Monte Bar (1816m) via Cima di Screvia (1493m) e Alpe di Screvia (1281m)
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Oggi con Bruno sperimentiamo l’itin 267 del Brenna (“Guida delle Prealpi Ticinesi”, 5). Siamo curiosi della descrizione esplorativa di questo itinerario, gradato con la poco usuale sigla EI, ovvero, tradotto in termini hikr-moderni, ravanage assicurato. Difatti il sentiero è scomparso, sono presenti solchi vari, vuoi di animali, vuoi dell’antico tracciato. Alla partenza la descrizione è totalmente incomprensibile. Prima di metterci in macchina spulciamo la CNS svizzera in modalità “viaggio del tempo” et….. voilà! Fino agli inizi degli anni '60 la traccia era presente (già in via di sparizione) mentre nella mappa anni ’30 il sentiero è proprio ben visibile. Ora, dopo aver capito dove potesse passare, divengono incredibilmente precise le parole del Brenna per orientarsi dapprima nel bosco, poi su prati e infine sulla cresta finale.
Posteggiato appena oltre Isone, vicino al ponte sul Vedeggio q728, si prosegue su strada asfaltata in direzione Muricce/Murecc che si raggiunge in una buona mezz’oretta. L’ultimo tratto può essere tagliato immettendosi nel sentiero che sale da Isone centro. A Muricce q947 si raggiunge l’ultima casetta sulla sinistra (attualmente circondata da bandiere svizzere) e si imbocca un sentiero poco visibile che supera in mezzacosta una pietraia in “direzione cavaldrossa, visibile”(in corsivo le essenziali parole del Brenna). Qualche segno arancione su roccia è presente, cosi come dei laccetti gialli sulle piante. Si sorpasserà una vasca da bagno che funge da abbeveratoio e poco oltre “a quota 1000m circa si raggiunge un pascolo aperto”. Qui lasciare il sentiero (già di per se selvaggio) prima di superare il ruscelletto presente per piegare a sx ed “alzarsi nella gobba alberata”. Per intenderci, salire dietro al masso con la scritta BAR e due pallini rossi. Ci si tiene a N del ruscelletto ben visibile anche sulla mappa e si sale in direzione NE entrando in una “boscaglia”. Salire comunque in direzione “sinistra” senza apparenti riferimenti visibili, finchè “si scorge alla propria sinistra il bordo superiore delle rocce che cingono il versante NW della Cima di Screvia”: nulla di più immediato! Appena viste vi passiamo sopra giungendo a q1160 circa “un bel ripiano erboso con rocce dal quale la vista è aperta su Isone”: anche qui un altro pezzo del puzzle coincide perfettamente.
Proseguendo verso NE (verso sinistra rispetto alla montagna) arriviamo a q1220 circa dove “si costeggiano a sinistra delle belle rocce lisce” e, subito dopo, affiancandole, “una rovina di un riparo in pietre”. Qui c’è un altro pianoro erboso. Continuando nel bosco, esso si fa più rado, si sbuca sotto alcune paretine rocciose che si possono facilmente superare mediante un canalino erboso ricco di ontani. Qui siamo su un pianoro erboso e finalmente tutta la vista sulla Cima di Screvia è aperta. A mezzacosta verso NNE si “raggiungono le rovine dell’Alpe Screvia” a q1281. E’ rimasto giusto il muro perimetrale di alcune cascine ed una microcasupola ancora intatta.
Risaliamo verso un “campo di blocchi” rocciosi, ben visibile da sotto. Risalirlo liberamente e proseguire su prato obliquamente da destra verso sinistra verso la Sella q1350, ovvero quella visibilmente posta più bassa e più a nord. Ora la cresta NNW della Cima di Screvia è ben visibile nella sua interezza. Come consiglia il Maestro “si superano le due prime barre rocciose a sinistra e la terza a destra” (in realtà con l’aiuto di cengette e ontani si riesce facilmente a salire un po’ ovunque). L’ultimo strappetto, un po’ in piedi ma mai aereo e neppure esposto, lo “si rimonta con facilità tra erba e alcune rocce ben scalinate”. E la Cima di Screvia q1493 da NW è fatta, finalmente il sole ci immerge di calore! Senza stop, proseguiamo la facile cresta fino alla q1585, qui nominata come Cima di Screvia Sud-Est. NB nella mappa del 1916 era QUESTA la vera Cima di Screvia! Nel dubbio meglio sempre farle entrambe!
Complimenti a Bruno, oggi non è in formissima, ma, dopo una breve pausa rifocillante, lo convinco a proseguire per il Monte Bar, mancano solo 230m di dislivello. E cosi in poco più di mezz’ora, senza difficoltà tecniche ma con un ripido crestone erboso, raggiungiamo la vetta del Monte Bar q1816, contentissimi. Anche oggi c’è una vista spaventosamente ampia.
Scndiamo per la spalla WSW in direzione Cavaldrossa, piegando poi fuori sentiero a N verso l’abbandonato Alpe Crocc q1489 (Alpe Croce nel 1916). Altra pausa e poi per sentiero giro molto largo verso W aggirando a N il Cavaldrossa fino a Pian Bello. Qui altri sentieri sono lasciati al proprio destino e solo grazie alla mappa (e in seguito ai segni gialli della mattina) troviamo una rada traccia che ci fa scendere nel ripido pendio faggioso fino alla zona Alpe delle Tagliade e al punto q1051 dove è possibile valicare il ruscello e portarsi in breve a Muricce e ritornare a Isone.
Riscoprire itinerari selvaggi e nascosti è sempre stimolante e soddisfacente. La minuziosa descrizione del Brenna è impeccabile, seppur semplice ed essenziale è in grado di aiutare l'escursionista ad orientarsi con pochi ma evidenti dettagli, scovandoli abilmente nell'apparente monotonia dell'ambiente circostante.
Tempistiche tratto iniziale: Isone – Cima di Screvia: 2h20’
Tempistiche giro completo: 6h30’ (compresa oltre 1h di pause varie)
DIFFICOLTA’: Muricce – sentiero scomparso – Alpe di Screvia: T4-, EI
Alpe di Screvia – Cima di Screvia: T4
Cima di Screvia – Monte Bar – Alpe Crocc – Pian Bello: T3
Pian Bello – Muricce: T4-

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