Salsiccia di Francoforte 2421m - Le parole hanno un significato
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Quando io e Georg usciamo, ci insegniamo a vicenda parole in italiano e in tedesco. Tra quelle di cui abbiamo parlato oggi, la maggior parte le ho già dimenticate, non è così per Spitzkehre, questa mi è rimasta ben impressa!
Ma partiamo dall'inizio. Arriviamo di buon ora al parcheggio al Piano Fiscalino, ma non siamo gli unici. Cominciamo a tirar fuori l'attrezzatura da scialpinismo e io non ho messo le pelli. La giornata non inizia bene, prevedo un alto consumo di tabacco.
Cominciamo a salire, per me è la prima volta con gli sci da scialpinismo, ma mi trovo abbastanza bene in salita. Superiamo i gruppi prima di noi e io mi carico, anche Georg lo vedo bene, soprattutto quando esce dal sentiero principale per andare sul fiume innevato. Mi dice che inizia una deviazione e non riesce a trattenere un sorriso.
Io seguo, alterno le punte degli sci con le sue code. Facciamo una sosta e Georg mi propone una variante, salire da sinistra anzichè lungo il sentiero e puntare ad una parete più ripida, ma che consente di fare un giro circolare. Rispondo con entusiasmo, dicendo: "Certo!".
Continuiamo a salire e Georg mi mostra lo spitzkehre con grande disinvoltura. Io ne eseguo quattro o cinque, fino a che la salita diventa ripida e vado in blocco. Non mi fido della pelle e non riesco a fare la manovra per voltare gli sci. Non ho più la concentrazione, sento il vociare degli altri scialpinisti sulla via normale, perdo la pazienza e maledico la decisione di prendere la variante.
Georg mi guarda da sopra, stacco gli sci e continuo a piedi. La neve è profonda, lo scarpone si immerge completamente. Con sorpresa sento che la neve tiene, batto gli scarponi che penetrano a fondo e comincio a gradinare. Sono alimentato da una nuova energia e procedo seguendo la traccia.
Ad un certo punto noto erba e rocce affioranti, sicuro non tengono, l'erba è a ciuffi, bagnata e spaventosamente scivolosa. Sono di nuovo in difficoltà, guardo un attimo le montagne intorno, ma non riesco a guardarle negli occhi, il loro giudizio severo mi induce a tenere lo sguardo basso.
Ma adesso non c'è tempo per i rimproveri, guardo bene intorno, mi rendo conto che salendo dritto riesco a gradinare, riparto di slancio, sono stanco ma non mollo. Ho paura ma resto concentrato. Non so quanto tempo è passato, ma alla fine raggiungo il piano sopra dove Georg mi aspetta. Mi congratulo con me stesso, discutiamo sulla scelta azzardata del percorso e ripartiamo.
Attraversiamo il piano con il lago coperto di panna, fino a raggiungere la sella con la vista maestosa sulle tre cime. Ci concediamo anche una visita alla salsiccia di Francoforte. Bellissimo.
Poi comincia l'interminabile discesa, fatico a stare sugli sci perché ho le gambe a pezzi, la tecnica è diversa e non ho più energie per fare esperimenti, sbatto in continuazione le punte e le code sui lati del sentiero. Non ho più voglia di scherzare. Raschio sul fondo delle mie energie per scendere, sbaglio strada, faccio di testa mia e finisco in un punto difficile da solo.
Altri prima di me hanno tolto gli sci, così faccio anch'io, fino al rifugio fondovalle. Georg insiste affinché io li metta per fare l'ultimo tratto sulla pista da sci di fondo, seguo il consiglio e mi faccio portare lentamente dalla pendenza fino alla macchina.
Torniamo alla macchina e io sono distrutto, ma abbiamo passato una giornata stupenda e penso che le parole hanno un significato!
Ma partiamo dall'inizio. Arriviamo di buon ora al parcheggio al Piano Fiscalino, ma non siamo gli unici. Cominciamo a tirar fuori l'attrezzatura da scialpinismo e io non ho messo le pelli. La giornata non inizia bene, prevedo un alto consumo di tabacco.
Cominciamo a salire, per me è la prima volta con gli sci da scialpinismo, ma mi trovo abbastanza bene in salita. Superiamo i gruppi prima di noi e io mi carico, anche Georg lo vedo bene, soprattutto quando esce dal sentiero principale per andare sul fiume innevato. Mi dice che inizia una deviazione e non riesce a trattenere un sorriso.
Io seguo, alterno le punte degli sci con le sue code. Facciamo una sosta e Georg mi propone una variante, salire da sinistra anzichè lungo il sentiero e puntare ad una parete più ripida, ma che consente di fare un giro circolare. Rispondo con entusiasmo, dicendo: "Certo!".
Continuiamo a salire e Georg mi mostra lo spitzkehre con grande disinvoltura. Io ne eseguo quattro o cinque, fino a che la salita diventa ripida e vado in blocco. Non mi fido della pelle e non riesco a fare la manovra per voltare gli sci. Non ho più la concentrazione, sento il vociare degli altri scialpinisti sulla via normale, perdo la pazienza e maledico la decisione di prendere la variante.
Georg mi guarda da sopra, stacco gli sci e continuo a piedi. La neve è profonda, lo scarpone si immerge completamente. Con sorpresa sento che la neve tiene, batto gli scarponi che penetrano a fondo e comincio a gradinare. Sono alimentato da una nuova energia e procedo seguendo la traccia.
Ad un certo punto noto erba e rocce affioranti, sicuro non tengono, l'erba è a ciuffi, bagnata e spaventosamente scivolosa. Sono di nuovo in difficoltà, guardo un attimo le montagne intorno, ma non riesco a guardarle negli occhi, il loro giudizio severo mi induce a tenere lo sguardo basso.
Ma adesso non c'è tempo per i rimproveri, guardo bene intorno, mi rendo conto che salendo dritto riesco a gradinare, riparto di slancio, sono stanco ma non mollo. Ho paura ma resto concentrato. Non so quanto tempo è passato, ma alla fine raggiungo il piano sopra dove Georg mi aspetta. Mi congratulo con me stesso, discutiamo sulla scelta azzardata del percorso e ripartiamo.
Attraversiamo il piano con il lago coperto di panna, fino a raggiungere la sella con la vista maestosa sulle tre cime. Ci concediamo anche una visita alla salsiccia di Francoforte. Bellissimo.
Poi comincia l'interminabile discesa, fatico a stare sugli sci perché ho le gambe a pezzi, la tecnica è diversa e non ho più energie per fare esperimenti, sbatto in continuazione le punte e le code sui lati del sentiero. Non ho più voglia di scherzare. Raschio sul fondo delle mie energie per scendere, sbaglio strada, faccio di testa mia e finisco in un punto difficile da solo.
Altri prima di me hanno tolto gli sci, così faccio anch'io, fino al rifugio fondovalle. Georg insiste affinché io li metta per fare l'ultimo tratto sulla pista da sci di fondo, seguo il consiglio e mi faccio portare lentamente dalla pendenza fino alla macchina.
Torniamo alla macchina e io sono distrutto, ma abbiamo passato una giornata stupenda e penso che le parole hanno un significato!
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