La luce obliqua del tempo, prima parte


Publiziert von Gabrio , 6. August 2020 um 20:06.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:18 Juli 1995
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Poncione Rosso   CH-TI 
Strecke:Moleno-Paron-Fronn-Visghd-Cima di Visghed
Kartennummer:CN 1293 1:25000

C'era una volta, tanti anni fa, Sabato che come sempre alle 00:01 aveva cominciato il suo turno di lavoro nella fabbrica del tempo. Stranamente di malumore, si era messo a scandire  i minuti come suo solito, ma quando all'alba aveva visto il cielo cupo, con nuvole nè carne nè pesce, che non preannunciavano acqua ma neanche bel tempo, si era messo il cuore in pace perchè niente di buono, quel giorno avrebbe potuto vedere.
Per giunta, una Polo bianca targata Milano si era fermata a Moleno, proprio il paesino su cui aveva posato gli occhi.
"Anche un italiano" aveva pensato. "Starsene a casa sua no eh?"
Tra l'arrabbiato e l'incuriosito, Sabato aveva osservato il magrolino che di buona lena era sceso dall'auto e, zaino in spalla, si era inoltrato sul sentiero di montagna con il sorriso tra le labbra.
"Cosa avrà mai da sorridere un italiano con il governo che si ritrova?"
Interessato, un po' per noia e un po' per cattiveria, l'aveva guardato a lungo. S'aspettava, da un momento all'altro, che facesse una delle solite cose idiote che molti suoi connazionali fanno.
Costui invece camminava senza fermarsi e quando aveva raggiunto Fronn, impareggiabile balcone sulla Val di Moleno, Sabato aveva ritrovato parte del suo proverbiale buon umore. Ma era destino che non dovesse durare a lungo perchè arrivato all'Alpe di Visghed, lo straniero, si era messo a parlare con alcuni "patrizi" di lì.
Il proprietario della prima cascina lo conosceva bene, era un tipo burbero ma con un gran cuore e come tale l'aveva sempre giudicato. Ma parlare con un italiano quello no, non era cosa da fare.
Eppure nessuno dei presenti sembrava infastidito, forse il viscido tricolore, si era finto rosso-crociato per farsi trattare bene. Poi l'aveva visto ripartire, direzione Cima di Visghed, per la scorciatoia che solo gli "indigeni" conoscevano e questo lo aveva innervosito. Tempo 40 minuti ed era tornato e come niente fosse, si era infilato in casa di quel tale di cui aveva sempre parlato bene. In compagnia di sua moglie e del loro unico figlio avevano pranzato insieme.
Senza più perdere un secondo, Sabato aveva chiesto aiuto all'Aria, agli Alberi e ai Volatili che passavano di lì per riferirgli ciò che si dicevano.
I tre si erano parlati in modo amichevole e allo stesso modo si erano salutati. Era lampante che era nata un'amicizia e che l'italiano ne fosse contento era evidente da come si era messo a saltellare giù per la montagna. Aveva un aria felice, di più, estasiata. Tutto di quello che aveva visto e fatto gli erano piaciuti da morire e da come fischiava e cantava lungo la discesa si capiva che in Ticino sarebbe tornato.
"La mia prima Cima delle Alpi ticinesi" avevano carpito i suoi informatori. "Che sia anche l'ultima" aveva risposto acidamente.
Quando questa  frase e tutto il resto l'aveva riferito a Domenica, vanesia ed effervescente come suo solito, ella l'eveva redarguito.
"Guarda che anche gli italiani, in fondo, sono degli esseri umani, per cui smettila di pensare male, non è da te!" Lei aveva certamente ragione ma ciò non gli aveva impedito di chiedere informazioni a tutti gli altri giorni della settimana. Nessuno l'aveva mai visto ma a Sabato questo non bastava. Aveva imposto a tutti i suoi compagni di vigilare con attenzione e così fecero. Ma fu proprio lui nel suo turno a rivederlo risalire con lo stesso entusiasmo un'altra cima. Anche Domenica aveva cominciato a vederlo spesso, evidentemente venire in Ticino una volta sola non gli bastava più.
Non passava settimana senza che si facesse vivo. Ora nella Riviera, ora in Val Verzasca o in Val Maggia eccolo lì a camminare felice e senza sosta.
Piano, piano i sette custodi del tempo si erano abituati alla sua presenza. Avevano notato che l'italiano, a cui non volevano dare un nome, stava allargando sempre di più il suo raggio d'azione. Si stava impadronendo del Ticino. Lo stava esplorando in ogni direzione e, quando arrivava la brutta stagione ritornava sui suoi passi per rivedere i posti che più gli erano piaciuti. La Cima di Visghed era una di queste. Era stata la prima, ed è lì che aveva conosciuto il primo ticinese. Era lì che aveva capito che parte del suo cuore si era fuso indissolubilmente con il verde di quegli alberi ed il cielo azzurro, più azzurro di quello italiano, tanto da sembrare la continuazione della sua anima, solo su quella vetta poteva vederlo. Aveva conosciuto altre persone, i veri ricchi come spesso diceva, che avevano avuto la fortuna di possedere una cascina in quei posti.
Poi era arrivata Lei, in punta di piedi, e sempre più spesso era stata vista in compagnia dell'italiano.
Finchè un giorno i due erano diventati tre e il piccolo che si portava in spalla aveva segnato il declino che avrebbero contraddistinto gli anni a venire.

Fine prima parte.

Tourengänger: Gabrio


Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden

Galerie


In einem neuen Fenster öffnen · Im gleichen Fenster öffnen


Kommentare (1)


Kommentar hinzufügen

froloccone hat gesagt:
Gesendet am 7. August 2020 um 05:52
Da Italiano:Il Ticino ha qualcosa di magico!
Complimenti.
ALE


Kommentar hinzufügen»