Alnasca - Sonogno. I giorno: Alnasca - Capanna Efra, via Alpe d'Alnasca e Bassa di Motto
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Decidiamo di concederci quella che sarà, presumibilmente, l’ultima escursione di più giorni di quest’anno. La scelta è caduta, com’è normale che sia per noi verzascofili impenitenti, su un percorso che da tempo reclamava di essere effettuato: Alnasca – Sonogno, con pernottamento nella sempre bellissima e accoglientissima Capanna Efra.
Per questa prima fase del percorso, partiamo verso le 08.10 da Alnasca, raggiunta col Postale da Locarno. Sappiamo che sarà un percorso relativamente facile e discretamente lungo, e ci conforta l’idea che potremo prenderci tutto il tempo desiderato: non ha senso giungere in capanna troppo presto!
La salita fino all’Alpe d’Alnasca non presenta sorprese, visto che ormai la conosciamo bene, ma non possiamo non stupirci di quei panorami superlativi che essa offre: la giornata non è delle più nitide, ma ci permette di spingere i nostri sguardi fin giù ai Denti della Vecchia, più o meno. Non male!
Giungiamo quindi all’alpe, e decidiamo di pranzare: il grosso del dislivello è ormai compiuto. Da qui in avanti, infatti, si tratterà di seguire un lungo traverso (con qualche su e giù, ovviamente) fino alla Bocchetta dello Scaiee, e di scendere poi alla Capanne Efra.
Dall’Alpe d’Alnasca proseguiamo quindi attraverso il valico senza nome sulla CN, ma che ormai porta il nome di Bocchetta di Cremenzè, e scendiamo all’omonimo alpeggio. Da qui, una splendida passeggiata ad alta quota ci porta a Mazèr, dove si trova un importante bivio: scendendo raggiungeremmo infatti Agro, e infine Lavertezzo, mentre che, salendo, punteremo alla Bassa di Motto, che collega la Val d’Agro alla Val Mött. Noi prendiamo questa seconda via.
Dalla Bassa di Motto, ecco srotolarsi un incredibile sentiero, chiarissimo e piacevolissimo, che costeggia la lunga cresta che parte dalla Cima di Gagnone. Attraversiamo praticamente tutto l’anfiteatro della Val Mött, e rimaniamo colpiti da quei pianori così ampi, seppur così in quota. Senza difficoltà giungiamo infine alla Bocchetta dello Scaiee, da dove non manchiamo di scattare foto spettacolari sul circo di vette che si apre di fronte a noi: due di esse, il Pizzo Cramosino e il Madom Gröss, saranno nostre mete di domani. Sotto di noi, ecco il bel Lago d’Efra.
Scendiamo agevolmente verso il Passo di Gagnone e infine alla Capanna Efra.
Ivi giunti, ci concediamo una doccia rigenerante a base di acqua sorgiva. Una vera botta di vita!
Mentre
SaBo tiene a bada le capre che sono arrivate nel frattempo, io, all’interno della capanna, mi accingo a preparare il nostro ultimo regalo della giornata. Questa sera, raclette! Un chilo di patate e mezzo chilo di formaggio, accompagnati da qualche birretta… esiste cena migliore?
Alle 21 circa ci corichiamo, sperando che la leggera pioggia che nel frattempo è giunta sparisca il giorno dopo… male che vada, scenderemo a Frasco, e rimanderemo il séguito a tempi migliori!
Ma Qualcuno ha guardato giù, riservandoci una sorpresina per il giorno dopo… (Segue)
Per questa prima fase del percorso, partiamo verso le 08.10 da Alnasca, raggiunta col Postale da Locarno. Sappiamo che sarà un percorso relativamente facile e discretamente lungo, e ci conforta l’idea che potremo prenderci tutto il tempo desiderato: non ha senso giungere in capanna troppo presto!
La salita fino all’Alpe d’Alnasca non presenta sorprese, visto che ormai la conosciamo bene, ma non possiamo non stupirci di quei panorami superlativi che essa offre: la giornata non è delle più nitide, ma ci permette di spingere i nostri sguardi fin giù ai Denti della Vecchia, più o meno. Non male!
Giungiamo quindi all’alpe, e decidiamo di pranzare: il grosso del dislivello è ormai compiuto. Da qui in avanti, infatti, si tratterà di seguire un lungo traverso (con qualche su e giù, ovviamente) fino alla Bocchetta dello Scaiee, e di scendere poi alla Capanne Efra.
Dall’Alpe d’Alnasca proseguiamo quindi attraverso il valico senza nome sulla CN, ma che ormai porta il nome di Bocchetta di Cremenzè, e scendiamo all’omonimo alpeggio. Da qui, una splendida passeggiata ad alta quota ci porta a Mazèr, dove si trova un importante bivio: scendendo raggiungeremmo infatti Agro, e infine Lavertezzo, mentre che, salendo, punteremo alla Bassa di Motto, che collega la Val d’Agro alla Val Mött. Noi prendiamo questa seconda via.
Dalla Bassa di Motto, ecco srotolarsi un incredibile sentiero, chiarissimo e piacevolissimo, che costeggia la lunga cresta che parte dalla Cima di Gagnone. Attraversiamo praticamente tutto l’anfiteatro della Val Mött, e rimaniamo colpiti da quei pianori così ampi, seppur così in quota. Senza difficoltà giungiamo infine alla Bocchetta dello Scaiee, da dove non manchiamo di scattare foto spettacolari sul circo di vette che si apre di fronte a noi: due di esse, il Pizzo Cramosino e il Madom Gröss, saranno nostre mete di domani. Sotto di noi, ecco il bel Lago d’Efra.
Scendiamo agevolmente verso il Passo di Gagnone e infine alla Capanna Efra.
Ivi giunti, ci concediamo una doccia rigenerante a base di acqua sorgiva. Una vera botta di vita!
Mentre

Alle 21 circa ci corichiamo, sperando che la leggera pioggia che nel frattempo è giunta sparisca il giorno dopo… male che vada, scenderemo a Frasco, e rimanderemo il séguito a tempi migliori!
Ma Qualcuno ha guardato giù, riservandoci una sorpresina per il giorno dopo… (Segue)
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