Mont Faroma 3072 m
|
||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Dopo pensamenti e ripensamenti, decidiamo in parte cosa fare, poi cambiamo l’ordine delle escursioni per non creare problemi al personale dell’ostello e….poi cambieremo nuovamente…una storia infinita questo fine settimana.
Lasciata l’auto a Lignan puntiamo al Col Vessona dove, in occasione del nostro trekking, quattro anni fa, prendemmo una bella lavata…
S’inizia molto tranquillamente con una sorta di sterrata pianeggiante anche se alla fine i sui 300 m D+ li fa. A un tornante abbandoniamo la sterrata seguendo le indicazioni del sentiero su un sasso. Vediamo i primi bolli poi senza traccia e nell’erba alta tutto sparisce. Quando l’erba raggiunge le nostre orecchie, pensiamo bene di andare a recuperare la sterrata per l’alpeggio. Uno dei pochi in attività. In questa due giorni abbiamo visto parecchi alpeggi, nuovi e belli e ci è sembrato molto strano averli trovati chiusi e all’apparenza senza alcuna attività recente, come se fossero in via di abbandono.
Dall’alpeggio invece di seguire il sentiero ufficiale, cerchiamo di abbreviare, salendo per ripidi prati. Con il senno di poi, vista la fatica e che il giro che avevamo in mente, avendo deciso di salire al Faroma, non lo avremmo fatto, sarebbe stato meglio rimanere sul percorso ufficiale.
Va beh! Raggiunta l’AV continuiamo verso il Col Vessona. Al bivacco non facciamo sosta, troppa gente e troppi cani…
Sosta al colle e quindi proseguiamo su bella traccia fra ghiaie. A un certo punto un grosso ometto invita a lasciare la dorsale in funzione di un traverso. Il traverso è un po’ malmesso ma peggio ancora è il breve canaletto da risalire. Tutto si muove e si stacca. Passato questo punto, che al ritorno eviteremo, rimanendo in cresta, la salita procede con divertente arrampicata. Tanti ometti indicano la via e qualcuno mette in confusione. In salita siamo rimasti più in cresta mentre in discesa abbiamo seguito degli ometti che rimangono un poco sotto la cresta. Negli ultimi metri si risale un altro canale piuttosto instabile ma meglio del precedente.
Purtroppo il panorama è un poco compromesso dalle nuvole. Diamo un’occhiata al giro che pensavamo di fare e ci rendiamo conto, che, essendo saliti in cima faremmo troppo tardi…tra l’altro è vero che le previsioni non danno precipitazioni ma quello che vediamo convince poco. Scendiamo con attenzione sia per il terreno sia perché dobbiamo recuperare i bastoncini abbandonati in un punto imprecisato della cresta.
Giunti al punto dove dovremmo abbandonare la cresta per scendere il canaletto e prendere il traverso, rimaniamo in cresta. Risaliamo quindi qualche metro e, sorpresa…un comodo sentiero tra ghiaie ci riporta al Col Vessona. Aver visto la traccia all’andata sarebbe stato meglio farla anche in salita, sicuramente più sicura.
Cambiato programma quindi, riprendiamo l’alta via per il Col Chalaby dove, al bivio sottostante, pensiamo inizialmente di andare al rifugio Cuney, poi pensando che potrebbe esserci un po’ troppa gente puntiamo al Col Salvè dove ci attira l’assolato Mont Morion per fare una bella pausa pranzo.
Illusi….appena cominciamo a risalire la dorsale del Morion, uno sguardo alle spalle mi fa raggelare…dietro al Faroma il cielo è nero violaceo…questa volta non la scampiamo penso….Marco è avanti…lo raggiungo e gli faccio notare cosa abbiamo alle spalle…ormai manca poco all’ometto dove ci fermiamo giusto il tempo di coprirci e giù di corsa mentre comincia a gocciolare…poco sotto il passo il primo tuono…ahhhh
In pochi minuti si alza un vento forte e comincia a piovere a secchi…giù di corsa…sappiamo che sotto c’è la malga Fontaney dove speriamo di trovare riparo.
La raggiungiamo velocemente ma siamo combinati come se fossimo usciti dalla doccia. Troviamo riparo insieme a un bel gruppone vestito alla belle e meglio, una ragazza avvolta nell’asciugamano…beh stava prendendo il sole fino a pochi minuti fa!
Tempo una mezz’oretta e torna il sole e quindi abbiamo il tempo di scendere con calma, asciugarci e fermarci a mangiare a un’altra malga abbandonata. Vedere un capriolo con il suo piccolo nel bosco e terminare la giornata con una bella birra al bar di Lignan insieme alla coppia Svizzera incontrata a colazione a Nus questa mattina!
Kommentare (7)