Pizzo Sautì, versante Sud - Corni di Nibbio


Publiziert von atal , 16. Februar 2020 um 17:14.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:15 Februar 2020
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 11:00
Aufstieg: 1500 m
Abstieg: 1500 m

Per la serie "il primo amore non si scorda mai", ritorno sul Pizzo Sautì (quota 1677 m, senza nome sulle mappe), il posto in cui, circa sette anni fa, ho sentito per la prima volta per la Valgrande un'attrazione irresistibile. In quell'occasione (qui) ero da solo e il sentiero nella zona detta degli asaa (termine dialettale che sta per "piccoli ripiani erbosi") era praticamente invisibile sotto le felci.

Oggi invece sono in compagnia di Ferruccio e il sentiero si presenta in una veste rinnovata: nel corso del 2019 infatti è stato ripulito e segnalato ottimamente da un gruppo di volontari che qui ringrazio. Ho apprezzato in particolare il ripristino del tracciato originario del tratto in cui il sentiero entra in traverso (comunque esposto...) al guado dell'Or Piccioch, evitando il tratto dove un tempo si doveva scendere su terreno infido affidandosi a sottili cavetti metallici dall'aria poco rassicurante.

Grazie alla nuova segnaletica, ora si può arrivare senza possibilità di errore in circa 3 ore all'Alpe Sautì, autentico nido d'aquila.

L'idea era quella di salire alla cresta sopra i cosiddetti "prati di Sautì" - un tempo pascolo di capre, ora ricoperto da una boscaglia con prevalenza di agalitt (i maggiociondoli) - per tentare una salita diretta da Sud al Pizzo Sautì, cima che si raggiunge normalmente dal Passo Sautì lungo la cresta Est.
La cresta Sud, confine con l'appartata e selvatica Val Cornera, regala scorci mozzafiato in qualunque direzione si guardi.

Giunti alla base del tratto roccioso terminale, la pendenza e l'esposizione aumentano (su terreno ghiacciato...) al punto che decidiamo di scendere verso Est per poi risalire in un ripido canalino fino alla cresta principale, da cui raggiungiamo il Pizzo Sautì dopo essere passati da un caratteristico intaglio, lo stesso di sette anni fa. Ambiente bellissimo con panorami superbi. 

Dalla cima, ampia visuale verso l'area della Valgrande a sud del Pedum, che in inverno si lascia "leggere" come un libro aperto: ecco quindi - da sinistra a destra - la Ganna Grossa, la Valletta, la Valle dell'Arca, la Val La Caula, la Val Cavrì e la Val Manau, luoghi interdetti (sono nella Riserva Integrale del parco...) e abbandonati prima di molti altri per la scomodità di accesso.

Al ritorno, raggiungiamo il passo Sautì e da qui, dopo una pausa, scendiamo seguendo la recente segnaletica.

Nel vallone di Bettola, prendiamo una "scorciatoia" già nota a Ferruccio: un esposto traverso che porta direttamente sulla dorsale dell'Or dul Piccioch, poco sopra il punto dove passa il sentiero.
Attenzione: si tratta di una variante sconsigliabile a deboli di piede o di cuore.

Un sentito ringraziamento a Daniele Barbaglia, grandissimo conoscitore di questi luoghi e co-autore (con Renato Cresta) di due libri fondamentali per ogni appassionato della Valgrande: Genti e luoghi di Valgrande e Valgrande. Pascoli, Boschi e genti del Pedum, entrambi pubblicati da Alberti Libraio Editore.

Senza il suo contributo molto di questo mondo sarebbe andato perduto.

Per non dimenticare:
  • Balma dul Giuvann: balma situata sulla sinistra idrografica del Vallone di Bettola, lungo il sentiero per Sautì. Prende il nome dal pastore di Nibbio (Giovanni) che caricava l'Alpe Agalina
  • Balma dul Valanzin: balma sulla destra idrografica orografica della Val Fighera lungo il sentiero dei Cunscitt. La Balma dul Valanzin prende il nome da un boscaiolo (Valentino).
  • Or dul Piccioch: Orlo - con il solito significato di dorsale - del Piciocch, dove Piciocch è il soprannome poco lusinghiero di un pastore di capre (traducibile come "pirletta") che caricava il Casin
  • Casin: alpetto di pastori di capre, poi usato dai boscaioli che filavano il legname dalla Bocchetta del Tranquillo

Tourengänger: atal
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (8)


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froloccone hat gesagt:
Gesendet am 16. Februar 2020 um 17:35
Eravamo abbastanza vicini.......una cresta e qualche chilometro ci separava.......Noi decisamente più soft :)))
PS: Complimenti per l'ascesa e foto spettacolari!
Ciao
ALE

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 16. Februar 2020 um 17:38
Grazie ALE, mi fa piacere che tu abbia apprezzato. Poi vedrò dove siete stati...

Un saluto,
Andrea

emanuele80 hat gesagt:
Gesendet am 17. Februar 2020 um 00:14
Ciao Andrea,
un bel percorso fatto qualche anno fa ed in effetti i segni erano piuttosto carenti ed il percorso poco marcato...
Per caso quando sei arrivato agli Asaa hai visto se è stato segnalato anche il tratto verso la Bocchetta di Lavattel? Grazie.

Emanuele

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 17. Februar 2020 um 07:20
Ciao Emanuele,
so che era in programma un lavoro analogo anche sul sentiero per la Bocchetta di Lavattel ma non ho visto nulla.

Anni fa però, quando ho perso la traccia tra le felci agli Asaa, sono finito per caso sul sentiero per la Bocchetta e l’ho seguito senza problemi fino alla frana che è scesa dal Pizzo Tre Croci. Poi, arrivato lì, ho capito di essere fuori strada (volevo andare a Sautí...) e sono tornato indietro.
Ricordo un tracciato evidente e lineare.
Ciao,
Andrea

lobras hat gesagt: RE:
Gesendet am 19. Februar 2020 um 18:06
Ciao Andrea,
mi ricordo di aver lasciato il "sentiero" della Sauti per traversare a destra, forse 100 metri sotto l'alpe Sauti, e sono arrivato alla bocchetta di Lavattel senza problemi (T4). Memoria di ca 20 anni fa.
Lorenz (lobras)

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 20. Februar 2020 um 21:17
Ciao Lorenz. Anch’io ho visto che non c'è problema. Solo adesso bisogna attraversare la frana.
Non l’ho fatto semplicemente perché non era quello il programma...
Andrea

tignoelino hat gesagt:
Gesendet am 19. Februar 2020 um 20:23
Bella esplorazione: non mi fido più ad andare da quelle parti, sta franando tutto.
Ciao, Andrea.
roby

atal hat gesagt: RE:
Gesendet am 20. Februar 2020 um 21:20
Ciao Roby, in effetti è un po’ inquietante con tutte quelle frane che aumentano di anno in anno.
Ciao,
Andrea


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