L'Envers du Lac Gelè 2915 m - Pointe de Medzove 2845 m e Mont Bel Plat 2818 m
|
||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Fine settimana caratterizzato da tanti cambi di programma e da tanto tanto vento!
Dopo aver valutato vari giri, ripuntiamo sulla Val d’Aosta ma, all’ultimo dobbiamo cambiare nuovamente programma. Fortunatamente in settimana avevo letto di un bel giro fatto da emuanuele80 nel Parco dell’Avic.
Scopro tra l’altro, una volta sul posto, che questa cima, dallo strano nome che né sulle cartine né sul GPS è riportato, è la montagna che due anni fa, durante il trekking, mi aveva incuriosito e mi ero chiesta se fosse stato possibile salirla…
Lasciata l’auto in una La Veulla deserta, saliamo, come già fatto altre volte, al Lac Gelè. Il tempo inizialmente caldo e bello diventa, a causa del vento che, come da previsioni, comincia a soffiare, freddo e velato.
Dopo una breve sosta nei pressi del lago Gelato, riprendiamo la salita fino ai Piani dell’Iverta dove, un ometto indica la traccia per l’Envers. Di ometti non ce ne sono molti o non ne abbiamo visti, c’è però una traccia abbastanza evidente. In ogni caso, con visibilità, non ci sono problemi di orientamento. Oggi, l’unico problema è il vento che ci sbatacchia. Giunti in cima scattiamo velocemente una foto e scendiamo. Riprendiamo la salita per il Col Medzove passando dalla punta omonima. Nonostante siamo più o meno in cresta, ci sono svariati punti in cui si riesce a essere un po’ riparati e poi il tratto è breve. Giunti al colle, invece di scendere immediatamente, proseguiamo verso il Mont Bel Plat. Seguiamo una traccetta sul versante Gran Lac. Raggiungiamo un primo punto che potrebbe essere la cima ma il GPS la segna poco oltre, proseguiamo ancora qualche metro e a questo punto sembra che siamo andati oltre, per cui, l’ometto che abbiamo costruito, ammesso che resista, potrebbe non essere nel punto giusto! Dal nome però, Bel Plat, difficile dire quale sia il mottarozzo della cima!
Tornati al colle, scendiamo al Gran Lac e quindi al rifugio Barbustel. Troviamo riparo davanti al rifugio e facciamo sosta pranzo.
Ritorno al posteggio passando dal lago della Serva.
Sul sentiero di salita c’è un cartello che indica il lago della Serva, beh il sentiero esce un bel po’ sotto il lago della Serva, per cui se qualcuno pensasse di scendervi sappia che dopo deve risalire!
Mentre scendiamo, cominciamo a ricordare le miriadi di volte in cui siamo stati qui. Abbiamo tanti ricordi legati a questo parco e alle persone con cui ci siamo stati.
Da quando ancora era sconosciuto ai più, non esisteva la struttura del parco, il mega posteggio e non c’erano nemmeno grandi indicazioni. Avevamo saputo della sua esistenza tramite un amico ed era stato amore a prima vista. Negli anni ci siamo stati con tante persone, nelle più svariate occasioni e in tutte le stagioni. Dalla nostra prima volta, conclusasi con una mega grigliata dall’amico, al week end con il Cai, alla prima volta con le racchette da neve, in quell’occasione con noi c’era anche alberto oggi “il capannat”, a quando, sempre con neve, eravamo stati con
Poge, Manuela e
Daniele che, nel tentativo di salire al Col de Lac Blanc, era finito in una buca quasi completamente. La nostra prima salita all’Avic e la grande emozione provata e infine le lunghe traversate che, mai avremmo pensato di poter fare…all’epoca nemmeno l’Avic in giornata pensavamo di poter salire! Forse, anzi sicuramente, è il posto, i cui ricordi sono legati non solo alle escursioni fatte ma anche ai tanti amici con cui ci siamo stati.
Kommentare (2)