Val Cavargna: in cresta tra Italia e Svizzera (dalla Pianchette alla Gazzirola)
Lasciata l’auto poco fuori San Nazzaro proseguiamo lungo la strada asfaltata fino a trovare l’indicazione per il Rif. Croce di Campo. Il sentiero dapprima evidente lo perdiamo poco dopo nell’erba alta ritrovandolo dopo un breve ravano.
Passiamo Tecchio e riprendiamo a salire ripidamente in un fitto bosco. Al temine prendiamo la dorsale, alternandola a tratti di sterrata fino a giungere al rifugio Croce di Campo (chiuso). Alle spalle di rifugio proseguiamo lungo la dorsale e con un ultimo ripido strappo raggiungiamo l’ometto di vetta. Il tempo manco a dirlo non è come speravamo. La cresta sta lentamente sparendo nelle nebbie, nebbie che ci accompagneranno per tutta la giornata.
Proseguiamo per il P.zo di Gino. Il sentiero, oggi piuttosto bagnato (chissà come mai, avrà piovuto?), richiede sempre una grande attenzione. Sempre molto esile, alterna tratti di cresta, facili passaggi su roccette, il tutto con una buona dose di esposizione.
Anche il P.zo di Gino si raggiunge con un ultimo ripido strappetto.
Lasciamo la cima seguendo una traccia in direzione della cresta, più in basso vediamo il sentiero proveniente dall’Alpe Vacchera.
Raggiuntolo lo seguiamo. E’ comunque un sentiero che spesso assume più le fattezze di una traccia. Raggiungiamo così il Motto della Tappa che lasciamo sull’unico tratto di comodo sentiero. Giunti alla B.tta della Tappa riprendiamo a salire superando un breve risalto roccioso e una ripida salita su erba. Andiamo così a riprendere la cresta. Da qui fino a dopo la Vetta del Vallone le uniche indicazioni che siamo sul percorso corretto sono state due tre bandierine giallo-rosse.
Il percorso segue sempre la cresta alternando tratti su roccette a tratti erbosi. Con numerosi sali scendi passiamo la Cima della Valletta, lo Stabiello e la Segonaia fino a giungere alla Vetta del Vallone. Sotto la Vetta del Vallone ritroviamo la bollatura e un sentiero che ci porteranno al Segor e alla Gazzirola.
Facciamo sosta pranzo al rifugio Gazzirola dove, secondo la Kompass avremmo dovuto trovare il sentiero per scendere a Cavargna evitando di andare fino a San Lucio. Stranamente sul GPS non sembra esserci e anche due ragazzi del posto non ne sanno nulla e ci consigliano di andare al rifugio San Lucio.
Raggiungiamo quindi il rifugio dove prendiamo un caffè e chiediamo info sul modo più veloce per scendere a Cavargna.
Il sentiero per parte proprio davanti alla Chiesa di San Lucio. Scende a Colonè dove diventa sterrata.
Attraversiamo il torrente Marda e giungiamo a Cavargna. Tra l’altro nella discesa incrociamo il sentiero che avremmo voluto fare. Sembra che saremmo dovuti passare dall’Alpe Tabano, comunque è andata bene anche così.
Tagliamo la strada passando tra le case e puntiamo al campo da calcio dove uno scassato sentiero ci permette di tagliare la strada. Il sentiero volendo prosegue fino a giungere sul fondo valle per poi risalire a San Nazzaro. Ma noi, poiché comunque la strada non è trafficata, preferiamo rimanere sulla strada, evitando così un 200 m ca di risalita.
Bellissima cavalcata di cresta su terreno mai banale anche se tutto camminabile. Peccato, per il tempo che ci ha tolto buona parte dei panorami, soprattutto sul versante italiano.
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