all'esposizione sul lato Formazza, io e Fredy risaliamo la facile cresta SE del Pizzo Cavergno. In breve siamo in vetta. Del mio libro depositato nel 2020 ci sono solo frammenti. Questa cima offre un'ottima visuale sul Basòdino e sul suo ghiacciaio. 

La cresta SE del Pizzo Cavergno



Il Basòdino (3273 m) - Traversata da nord a sud

Ritornati al Passo Basòdino e recuperata Sara proseguiamo lungo l'estetica cresta NW del Basòdino. Facile, seppure esposta nel primo tratto, presenta alcuni passaggi di secondo grado nella parte finale. La roccia è vieppiù buona e la scalata divertente. La torre finale ricordo di averla aggirata nel 2020 dal lato Formazza su terreni delicati. Questa volta la affrontiamo sul filo e posso asserire che è molto meglio. La difficoltà è contenuta. C'è un bell'intaglio longitudinale che facilita la salita. 
Tutta la traversata la svolgiamo legati facendoci sicura nei passaggi chiave. 

Cresta NW del Basòdino e sullo sfondo il Pizzo Cavergno 


Ci fermiamo un po' in vetta. Pranzo, scatti di rito e compilazione del libro. In vetta ci sono due piccole croci, una panca di metallo, una madonnina protettrice degli alpinisti e due gamelle con rispettivi libri di vetta. 

Bella vista su Pian di Crest e i laghi d'Antabia


Proseguiamo lungo la cresta sud. La parte più impegnativa è quella che collega la cima principale del Basòdino alla cima sud. L'ideale sarebbe percorrerla sul filo ma Fredy, che è davanti nella cordata, continua a farsi attrarre dal fianco bavonese progredendo sottocresta. Ci sono alcuni punti dove obbligatoriamente si passa su quel lato. Esso è facile ma esposto e va affrontato con concentrazione. 
In particolare c'è un piccolo intaglio prima di arrivare all'anticima che va aggirato a sinistra. 


Cresta sud del Basòdino - poco prima dell'anticima sud


La discesa successiva fino al Passo d'Antabia è priva di difficoltà. Si tratta di una larga cresta detritica. Si discende camminando su blocchi di roccia. 


Tamierhorn (3087 m)


Sara si ferma al Passo d'Antabia. Non so perchè si tratti di un passo. Il lato bavonese è precipite e vedo difficile un accesso. Non dovrebbe essere una "bocchetta"?
Ad ogni modo Sara avrà il compito di studiare la discesa e di far su la nostra corda.
Nel frattempo Fredy ed io proseguiamo per il Tamierhorn. 
Per un breve tratto seguiamo il crinale, poi aggiriamo a destra l'anticima. Risaliamo un ripido pendio di sfasciumi fino a riprendere la cresta. In breve, superato un colletto, siamo in vetta. 
Qui trovo il mio libro depositato nel 2020. È in buone condizioni. Qualcuno ha sostituito la scatola che lo contiene. Dalle iscrizioni sembrerebbe che la nostra ascesa sia la prima documentata del 2024. Sarà dovuto all'alluvione?

Qui Fredy chiude la sua corsa ai 3000. 

"Complimenti amico mio! Ora cosa farai? Passerai ai 4000? O rifarai i 3000"?
<Calma...calma....calma....>


Discesa a Riale con errore iniziale  


Qualcuno aveva il compito di studiare la discesa :D
Diciamo pure che avrei potuto controllare meglio anch'io la direzione presa. 
In generale per questo itinerario mi sono scaricato offline la traccia gpx di Martynred. Questa svolgeva un anello simile al nostro da Riale che, come fatto da Sara, evitava le due cime secondarie. 

Traccia invernale della discesa con la quale è più facile individuare i cliff che avremmo dovuto evitare


Noi ci abbassiamo mantenendoci un po' troppo a sud rispetto alla traccia. Per questo ci imbattiamo in due cliff: il primo ben discendibile tramite una cengia obliqua, il secondo invece, più difficile, lo discendiamo su delicati pendii erbosi.
Perdiamo un bel po' di tempo. Ma raggiunto il fiume siamo di nuovo in traccia e possiamo discendere fino al Lago Nero (2448 m). 
Per farla breve dal Passo d'Antabia bisognerebbe scendere verso NW fino alla quota 2800 m. Da questa piegare a W e scendere alla quota 2646 m. Infine seguire come fatto da noi la valle. 
Ancora meglio secondo me è seguire la traccia scialpinistica e rientrare dal Lago Kastel e dal Rifugio Maria Luisa. 

Lago Nero (2448 m) - Sullo sfondo le nostre cime



Presso il Lago Nero troviamo finalmente il sentiero. Con questo scendiamo a Ghighel attraversando la bellissima vallata. Sovrastati dai giganti Kastelhorn, Cavergno, Basòdino e Tamierhorn, lentamente ci abbassiamo nella zona verde fino a Ghighel e da qui, con un occhio costante sulla mappa, prendiamo il sentiero per Riale. 

Bellissima casacata sotto il Lago Nero



La discesa da Ghighel è ripida e conduce alle cascate del Toce. Quando tocchiamo la pianura deviamo verso Riale. La nostra traccia attraverserà il Toce un po' a caso e non dev'essere seguita. In effetti essendo stanchi decidiamo di non aggirare la collina e tagliamo dritto passando nel fiume stesso con gli scarponi. 

Questa escursione, perfettamente riuscita, ci ha offerto un approccio diverso al gruppo del Basòdino e ci ha permesso di conoscere anche il Rifugio Maria Luisa. 
Per me è stata anche la prima visita in Val Formazza. Qui ci tornerò sicuramente per la Punta d'Arbola ma non solo. Anche per portarci la mia debbeee a vedere il rifugio. 



Video

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Storie in evidenza

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Tourengänger: m323, Michea82


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Kommentare (2)


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fabioadx hat gesagt:
Gesendet am 25. August 2024 um 23:08
Grandi ragazzi! Bellissima escursione documentata perfettamente. Foto spaziali
Saluti, Fabio

Michea82 hat gesagt: RE:
Gesendet am 26. August 2024 um 14:54
Ciao Fabio come dici tu è un bel giro. Ho visto che sei stato al Blinnernhorn. La zona è molto vicina. Se passi al Rifugio hai anche un appoggio confortevole. Grazie e buoni giri.
Michea


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