Val Bavona | Foioi (1718 m)
|
||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Ecco una escursione che ha bisogno di ben poche presentazioni, vista l'aura "mitica" che la circonda, e che non necessita di alcuna dettagliata descrizione dell'itinerario, viste le numerose pubblicazioni ad essa dedicata.
Oggi sono in compagnia di Alessandro (
froloccone), Daniele (
danicomo), Emiliano (
Poncione), Elena e Gianni (i
Giansa).
Alcune informazioni sono comunque di interesse per chi avrà il piacere di percorre questa escursione : il sentiero, anche con erba un poco alta, è sempre abbastanza evidente; dopo il "barbacane" la traccia è individuata da numerosi segnavia rossi, che consentono lo svolgimento della salita fino al Corte di Fondo senza particolari problemi di orientamento. Solo nel pendio terminale tra il Riale delle Piode di San Marco e la cascina del Corte di Fondo la traccia va ricercata con attenzione in corrispondenza di un grosso albero caduto (si deve salire verso sinistra); in discesa invece va prestata attenzione in un tratto in falsopiano nel bosco subito dopo il "passaggio esposto" e soprattutto nel ricercare, giunti al Riale della Stadera, la giusta deviazione per il passaggio della "consceda" (freccia rossa su albero) in quanto la traccia (e alcuni bolli rossi) proseguono in discesa oltre tale punto (e non abbiamo capito dove vanno a finire).
I passaggi "chiave" della via (bellissimi) non presentano particolari problemi, tranne forse per un bel passo atletico (ben appigliato sul lato a monte) per il superamento del passaggio della "consceda" e per l'attenzione con cui in discesa bisogna fare il "passaggio esposto".
Se penso che di quasi quaranta escursioni in valle è solo la quarta che faccio in compagnia, i miei soci odierni mi perdoneranno per quanto gli faccio sapere ora: che all'approssimarsi della cascina del Corte di Fondo gli ho negato l'arrivo in compagnia per prendermi quei due minuti di solitudine che mi sono stati necessari ma sufficienti per emozionarmi, ancora una volta.
E siccome per alcuni di loro era la prima volta in Bavona, è tempo di lasciar loro parola..
Vista da
danicomo:
alla mia settima via dell'Alpe in Bavona, per la più famosa e difficile ho voluto la compagnia di uno dei più appassionati conoscitori della valle, Guido
gmonty.
Non è stato facile stanarlo perché preferisce l'esplorazione solitaria ma la via inquietava anche lui e non gli è dispiaciuto troppo condividerne la salita. Oltretutto si tornerà a camminare insieme, d'ora in poi, anche su altre montagne.
Aggiungo, alle parole tecniche di Guido, alcune considerazioni personali. In salita si trova, con relativa facilità, anche grazie ai bolli, la traccia. In discesa i bolli sono spesso di rovescio e l'errore è frequente.
Mai andare con il bagnato (noi abbiamo trovato solo un paio di punti bagnati e uno, quello delle tacche, è estremamente pericoloso), necessario piede sicuro, faticoso più per la tensione che per lo sforzo, mattina quasi tutta in ombra, pomeriggio quasi tutto in sole.
Degno modo di concludere la stagione alpinistica, bellissimo.....
froloccone
Escursione impegnativa senza tempo,sui passi di chi di con il sangue e il sudore ha costruito autentiche opere di ingegneria alpigiana.La Val Bavona,da me visitata dal basso per la prima volta è di una bellezza primordiale,selvaggia e unica.Grazie al "capogita" e a i compagni per la splendida condivisione e a presto.
Poncione
Prima Val Bavona dal basso... uno spettacolo di colori, luci, ombre e misteri della natura. Già, perchè è veramente "misterioso" come l'uomo - di cui oggidì si è capaci solo di parlarne in termini negativi, manco fosse uno sport nazionale - sia stato capace di costruire con ingegno, acume e forza quello che abbiamo visto ieri. Oggi neanche siamo capaci di asfaltare una strada pianeggiante, ma tutti ci riteniamo "illuminati", "superiori" e "progrediti" rispetto allora: e la Val Bavona è tutto fuorchè ospitale e comoda come la vita di oggi... Ebbene, l'uomo ha saputo rendere accessibile per la propria sopravvivenza (e non per "benessere") un mondo verticale, ombroso, incassato tra montagne che viste dal basso hanno il potere d'annichilirti e renderti nullo al cospetto della natura.
Ringrazio gli amici coi quali ho condiviso questa forte esperienza sospesa tra fieri abissi di roccia, con menzione speciale ovviamente a Guido
gmonty, che sa come muoversi in questi ambienti e in questa valle in particolare.
Giansa
Oggi sono in compagnia di Alessandro (




Alcune informazioni sono comunque di interesse per chi avrà il piacere di percorre questa escursione : il sentiero, anche con erba un poco alta, è sempre abbastanza evidente; dopo il "barbacane" la traccia è individuata da numerosi segnavia rossi, che consentono lo svolgimento della salita fino al Corte di Fondo senza particolari problemi di orientamento. Solo nel pendio terminale tra il Riale delle Piode di San Marco e la cascina del Corte di Fondo la traccia va ricercata con attenzione in corrispondenza di un grosso albero caduto (si deve salire verso sinistra); in discesa invece va prestata attenzione in un tratto in falsopiano nel bosco subito dopo il "passaggio esposto" e soprattutto nel ricercare, giunti al Riale della Stadera, la giusta deviazione per il passaggio della "consceda" (freccia rossa su albero) in quanto la traccia (e alcuni bolli rossi) proseguono in discesa oltre tale punto (e non abbiamo capito dove vanno a finire).
I passaggi "chiave" della via (bellissimi) non presentano particolari problemi, tranne forse per un bel passo atletico (ben appigliato sul lato a monte) per il superamento del passaggio della "consceda" e per l'attenzione con cui in discesa bisogna fare il "passaggio esposto".
Se penso che di quasi quaranta escursioni in valle è solo la quarta che faccio in compagnia, i miei soci odierni mi perdoneranno per quanto gli faccio sapere ora: che all'approssimarsi della cascina del Corte di Fondo gli ho negato l'arrivo in compagnia per prendermi quei due minuti di solitudine che mi sono stati necessari ma sufficienti per emozionarmi, ancora una volta.
E siccome per alcuni di loro era la prima volta in Bavona, è tempo di lasciar loro parola..
Vista da

alla mia settima via dell'Alpe in Bavona, per la più famosa e difficile ho voluto la compagnia di uno dei più appassionati conoscitori della valle, Guido

Non è stato facile stanarlo perché preferisce l'esplorazione solitaria ma la via inquietava anche lui e non gli è dispiaciuto troppo condividerne la salita. Oltretutto si tornerà a camminare insieme, d'ora in poi, anche su altre montagne.
Aggiungo, alle parole tecniche di Guido, alcune considerazioni personali. In salita si trova, con relativa facilità, anche grazie ai bolli, la traccia. In discesa i bolli sono spesso di rovescio e l'errore è frequente.
Mai andare con il bagnato (noi abbiamo trovato solo un paio di punti bagnati e uno, quello delle tacche, è estremamente pericoloso), necessario piede sicuro, faticoso più per la tensione che per lo sforzo, mattina quasi tutta in ombra, pomeriggio quasi tutto in sole.
Degno modo di concludere la stagione alpinistica, bellissimo.....

Escursione impegnativa senza tempo,sui passi di chi di con il sangue e il sudore ha costruito autentiche opere di ingegneria alpigiana.La Val Bavona,da me visitata dal basso per la prima volta è di una bellezza primordiale,selvaggia e unica.Grazie al "capogita" e a i compagni per la splendida condivisione e a presto.

Prima Val Bavona dal basso... uno spettacolo di colori, luci, ombre e misteri della natura. Già, perchè è veramente "misterioso" come l'uomo - di cui oggidì si è capaci solo di parlarne in termini negativi, manco fosse uno sport nazionale - sia stato capace di costruire con ingegno, acume e forza quello che abbiamo visto ieri. Oggi neanche siamo capaci di asfaltare una strada pianeggiante, ma tutti ci riteniamo "illuminati", "superiori" e "progrediti" rispetto allora: e la Val Bavona è tutto fuorchè ospitale e comoda come la vita di oggi... Ebbene, l'uomo ha saputo rendere accessibile per la propria sopravvivenza (e non per "benessere") un mondo verticale, ombroso, incassato tra montagne che viste dal basso hanno il potere d'annichilirti e renderti nullo al cospetto della natura.
Ringrazio gli amici coi quali ho condiviso questa forte esperienza sospesa tra fieri abissi di roccia, con menzione speciale ovviamente a Guido


Non possiamo che ringraziare i soci per l'invito e la guida in posti così ricchi di memoria, ingegno e sfida caparbia alla montagna.
Aver visitato l' alpeggio è stato come compiere un pellegrinaggio in un luogo mitico dove la sinbiosi tra uomo e montagna raggiunge livelli di sacralità.
A presto
Communities: Hikr in italiano, PassioneBavona
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare