Devi essere molto motivato per svegliarti alle quattro, vestirti e far colazione mentre fuori lampeggia......caricare gli zaini in macchina mentre piove a dirotto.....e nessuna delle compagne d'avventura che ti mandi un sms dicendoti “torniamo a letto”.....nessun alibi, anche perchè sono stato io a rassicurare tutte dicendo loro che oggi non prenderemo acqua!
Tra l’altro ci aspetta un “gitone” lunghissimo.....già fatto, ma in due giorni, dormendo in tenda al Gran Lac.
L’altra settimana poi non sono stato bene, nonostante la gita fosse più corta.
Non penso siano stati i nervetti con fagioli e cipolla mangiati il giorno prima.....ormai erano passati, forse il cuore....mà......qualche volta ci rimango!
Alla fine parto motivato, non potrebbe essere altrimenti.....sono rimasto l’unico uomo supersite al seguito delle “ragazze”......non posso mollare!
Troviamo parcheggio a Covoney, vicino all’hotel e c’incamminiamo con di fronte il Mont Avic baciato dal sole.
Faremo il giro in senso antiorario perchè l’altra volta la discesa dal Lac Gelé mi è sembrata interminabile.
Il sentiero “tira” abbastanza e al lago arriviamo con quasi un’ora di anticipo rispetto alla tabella di marcia. Facciamo una lunga sosta, le fanciulle hanno già fatto la sosta banana, mentre io lentamente ho fatto una tirata unica......ne consegue che oltre alla banana mi divoro tutto quello che mi sono portato.....e sono solo le undici!
Qui un vecchio stambecco ci osserva da sopra un dosso......poverino, ha un corno rotto, è molto magro e spellacchiato e dubito che riesca a passare un altro inverno.
A giudicare dalla lunghezza del corno rimasto deve aver passato una vita gloriosa, ma ora è giusto che lasci ai giovani la gloria e.......l’harem!
Riprendiamo il cammino costeggiando il Lac Gelé e risalendo fino alla Punta di Medzove, attraverso quello che sembra un deserto in quota ma che in realtà è un’esplosione di vita che si manifesta attraverso un’incredibile fioritura.
Scendiamo poi verso il Gran Lac, dove le “ragazze” sostano per il pranzo......e io le guardo; poi giù per il Plan Pesonet e tutta la serie di laghi e laghetti: Cornu, Noir e Blanc, infine arriviamo al rifugio Barbustel e qui ci facciamo l’ultima sosta.
La discesa a valle per mè risulta interminabile anche questa volta.
L’ambiente è bellissimo, non mi stancherò mai di venire in questo luogo, ma giunto al Lac de Servaz il piede vorrebbe non seguirmi più, si lamenta vistosamente, è un blocco di cemento......alla fine però non mi abbandona e pian piano arriviamo a valle.
Il ritorno a casa è veloce, l’autostrada è vuota e alle nove sono a tavola con davanti un generoso piatto di pasta e una fresca bottiglia di riesling.....e non mi sento nemmeno stanco!
Per saperne di più: http://www.montavic.it/
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