Napfspitz (2888 m). Poi ritorno al futuro presso l'Edelrauthütte.
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Napfspitz, e con questa bellissima cima purtroppo si conclude la mia permanenza in Pustertal.
Parto dal non ancora affollato parcheggio di Nevesstausee, e dopo aver aggirato il lago dal lato diga, comincio la risalita nella valle prima con il sentiero che tende ad impennarsi, poi, dopo 10 minuti di cammino, con lo stesso sentiero assume una pendenza tutto sommato piacevole. La traccia è evidente e scorre tra erba e sassi mentre la bollatura è sempre presente. Poco prima del rifugio Edelrauthütte i sassi diventano predominanti ma si prosegue comunque con una certa facilità.
Edelrauthütte, 1h30. Era da tanto tempo che non passavo da queste parti, più di vent'anni sicuro, allora il rifugio era molto più piccolo e costruito, presumo, nei primi anni del novecento, ora la struttura è nuova, costruita nel 2015, ed ha un disegno moderno e con tutte le comodità del caso. Ciò non toglie che la presenza di cemento è ridotta al minimo e la classe energetica è AAAAAAAAAA+.
Ora non mi resta che salire al Napfspitz, cosa che non feci allora; seguo le indicazioni poste sulle palina e su un masso, poi con ritmo regolare comincio la mia salita, tra comode cenge, facili passaggi su roccette e serpentine che seguono pressapoco la cresta, la salita non è mai difficile ma in alcuni punti è meglio mantenere la concentrazione per via anche del fottuto brecciolino. Passo a lato del Pfeifholder, poi raggiungo una comoda sella dove intercetto un breve traverso che mi porta ai piedi della vetta, ora da qua, con semplici passaggi su roccia umida, sbuco sulla breve e mai esposta cresta sino a raggiungere la bella crocetta di vetta. Visto la giornata completamente sgombera da nuvole la visuale è assolutamente di prim'ordine. 2h30.
Faccio le foto e saluto le 5 o 6 persone presenti, poi, senza perdere altro tempo, comincio la mia discesa presumendo che da lì a poco... altro che 5 o 6 persone ci saranno in cima! L'intuizione è del tutto azzeccata visto il numero di persone incontrate lungo la via. Ma io sono in discesa... e ciao ciao a voi.
Dopo un abbondante pranzo al rifugio non mi resta che svaccarmi a panzolle, sotto un sole cocente e con la gente che sta arrivando a ondate, sudati come un boxeur alla decima ripresa e poco socievoli. Che si fottano se non rispondono al mio saluto, io ora ho solo voglia di prendermi la vita con serenità e calma olimpica.
Ora ritorno all'auto, senza correre; mi prendo il tempo di fare le foto ad una simpatica Marmotta e a fare due battute con una giovane coppia quattrozampe munita, poi sono di nuovo all'auto. Pago l'obolo dovuto, 5€ , pochi, sporchi, ma cacciati sull'unghia, poi giù per la stretta strada mentre incrocio diverse auto che si portano al Lago di Neves. C'è chi scende dopo aver faticato. C'è chi sale a cazzeggiare tra lago e malghe gestite. Ad ognono il suo spazio, ad ognuno il suo piccolo mondo.
Bruneck, ore 15:30, negli anni scorsi le persone lungo la via centrale si contavano sulle dita delle due mani e i bar erano quasi tutti chiusi, oggi invece, sembra una piccola Rimini. In tutti i sensi. Ero passato dal mitico Thomaser (negozio di scarpe) pensando di godermi poi con calma la città. Ma così non è stato. Ho ripreso l'auto e sono ritornato in albergo, lasciando agli spiaggiaioli mancati lo struscio e lo spritz con ombrellino a corredo, l'infradito di marca e il cagnolino micron posizionato nella wide bag. E poi il loro chiassoso ciarlatare...
La sera ho riprestinato la mia personale tradizione, passare dal ristorante/pizzeria Koriander, siamo io e Georg, manca Erwin, per 25 anni sorridente e immutabile "bedienung", spina dorsale del Koriander. Non lo rivedrò più. In una notte d'inverno ha pensato (male) di "portarsi avanti". Adieu, amico.
Nota 1): Brevi considerazioni...
Cosa mi resterà di questo soggiorno? Tante cose belle e altrettante amarezze. Ho ritrovato l'amico baviero/pusterese Georg
georgb con la sua amata Astrid, ho perso Erwin e il suo immancabile sorriso corredato da un puntuale "tutto bene, ja? Anche per quest'anno ci vediamo!". Ho ritrovato le "mie" amate montagne e i miei divertenti giri, ho scoperto che il Covid-19 ha transumato esseri alquanto avulsi ai luoghi montani. Ho incontrato gente ineducata e gente improvvisatasi alpinisti. In entrambi i casi mal attrezzati... di buon senso e di attrezzatura tecnica.
Il mondo sta cambiando velocemente, ognuno giudichi se in bene o in male . Io ho riflettuto molto su questa vacanza e mi sono posto delle domande, ho analizzato. Fatto autocritica. Vuoi vedere che le "sneakers" sono meglio delle scarpe suolate Vibram??? Tanto per fare un esempio. Sono arrivato alla duplice conclusione tutta da dipanare: sono un fottuto romantico o un vecchio conservatore? Visto che conservatore non lo sono mai stato e mai lo sarò mi è rimasta un unica risposta... ma sono tutt'ora incerto. :)))
A' la prochaine! Menek e il suo personale bagaglio nello zaino.
Parto dal non ancora affollato parcheggio di Nevesstausee, e dopo aver aggirato il lago dal lato diga, comincio la risalita nella valle prima con il sentiero che tende ad impennarsi, poi, dopo 10 minuti di cammino, con lo stesso sentiero assume una pendenza tutto sommato piacevole. La traccia è evidente e scorre tra erba e sassi mentre la bollatura è sempre presente. Poco prima del rifugio Edelrauthütte i sassi diventano predominanti ma si prosegue comunque con una certa facilità.
Edelrauthütte, 1h30. Era da tanto tempo che non passavo da queste parti, più di vent'anni sicuro, allora il rifugio era molto più piccolo e costruito, presumo, nei primi anni del novecento, ora la struttura è nuova, costruita nel 2015, ed ha un disegno moderno e con tutte le comodità del caso. Ciò non toglie che la presenza di cemento è ridotta al minimo e la classe energetica è AAAAAAAAAA+.
Ora non mi resta che salire al Napfspitz, cosa che non feci allora; seguo le indicazioni poste sulle palina e su un masso, poi con ritmo regolare comincio la mia salita, tra comode cenge, facili passaggi su roccette e serpentine che seguono pressapoco la cresta, la salita non è mai difficile ma in alcuni punti è meglio mantenere la concentrazione per via anche del fottuto brecciolino. Passo a lato del Pfeifholder, poi raggiungo una comoda sella dove intercetto un breve traverso che mi porta ai piedi della vetta, ora da qua, con semplici passaggi su roccia umida, sbuco sulla breve e mai esposta cresta sino a raggiungere la bella crocetta di vetta. Visto la giornata completamente sgombera da nuvole la visuale è assolutamente di prim'ordine. 2h30.
Faccio le foto e saluto le 5 o 6 persone presenti, poi, senza perdere altro tempo, comincio la mia discesa presumendo che da lì a poco... altro che 5 o 6 persone ci saranno in cima! L'intuizione è del tutto azzeccata visto il numero di persone incontrate lungo la via. Ma io sono in discesa... e ciao ciao a voi.
Dopo un abbondante pranzo al rifugio non mi resta che svaccarmi a panzolle, sotto un sole cocente e con la gente che sta arrivando a ondate, sudati come un boxeur alla decima ripresa e poco socievoli. Che si fottano se non rispondono al mio saluto, io ora ho solo voglia di prendermi la vita con serenità e calma olimpica.
Ora ritorno all'auto, senza correre; mi prendo il tempo di fare le foto ad una simpatica Marmotta e a fare due battute con una giovane coppia quattrozampe munita, poi sono di nuovo all'auto. Pago l'obolo dovuto, 5€ , pochi, sporchi, ma cacciati sull'unghia, poi giù per la stretta strada mentre incrocio diverse auto che si portano al Lago di Neves. C'è chi scende dopo aver faticato. C'è chi sale a cazzeggiare tra lago e malghe gestite. Ad ognono il suo spazio, ad ognuno il suo piccolo mondo.
Bruneck, ore 15:30, negli anni scorsi le persone lungo la via centrale si contavano sulle dita delle due mani e i bar erano quasi tutti chiusi, oggi invece, sembra una piccola Rimini. In tutti i sensi. Ero passato dal mitico Thomaser (negozio di scarpe) pensando di godermi poi con calma la città. Ma così non è stato. Ho ripreso l'auto e sono ritornato in albergo, lasciando agli spiaggiaioli mancati lo struscio e lo spritz con ombrellino a corredo, l'infradito di marca e il cagnolino micron posizionato nella wide bag. E poi il loro chiassoso ciarlatare...
La sera ho riprestinato la mia personale tradizione, passare dal ristorante/pizzeria Koriander, siamo io e Georg, manca Erwin, per 25 anni sorridente e immutabile "bedienung", spina dorsale del Koriander. Non lo rivedrò più. In una notte d'inverno ha pensato (male) di "portarsi avanti". Adieu, amico.
Nota 1): Brevi considerazioni...
Cosa mi resterà di questo soggiorno? Tante cose belle e altrettante amarezze. Ho ritrovato l'amico baviero/pusterese Georg

Il mondo sta cambiando velocemente, ognuno giudichi se in bene o in male . Io ho riflettuto molto su questa vacanza e mi sono posto delle domande, ho analizzato. Fatto autocritica. Vuoi vedere che le "sneakers" sono meglio delle scarpe suolate Vibram??? Tanto per fare un esempio. Sono arrivato alla duplice conclusione tutta da dipanare: sono un fottuto romantico o un vecchio conservatore? Visto che conservatore non lo sono mai stato e mai lo sarò mi è rimasta un unica risposta... ma sono tutt'ora incerto. :)))
A' la prochaine! Menek e il suo personale bagaglio nello zaino.
Tourengänger:
Menek

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