Il favoloso plurimondo della Valganna
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Ho sempre pensato alla Valganna come a un micromondo che racchiude i paesaggi di tanti luoghi più o meno famosi e la camminata odierna ha confermato la mia primitiva impressione.
Viaggiando sul rettifilo della Statale, pare di essere in certe vallate delle Rockies Canadesi.
Alcuni valloni, specie se osservati dall'alto, ricordano la selvaggità della Valgrande, selvaggità che si riscontra ancora camminando esili sentieri tra boschi buissimi e piccole radure, proprio come nella pancia della Sila, quando da un momento all'altro ci si aspetta l'incontro col lupo, o con l'orso o forse con una strega.
Nelle giornate ventose, lo spettacolo dei laghi visti dal Chiusarella, dal Poncione o dalla numerose creste fa tornare in mente i fiordi norvegesi. e certi pendii, aspri e vertiginosi hanno un non so che del Mercantour raccontato da Fred Vargas nell'"Uomo a rovescio".
Dentro le forre, a un passo dall'affollata strada, cala come d'incanto un silenzio surreale, rotto solo dall'onnipresente acqua che cola dal travertino e qui pare d'essere nelle Gole dell'Alcantara.
Il travertino che confina in pochi kilometri quadrati con il porfido rosso ed è probabilissimo pestarli entrambi in qualche ora di marcia, ricorda certi paesaggi Apuani (anche se là è marmo), mentre il porfido rosso non ha probabilmente eguali, qui c'è il più bello.
E infine l'aria, che è quella ruvida di tutte le terre di confine, in perenne ricerca di una propria identità.
Son partito dal ristorante delle grotte di Valganna e ci sono tornato dopo quattro ore abbondanti di questo favoloso plurimondo, lasciandomi talvolta disperdere su tracce quasi mai segnalate.
Altro non dirò, se non in qualche foto e nei waypoints, per lasciare integro il piacere della scoperta a chi non fosse conoscitore di questi luoghi.
Sviluppo: 12 km; SE: 19 km circa.
Viaggiando sul rettifilo della Statale, pare di essere in certe vallate delle Rockies Canadesi.
Alcuni valloni, specie se osservati dall'alto, ricordano la selvaggità della Valgrande, selvaggità che si riscontra ancora camminando esili sentieri tra boschi buissimi e piccole radure, proprio come nella pancia della Sila, quando da un momento all'altro ci si aspetta l'incontro col lupo, o con l'orso o forse con una strega.
Nelle giornate ventose, lo spettacolo dei laghi visti dal Chiusarella, dal Poncione o dalla numerose creste fa tornare in mente i fiordi norvegesi. e certi pendii, aspri e vertiginosi hanno un non so che del Mercantour raccontato da Fred Vargas nell'"Uomo a rovescio".
Dentro le forre, a un passo dall'affollata strada, cala come d'incanto un silenzio surreale, rotto solo dall'onnipresente acqua che cola dal travertino e qui pare d'essere nelle Gole dell'Alcantara.
Il travertino che confina in pochi kilometri quadrati con il porfido rosso ed è probabilissimo pestarli entrambi in qualche ora di marcia, ricorda certi paesaggi Apuani (anche se là è marmo), mentre il porfido rosso non ha probabilmente eguali, qui c'è il più bello.
E infine l'aria, che è quella ruvida di tutte le terre di confine, in perenne ricerca di una propria identità.
Son partito dal ristorante delle grotte di Valganna e ci sono tornato dopo quattro ore abbondanti di questo favoloso plurimondo, lasciandomi talvolta disperdere su tracce quasi mai segnalate.
Altro non dirò, se non in qualche foto e nei waypoints, per lasciare integro il piacere della scoperta a chi non fosse conoscitore di questi luoghi.
Sviluppo: 12 km; SE: 19 km circa.
Tourengänger:
rochi

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