Laguna de Los Tres
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Oggi un grande classico della zona! Lago de los Tres.
Grazie ad una dritta ricevuta ieri anche da un autostoppista australiano, scegliamo di partire da Hosteria El Pilar che si trova in fondo alla valle del Rio de las Vueltas, a circa 30-40 minuti d’auto dal paese lungo una strada sterrata. Evitiamo così di compiere l’andata e il ritorno da El Chaltén seguendo lo stesso sentiero.
La giornata è bella, il cielo è blu, qualche nuvola e una leggera brezza che speriamo tenga le nuvole lontane dal Fitz Roy.Il sentiero è evidente. Ogni tanto qualche lepre ci taglia il passaggio, forse non si aspettavano escursionisti di buon’ora!
Costeggiamo il Rio Blanco sulla destra orografica e ci inoltriamo nella vallata all’ombra del bosco di Lengas, gli scorci sul Fitz Roy si susseguono e ci fermiamo spesso a fotografarlo.
Dopo poco più di un’oretta di facile cammino, su terreno in prevalenza pianeggiante, arriviamo al punto panoramico sul Ghiacciaio e la Laguna Piedras Blancas situati nella parte opposta della valle.
45 minuti più tardi siamo al Campamento Poincenot. Un po’ di invidia c’è chi ha pernottato nella natura, ma non sarebbe stato nello spirito di queste vacanze …. Chissà magari un'altra volta!!!!
Utilizzando il ponte di legno attraversiamo il Rio Blanco e raggiungiamo l’omonimo Campamento sulla sponda opposta. Le nuvole stanno prendendo il sopravvento.
La salita si fa subito bella ripida, zig-zagando su per la montagna camminiamo per una quarantina di minuti. Alle 11.30 arriviamo al balcone panoramico che si affaccia sulla bellissima Laguna de los Tres, il lago turchese ai piedi del Fitz Roy.
Siamo fortunati, il Fitz Roy è lì, le nuvole ci danno tregua, scatti a volontà!!!! Non siamo in tantissimi, comunque rispetto alle gite dei giorni precedenti ora dobbiamo dividere con altri questo spettacolo!
Nadja, già contenta di essere arrivata fino a qui, si siede a godersi il panorama, noi invece scendiamo al laghetto, per poi salire in 10 minuti al punto panoramico che ci consente di ammirare la Laguna Sucia che giace nella vallata accanto.
Da quassù intravediamo i laghi sul fondovalle, la Laguna Capri, le piccole Laguna Madre e Lagua Hija.
Per non lasciare Nadja ad attenderci troppo a lungo decidiamo di non attardarci, questa scelta è stata più che indovinata.
In montagna il tempo cambia in modo repentino, ma quanto è accaduto lassù andava al di là di ogni immaginazione. Giusto il tempo di scendere un paio di metri dal look out e si è scatenato un vento esagerato. Non si riusciva neppure a camminare, abbiamo visto persone letteralmente scaraventata a terra, zaini compresi.
Anche a noi il vento ha dato filo da torcere, ma aiutati da passo sicuro siamo riusciti, senza guardarsi indietro, a raggiungere Nadja e con lei abbiamo raggiunto il sentiero per scendere.
Con noi tutti coloro che erano al lago. Era impossibile trattenersi. Anche la tormenta di neve ha convinto tutti che non fosse il caso di attendere miglioramenti metereologici.
Durante la discesa abbiamo incontrato tantissime persone che salivano.
Sia noi che altri ci siamo premurati di avvisare che le condizioni non erano tali da consigliare il proseguimento. Pochi hanno ascoltato, la maggioranza ha proseguito.
Mi è stato chiesto cosa avrei fatto io …. Rinuncio a malincuore, soprattutto ad una vetta, la mia sicurezza comunque viene al primo posto. Non avrei proseguito.
Tornati al Campamento Rio Blanco, pranziamo al sacco, scambiamo due parole e proseguiamo, attraversiamo di nuovo il fiume e imbocchiamo il sentiero dalla parte opposta a quella dove siamo arrivati stamattina, in direzione del paese.
Il rientro è lungo e piuttosto noioso. Il sole non l’abbiamo più visto, solo nuvole uggiose e aria fredda.
Arrivati ad El Chantél ci siamo divisi, Nadja e Paul sono tornati all’Ostello. Io ho fatto autostop per andare a recuperare la macchina.
Nei giorni precedenti abbiamo dato noi diversi passaggi ed ero più che sicura che saremmo stati “ricompensati”.
Non ho dovuto attendere che un paio di minuti, si è fermata una gentile signora, era anche dispiaciuta che non poteva portarmi fino a destinazione visto che andava anche lei a recuperare amici al parcheggio del Chorillo del Salto. Un chilometro a piedi e poi il mio secondo passaggio, che addirittura mi ha portato alla macchina parcheggiata a El Pilar. Che dire! In questi posti è bello darsi una mano a vicenda!
https://elchalten.com/v4/es/laguna-de-los-tres-el-chalten.php
Grazie ad una dritta ricevuta ieri anche da un autostoppista australiano, scegliamo di partire da Hosteria El Pilar che si trova in fondo alla valle del Rio de las Vueltas, a circa 30-40 minuti d’auto dal paese lungo una strada sterrata. Evitiamo così di compiere l’andata e il ritorno da El Chaltén seguendo lo stesso sentiero.
La giornata è bella, il cielo è blu, qualche nuvola e una leggera brezza che speriamo tenga le nuvole lontane dal Fitz Roy.Il sentiero è evidente. Ogni tanto qualche lepre ci taglia il passaggio, forse non si aspettavano escursionisti di buon’ora!
Costeggiamo il Rio Blanco sulla destra orografica e ci inoltriamo nella vallata all’ombra del bosco di Lengas, gli scorci sul Fitz Roy si susseguono e ci fermiamo spesso a fotografarlo.
Dopo poco più di un’oretta di facile cammino, su terreno in prevalenza pianeggiante, arriviamo al punto panoramico sul Ghiacciaio e la Laguna Piedras Blancas situati nella parte opposta della valle.
45 minuti più tardi siamo al Campamento Poincenot. Un po’ di invidia c’è chi ha pernottato nella natura, ma non sarebbe stato nello spirito di queste vacanze …. Chissà magari un'altra volta!!!!
Utilizzando il ponte di legno attraversiamo il Rio Blanco e raggiungiamo l’omonimo Campamento sulla sponda opposta. Le nuvole stanno prendendo il sopravvento.
La salita si fa subito bella ripida, zig-zagando su per la montagna camminiamo per una quarantina di minuti. Alle 11.30 arriviamo al balcone panoramico che si affaccia sulla bellissima Laguna de los Tres, il lago turchese ai piedi del Fitz Roy.
Siamo fortunati, il Fitz Roy è lì, le nuvole ci danno tregua, scatti a volontà!!!! Non siamo in tantissimi, comunque rispetto alle gite dei giorni precedenti ora dobbiamo dividere con altri questo spettacolo!
Nadja, già contenta di essere arrivata fino a qui, si siede a godersi il panorama, noi invece scendiamo al laghetto, per poi salire in 10 minuti al punto panoramico che ci consente di ammirare la Laguna Sucia che giace nella vallata accanto.
Da quassù intravediamo i laghi sul fondovalle, la Laguna Capri, le piccole Laguna Madre e Lagua Hija.
Per non lasciare Nadja ad attenderci troppo a lungo decidiamo di non attardarci, questa scelta è stata più che indovinata.
In montagna il tempo cambia in modo repentino, ma quanto è accaduto lassù andava al di là di ogni immaginazione. Giusto il tempo di scendere un paio di metri dal look out e si è scatenato un vento esagerato. Non si riusciva neppure a camminare, abbiamo visto persone letteralmente scaraventata a terra, zaini compresi.
Anche a noi il vento ha dato filo da torcere, ma aiutati da passo sicuro siamo riusciti, senza guardarsi indietro, a raggiungere Nadja e con lei abbiamo raggiunto il sentiero per scendere.
Con noi tutti coloro che erano al lago. Era impossibile trattenersi. Anche la tormenta di neve ha convinto tutti che non fosse il caso di attendere miglioramenti metereologici.
Durante la discesa abbiamo incontrato tantissime persone che salivano.
Sia noi che altri ci siamo premurati di avvisare che le condizioni non erano tali da consigliare il proseguimento. Pochi hanno ascoltato, la maggioranza ha proseguito.
Mi è stato chiesto cosa avrei fatto io …. Rinuncio a malincuore, soprattutto ad una vetta, la mia sicurezza comunque viene al primo posto. Non avrei proseguito.
Tornati al Campamento Rio Blanco, pranziamo al sacco, scambiamo due parole e proseguiamo, attraversiamo di nuovo il fiume e imbocchiamo il sentiero dalla parte opposta a quella dove siamo arrivati stamattina, in direzione del paese.
Il rientro è lungo e piuttosto noioso. Il sole non l’abbiamo più visto, solo nuvole uggiose e aria fredda.
Arrivati ad El Chantél ci siamo divisi, Nadja e Paul sono tornati all’Ostello. Io ho fatto autostop per andare a recuperare la macchina.
Nei giorni precedenti abbiamo dato noi diversi passaggi ed ero più che sicura che saremmo stati “ricompensati”.
Non ho dovuto attendere che un paio di minuti, si è fermata una gentile signora, era anche dispiaciuta che non poteva portarmi fino a destinazione visto che andava anche lei a recuperare amici al parcheggio del Chorillo del Salto. Un chilometro a piedi e poi il mio secondo passaggio, che addirittura mi ha portato alla macchina parcheggiata a El Pilar. Che dire! In questi posti è bello darsi una mano a vicenda!
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