Stelli (3357 m)
|
||||||||||||||
![]() |
![]() |
Il mio obbiettivo di quest’anno, oltre a fare, come sempre, cime nuove, è quello di andare in regioni che non ho ancora esplorato. Una di queste è la Saastal. A casa, nei mesi scorsi, mi studio una possibile meta, là, ed individuo lo Stelli. Forse è solo una spalla (dello Stellihorn), ma non importa. Ieri mi leggo una relazione di KlaasP, che spesso frequenta le regioni che amo e che, scrivendo i rapporti in inglese, mi permette di comprenderli! Da quella, capisco che le cresta NWN è da evitare. Buono a sapersi.
Arrivo alla diga del Mattmark che è già albeggiato. Oggi il dislivello da fare è poco (meno di 1200 metri), non c’è bisogno di partire con la frontale. Seguo la strada sterrata che corre sulla diga e poi fa il giro del lago, quindi prendo il sentiero che va verso l’Ofentalpass. Arrivato al P2330, lo lascio ed incomincio a salire diretto. Anche se la mia cartina non segna pendenze sopra i 30°, non è una passeggiata! Il terreno è un misto di pascolo, rododendri e qualche pietraia. Fortunatamente dopo poco in contro un… sentiero? Ma come, non era segnato!! Corre in orizzontale, evidentemente se fossi andato avanti invece che incominciare a salire l’avrei incontrato, ma non fa nulla! Il bello del mio modo di andare in montagna è proprio quello di andare alla ricerca della “mia” via migliore. D’altronde, se un sentiero c’è, perché non seguirlo?! Ad un certo punto, però, lo abbandono, ché mi sta portando troppo verso N, lontano dalla mia meta, ed ecco comparire degli ometti. Ometti ovunque! Dove vanno? Boh! Forse allo Stellipass… Ricordo che su “Il Grande Libro della Montagna” gli autori si raccomandavano di togliere gli ometti al proprio ritorno, perché ognuno potesse trovare da sé il proprio percorso! Ad ogni modo, ad un certo punto li abbandono ed incomincio a puntare verso SE. Come tutte le volte in cui c’è da salire un versante esposto ad occidente, è difficile orientarsi, perché il sole illumina tutta la regione tranne quella nella direzione, creando un fastidioso riverbero che non permette di distinguere tipologia e pendenza del terreno da affrontare. Così, mi devo affidare ancora di più sul mio GPS con l’indicazione delle pendenze! Decido così di procedere in diagonale. Il terreno è un po’ franoso, ma niente di tremendo. Così, mi porto così sulla dorsale W. Da lì in poi è una passeggiata. Ad un erto punto incomincio a vedere lo Stellihorn, poi la croce dello Stelli. Contrariamente a quanto pensavo, quest’ultimo ha, a mio avviso, una propria dignità, non è semplicemente, come dicevo, una spalla dello Stellihorn. Ma, soprattutto, il panorama spazia a 360 gradi su montagne spettacolari: i Mischabel, la Est del Monte Rosa, la Weissmies. E non è disturbato dalla presenza del suo “fratello maggiore”. Me ne sto a lungo lì, a godere di tutta questa bellezza. Una coltre di nubi ricopre la Pianura Padana, rendendo le montagne ancora più svettanti, nell’azzurro terso del cielo.
La discesa è facile e veloce. Con la luce del sole è più facile. Scelgo una via più diretta, aggirando tutte le difficoltà. Così, in men che non si dica sono al lago. Ed è così presto che faccio a tempo a fare tutto il giro. In questo modo, posso dare uno sguardo alla mia cima da lontano!

Kommentare (2)