Conturines 3064 m e Lavarella 3055 m
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Alle 7.30 siamo al Rifugio Pederù nel Parco del Fanes e, diversamente dall’inverno, possiamo salire al rifugio Fanes tramite sentiero, evitando così la lunga sterrata che comunque in molti sembrano preferire.
Raggiunto il rifugio, proseguiamo per il P.so di Limo e la Malga Fanes Grande. Proseguendo per la Capanna Alpina, poco dopo troviamo il bivio per il Conturines.
Il sentiero dopo un primo ripido strappo prosegue più comodamente nell’ampio vallone ghiaioso tipico delle Dolomiti. Al lago Conturines, parte una via più diretta per il Conturines ma, il ragazzo che sta scendendo ce la sconsiglia perché c’è ancora molta neve, in discesa nessun problema ma in salita sarebbe solo una gran faticaccia.
Proseguiamo quindi sul sentiero ufficiale fino alla forcella dove voltando a sx raggiungiamo il ripido zig zag per la base del Conturines. La cima si raggiunge tramite una facile e breve ferrata, qualche scala e alcuni tratti attrezzati. Per i meno esperti meglio avere un cordino, il casco potrebbe essere utile sempre, visto la grande quantità di ghiaia.
Terminata la ferrata un breve tratto di cresta e raggiungiamo l’ometto.
Purtroppo il tempo non è quello che speravamo, avrebbe dovuto aprirsi ma, al momento, a parte qualche occhiata di sole, non sembra averne l’intenzione.
Ritorniamo alla forcella e riprendiamo la salita per la Lavarella. Saliamo ripidamente fino a raggiungere il bivio per la cima con due croci, leggermente più bassa della principale e con un breve passaggio un poco esposto, per questo motivo in tanti la evitano. Niente di che ma, non essendo la cima principale in molti non ci vanno.
Tornati al bivio saliamo alla cima dove incontriamo i due ragazzi che erano sul Conturines e, come dicevo, hanno evitato la cima con due croci. Siamo rimasti solo noi, chiacchieriamo un poco e decidiamo di scendere insieme lungo il percorso per esperti, compiendo così un anello.
La discesa non ha difficoltà tecniche a parte un breve canalino e nel nostro caso un breve passaggio un poco adrenalinico su neve, però corre lungo cenge piuttosto esposte cui bisogna prestare molta attenzione. Terminate le cenge i bolli sembrano portarci su delle placche inclinate molto sporche di ghiaia. Nessuno di noi ha voglia di andare a provarne la tenuta per cui decidiamo di scendere lungo un ripido ghiaione che, nella prima parte mi fa vedere i sorci verdi, non amando percorsi così ripidi…tra l’altro i due ragazzi alle nostre spalle, ogni tanto fanno scendere sassi più grossi del normale, del resto pur con tutta l’attenzione qualcosa scappa…terminato il ghiaione ritroviamo i bolli. Il percorso ufficiale da quaggiù sembra non scendere lungo le placche ma, probabilmente avremmo solo dovuto attraversarle…non so, comunque è fatta!
I nostri compagni di avventura devono solo arrivare al rifugio dove pernotteranno per cui qui ci salutiamo.
Arrivare al rifugio Lavarella è ancora lunga. Finalmente la giornata è migliorata e pur non correndo cerchiamo di camminare un po’ allegramente e con qualche breve risalita arriviamo al rifugio per mangiare gli ultimi panini con la meritata birra.
Quindi ritorno al rifugio Pederù e trasferta in Valle Aurina.
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