Grand Pays 2724 m e anello al Faroma
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Incuriositi dalla descrizione del Gran Pays e poiché non comporta deviazioni, infiliamo la cima nell’anello…oggi i temporali sono previsti…non si sa bene quando ma arriveranno…
Ripercorriamo la stessa strada di ieri fino al bivio. I tempi indicati dai cartelli sono un po’ farlocchi…ci si impiega meno!
Cotinuiamo ancora un poco su sterrata, attenzione al successivo bivio, non ci sono indicazioni però c’è un bollo un poco nascosto.
La salita si fa ripida e segue in parte la cremagliera di servizio all’alpeggio Lechè, anch’esso misteriosamente chiuso.
Dall’alpeggio puntiamo direttamente al Col Lechè, ci sono varie tracce ma il colle è a vista per cui. Ad un certo punto della salita troviamo quella che sembra una bella traccia che si dirige a sx puntando, sembra, direttamente alla cima. Effettivamente sarà così e giungiamo in cima con omettino. La caratteristica, sono le due profonde spaccature, la cosa che ci aveva incuriosito.
La giornata iniziata con cielo sereno sta lentamente cambiando per cui continuiamo allegramente scendendo al Col Lechè e quindi all’alpe Valchourda, servita da una sterrata ma anch’essa chiusa.
Risaliamo al Col Saint Barthèlèmy e quindi nuova discesa nel vallone di Verdona dove, come punto di riferimento, abbiamo un alpe che dall’alto sembra un rudere, ma che è l’unica che troviamo abitata, con cane annesso, che non ci dà nemmeno il tempo di guardare i cartelli. Ci tocca allontanarci immediatamente. Hanno voglia i padroni a chiamarli, il più delle volte non sentono ragione e finchè non ti allontani abbaiano come dei forsennati… Il sentiero per il Col Vamea nella prima parte è un po’ malmesso, indicato da bolli gialli e qualche ometto, fare attenzione a non perderlo nell’attraversamento di un torrentello. Poco sopra il sentiero è stato portato via dalla neve e sale in maniera molto ripida. Si entra poi in una bella conca prativa. Il tratto Col Saint Barthèlèmy-Col Vamea è veramente spettacolare…Giunti al colle scendiamo ripidamente all’alpeggio Ardamun, nessuno anche qui dove incrociamo l’AV per il Col Vessona. Anche qui il sentiero ad un certo punto si impenna e senza dare tregua arriva al colle. Le uniche persone della giornata le incontriamo qui, un gruppetto di giapponesi con guida…poi nessun altro in giro.
Facciamo sosta pranzo al bivacco Rosaire-Clermont, oggi disabitato. Il tempo tra una schiarita e un annuvolamento minaccioso sembra stia tenendo per cui visto che di soste non ne abbiamo quasi fatte, ora ne facciamo una un po’ sostanziosa, tanto ora dobbiamo solo scendere.
Riprendiamo quindi l’AV fino al bivio per Lignan.
Il sentiero è parecchio rovinato dal passaggio delle vacche ma giunge velocemente alla sterrata che seguiamo lungamente fino a tornare a Lignan tra una goccia di pioggia e un raggio di sole.
Meraviglioso….un’unica parola per descrivere questo anello!
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