Monte Bar (m.1816), da Nord a Sud
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Da diverso tempo mi premeva di visionare i versanti settentrionali del Monte Bar, sicuramente più selvaggi, solitari e silenziosi rispetto ai più soleggiati e lineari versanti della Val Colla, punteggiati da una miriade di paesi, villaggi, monti e alpeggi.
La neve, scesa abbastanza copiosa in queste settimane anche sulle cime sottocenerine, mi convince che è ora di dare un'occhiata, unendo l'esplorazione alla possibilità d'indossare le ciaspole, e dunque eccomi di buon ora a Isone (m.748).
Dal paese si scende su asfalto al ponte del fiume Vedeggio (m.728), proseguendo verso Murecc, ove in teoria dovrebbe iniziare la salita vera e propria, su un vecchio percorso ormai semi-perduto e ben descritto quasi tre anni fa' da
Simone86 seguendo le precise indicazioni di Giuseppe Brenna (https://www.hikr.org/tour/post116207.html). Tuttavia, vista la possibilità di tagliare un pò d'asfalto per boschi, si sale senza traccia in faggeta contornando il filo spinato della zona militare finchè un risalto improvviso impone l'aggiramento a ovest, toccando la radura quotata m.889 su CNS. Ripreso l'asfalto si proseguirebbe a destra verso Murecc, invece svolto a sinistra giungendo alle baite in località Marinengo (m.953), ove un cacciatore mi rassicura che da lì in su c'è la bandita di caccia e si può proseguire senza problemi.
Da qui in poi regna il fuori sentiero più totale.
Oltre le baite si punta alla presa dell'acqua per poi salire a zigzag nel bosco pulito giungendo presto a una provvidenziale ganna sulla quale è comunque posto un sottile strato di brina e ghiaccio in cui porre dovuta attenzione. Con pendenza subito severa s'arriva a un primo risalto roccioso da aggirare a sinistra su piccoli terrazzi erbosi sicuramente utilizzati dagli animali. La presenza del manto ghiacciato quà e là rende tutto più complicato, ma il terreno lo è già di suo, imponendo spesso la sua lettura per venirne a capo: dopo un pò di manovre si giunge sul costolone principale che conduce alla Cima di Screvia in maniera diretta e senza mezze misure, seguendo fedelmente il ripidissimo pendio con andamento SE quindi S. Faticosamente giunto alla Sella m.1350 e aumentando ulteriormente sia la pendenza che lo strato nevoso, finora di pochissimi centimetri, calzo i ramponi per precauzione, affrontando tuttavia qualche passaggio di arrampicata (I-II) un pò disagevole date le condizioni ibride di questo terreno nevoso, erboso e roccioso al tempo stesso, che richiede concentrazione totale. Soltanto sulla vetta della Cima di Screvia (m.1493) arriva il meritato relax, ammirando la sottostante Isone quasi in verticale 750 metri più in basso, e un succulento panorama a settentrione.
Verso Sud, dove s'impone subito l'ombra del Monte Bar, la copertura nevosa è magica ed allettante, per cui si passa alle ciaspole, e anche la musica si fa molto più dolce ed armoniosa rispetto ai contrastati pendii della notevole Cima di Screvia sin qui affrontati. La breve discesa alla sottostante selletta su neve polverosa annuncia una risalita in condizioni davvero perfette, in cui le ciaspole sgranocchiano con piacere il biancore della giusta consistenza. I rimanenti 330 metri di dislivello per il Monte Bar avvengono in totale piacere, con calma, seguendo il filo fedelmente, ad eccezione di due agevoli aggiramenti ad Est, uno prima della Cima di Screvia SE (m.1585), l'altro poco prima della vetta del Monte Bar (m.1816), da cui oggi il panorama è veramente stratosferico, e dove - rarità assoluta - mi trovo solo, seppur per pochi minuti.
Non essendoci vento e tirando solo una lieve arietta consumo qui il mio pranzo, quindi comincio la lunga discesa per Tesserete seguendo la dorsale Caval Drossa (m.1632) - Motto della Croce (m.1393), ove ripongo le ciaspole. Dal Motto della Croce, con percorso piacevole, panoramico e l'aiuto della sempre efficiente segnaletica ticinese si tocca in successione Pianone (m.1280), Bedolasca (m.1060), Monti di Roveredo (m.940) e la piacevole Campestro (m.565), da cui solcando una valletta in breve s'arriva alla stazione Bus di Tesserete (m.528).
NB. Isone-quota 889-Marinengo T1/T2 - Marinengo-Cima di Screvia m.1493) T5 - Cima di Screvia-Monte Bar-Caval Drossa-Motto della Croce WT2 - Motto della Croce-Monti di Roveredo-Campestro-Tesserete T2.
La neve, scesa abbastanza copiosa in queste settimane anche sulle cime sottocenerine, mi convince che è ora di dare un'occhiata, unendo l'esplorazione alla possibilità d'indossare le ciaspole, e dunque eccomi di buon ora a Isone (m.748).
Dal paese si scende su asfalto al ponte del fiume Vedeggio (m.728), proseguendo verso Murecc, ove in teoria dovrebbe iniziare la salita vera e propria, su un vecchio percorso ormai semi-perduto e ben descritto quasi tre anni fa' da

Da qui in poi regna il fuori sentiero più totale.
Oltre le baite si punta alla presa dell'acqua per poi salire a zigzag nel bosco pulito giungendo presto a una provvidenziale ganna sulla quale è comunque posto un sottile strato di brina e ghiaccio in cui porre dovuta attenzione. Con pendenza subito severa s'arriva a un primo risalto roccioso da aggirare a sinistra su piccoli terrazzi erbosi sicuramente utilizzati dagli animali. La presenza del manto ghiacciato quà e là rende tutto più complicato, ma il terreno lo è già di suo, imponendo spesso la sua lettura per venirne a capo: dopo un pò di manovre si giunge sul costolone principale che conduce alla Cima di Screvia in maniera diretta e senza mezze misure, seguendo fedelmente il ripidissimo pendio con andamento SE quindi S. Faticosamente giunto alla Sella m.1350 e aumentando ulteriormente sia la pendenza che lo strato nevoso, finora di pochissimi centimetri, calzo i ramponi per precauzione, affrontando tuttavia qualche passaggio di arrampicata (I-II) un pò disagevole date le condizioni ibride di questo terreno nevoso, erboso e roccioso al tempo stesso, che richiede concentrazione totale. Soltanto sulla vetta della Cima di Screvia (m.1493) arriva il meritato relax, ammirando la sottostante Isone quasi in verticale 750 metri più in basso, e un succulento panorama a settentrione.
Verso Sud, dove s'impone subito l'ombra del Monte Bar, la copertura nevosa è magica ed allettante, per cui si passa alle ciaspole, e anche la musica si fa molto più dolce ed armoniosa rispetto ai contrastati pendii della notevole Cima di Screvia sin qui affrontati. La breve discesa alla sottostante selletta su neve polverosa annuncia una risalita in condizioni davvero perfette, in cui le ciaspole sgranocchiano con piacere il biancore della giusta consistenza. I rimanenti 330 metri di dislivello per il Monte Bar avvengono in totale piacere, con calma, seguendo il filo fedelmente, ad eccezione di due agevoli aggiramenti ad Est, uno prima della Cima di Screvia SE (m.1585), l'altro poco prima della vetta del Monte Bar (m.1816), da cui oggi il panorama è veramente stratosferico, e dove - rarità assoluta - mi trovo solo, seppur per pochi minuti.
Non essendoci vento e tirando solo una lieve arietta consumo qui il mio pranzo, quindi comincio la lunga discesa per Tesserete seguendo la dorsale Caval Drossa (m.1632) - Motto della Croce (m.1393), ove ripongo le ciaspole. Dal Motto della Croce, con percorso piacevole, panoramico e l'aiuto della sempre efficiente segnaletica ticinese si tocca in successione Pianone (m.1280), Bedolasca (m.1060), Monti di Roveredo (m.940) e la piacevole Campestro (m.565), da cui solcando una valletta in breve s'arriva alla stazione Bus di Tesserete (m.528).
NB. Isone-quota 889-Marinengo T1/T2 - Marinengo-Cima di Screvia m.1493) T5 - Cima di Screvia-Monte Bar-Caval Drossa-Motto della Croce WT2 - Motto della Croce-Monti di Roveredo-Campestro-Tesserete T2.
Tourengänger:
Poncione

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