Torent Alto m. 2950 (Cima 7)
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Andrea
Durante l'escursione al Montevecchio, discutendo con Ale & Emi di vette, viene fuori il desiderio comune di salire il Torent Alto, poi in settimana lancio la proposta e subito ci si organizza per il sabato a cui si aggiunge anche il grande Guido
gmonty.
Dopo i vari "baci & abbracci" e il breve viaggio in ovovia ci troviamo a Landarenca pronti a partire in questa bellissima giornata di luglio, calda ma non troppo e con in mano la bella relazione di
Varoza. Seguendo i segnavia passiamo da vari alpeggi: Pian, Boliv, Lego e poi sbuchiamo a Piov di Fuori dove facciamo rifornimento di acqua e scambiamo due chiacchere con il padrone di casa. Ci dirigiamo verso le rovine di Piov di Dent punto in cui inizieremo il nostro viaggio fuori sentiero.
Saliamo il ripido pendio erboso alle spalle dell'alpeggio su percorso non obbligato (a parte quello di evitare il salto del piccolo torrente) e sbuchiamo nei pressi della quota 2364. Di fronte a noi l'evidente canalone detritico che ci permetterà di raggiungere la selletta a nord della quota 2763. Saranno 400 metri di salita faticosa e discretamente pericolosa per le innumerevoli pietre pronte a muoversi ad ogni passo. Con andamento ad ampi zig-zag e vicini tra di noi, risaliamo tutto il canalone e finalmente sbuchiamo alla splendida bocchetta, un luogo magnifico.
Ora ci dirigiamo decisi verso la vetta.
Seguendo la costola rocciosa a sinistra di un canalino detritico, guadagniamo quota puntando agli evidenti speroni rocciosi posizionati sulla cresta che formano un intaglio a V. Però invece di raggiungere direttamente questo intaglio, bisogna dirigersi verso il canalino/camino a sinistra, sovrastato da uno spuntone. Si arriva così sulla cresta e dopo un breve passaggio sul versante a nord, si giunge nei pressi di un piccolo diedro, il passaggio "chiave" di II grado. Al momento è presente una corda fissa blu che penzola lungo il passaggino ma noi proviamo e riusciamo a passarlo senza farne uso.
Superato questo ultimo ostacolo non ci resta che continuare lungo la cresta superando gli ultimi gradini rocciosi e giungere sulla Cima 7 del Torent Alto ... che spettacolo!!!
E che bello condividerlo con Emiliano e Alessandro, una cima voluta da tempo.
Poncione
Goduto di tanto ben di Dio, e rimirato cime vicine e lontane, dopo il breve pranzo ripartiamo non prima d'aver firmato un libro di vetta con firme risalenti al 1999 (!), qualche nome "illustre" e persino qualche "habituè" di una cima non propriamente agevole da raggiungere.
Per la discesa decidiamo di proseguire sulle orme di
Varoza, cercando e trovando - seppur a fatica - la variante di discesa sempre da lui illustrata, sì meno esposta ma non senz'altro più agevole visto il terreno comunque ostico: tornati all'omone che precede di poco la vetta si volge a sinistra (ometto) e s'inizia a traversare su cenge erbose intercalate da brusche discese per canaletti e camini con brevi passaggi in disarrampicata. Sbuchiamo così, dopo un'ultima cengia, al "famoso" ometto a forma di Menhir già individuato prima ricongiungendoci al percorso di salita, e scendendo con inalterata cautela (sassi mobili) alla sella. La discesa dal canale è lunga e la svolgiamo attentamente per il sempre presente pericolo di smuovere una moltitudine di detriti davvero instabili, ma giungiamo alla quota 2364 senza eccessivi problemi. Il resto della discesa, identico alla salita, non ha più storia e possiamo dunque concludere con soddisfazione una giornata per certi versi davvero indimenticabile. Grazie a tutti.
Credo che poche montagne mi abbiamo lasciato il segno come il Torent Alto... non so perchè, forse perchè rappresenta da sempre una delle cime ticinesi da me più desiderate in assoluto, se non la più desiderata. E la rifarei anche domani...
Immane, possente, intimidatoria ma bellissima: salirla, entrare (ed uscire) nelle sue pieghe è stata quasi un'esperienza sacrale, paragonabile davvero a ben poche altre cime fatte sinora. Dovessi dissolvermi nel nulla anche in questo istante sarei comunque felice.
Grazie ad Ale e Andrea per la salita indimenticabile.
froloccone
Nulla da aggiungere a ciò che è stato scritto dai soci. Ambiente di salita stupendo sin da subito e pur avendo scalato la più "facile" delle 7 cime questa montagna resterà per sempre nei nostri cuori. L'emozione di averla raggiunta non può essere descritta con le parole..............Grazie a Andrea, Emiliano e Guido per la meravigliosa condivisione.
Per la salita ci siamo ispirati alla precisa relazione
varoza (che ringraziamo!!) e all'itinerario 932/Guida delle Alpi Ticinesi Vol 3.
Durante l'escursione al Montevecchio, discutendo con Ale & Emi di vette, viene fuori il desiderio comune di salire il Torent Alto, poi in settimana lancio la proposta e subito ci si organizza per il sabato a cui si aggiunge anche il grande Guido

Dopo i vari "baci & abbracci" e il breve viaggio in ovovia ci troviamo a Landarenca pronti a partire in questa bellissima giornata di luglio, calda ma non troppo e con in mano la bella relazione di

Saliamo il ripido pendio erboso alle spalle dell'alpeggio su percorso non obbligato (a parte quello di evitare il salto del piccolo torrente) e sbuchiamo nei pressi della quota 2364. Di fronte a noi l'evidente canalone detritico che ci permetterà di raggiungere la selletta a nord della quota 2763. Saranno 400 metri di salita faticosa e discretamente pericolosa per le innumerevoli pietre pronte a muoversi ad ogni passo. Con andamento ad ampi zig-zag e vicini tra di noi, risaliamo tutto il canalone e finalmente sbuchiamo alla splendida bocchetta, un luogo magnifico.
Ora ci dirigiamo decisi verso la vetta.
Seguendo la costola rocciosa a sinistra di un canalino detritico, guadagniamo quota puntando agli evidenti speroni rocciosi posizionati sulla cresta che formano un intaglio a V. Però invece di raggiungere direttamente questo intaglio, bisogna dirigersi verso il canalino/camino a sinistra, sovrastato da uno spuntone. Si arriva così sulla cresta e dopo un breve passaggio sul versante a nord, si giunge nei pressi di un piccolo diedro, il passaggio "chiave" di II grado. Al momento è presente una corda fissa blu che penzola lungo il passaggino ma noi proviamo e riusciamo a passarlo senza farne uso.
Superato questo ultimo ostacolo non ci resta che continuare lungo la cresta superando gli ultimi gradini rocciosi e giungere sulla Cima 7 del Torent Alto ... che spettacolo!!!
E che bello condividerlo con Emiliano e Alessandro, una cima voluta da tempo.

Goduto di tanto ben di Dio, e rimirato cime vicine e lontane, dopo il breve pranzo ripartiamo non prima d'aver firmato un libro di vetta con firme risalenti al 1999 (!), qualche nome "illustre" e persino qualche "habituè" di una cima non propriamente agevole da raggiungere.
Per la discesa decidiamo di proseguire sulle orme di

Credo che poche montagne mi abbiamo lasciato il segno come il Torent Alto... non so perchè, forse perchè rappresenta da sempre una delle cime ticinesi da me più desiderate in assoluto, se non la più desiderata. E la rifarei anche domani...
Immane, possente, intimidatoria ma bellissima: salirla, entrare (ed uscire) nelle sue pieghe è stata quasi un'esperienza sacrale, paragonabile davvero a ben poche altre cime fatte sinora. Dovessi dissolvermi nel nulla anche in questo istante sarei comunque felice.
Grazie ad Ale e Andrea per la salita indimenticabile.

Nulla da aggiungere a ciò che è stato scritto dai soci. Ambiente di salita stupendo sin da subito e pur avendo scalato la più "facile" delle 7 cime questa montagna resterà per sempre nei nostri cuori. L'emozione di averla raggiunta non può essere descritta con le parole..............Grazie a Andrea, Emiliano e Guido per la meravigliosa condivisione.
Per la salita ci siamo ispirati alla precisa relazione

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Kommentare (40)