Laghi Piròi
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Oltre vent'anni fa feci un'escursione in Val Vergelleto ricavandone però solo un brutto ricordo. non per i posti ma a causa dei pessimi compagni di gita scelti.
Con il passare degli anni sono giunto alla conclusione che anche in montagna vale il detto "meglio soli che male accompagnati" per cui ormai le persone con cui condividere gite e salite posso contarle sulle dita di una mano.
Oggi sono con Monica, a mio avviso il non plus ultra per effettuare qualsiasi genere di escursione o di salita alpinistica. È ora di tornare in questa valle appartata. Decidiamo per una gita tranquilla visto che lei è ancora un po' fuori forma: saliremo alla capanna Ribia e da lì ci recheremo ai vicini laghetti di Piròi.
Raggiungiamo la nostra destinazione percorrendo le Centovalli, quindi la Val Onsernone e finalmente la Val Vergelletto, bellissime valli tanto isolate che sembra incredibile che vi possano ancora vivere ancora così tante persone, il percorso non è lunghissimo ma le curve sono veramente innumerevoli. Dopo Vergelletto la strada asfaltata prosegue ancora per diversi chilometri, sorpassiamo la locanda Zott ed il nucleo di Valascia e, poco dopo, ecco i cartelli escursionistici gialli indicanti la capanna Ribia.
Ci prepariamo e saliamo dapprima a Pièi, piccolo nucleo ancora frequentato e sovrastato da un dente da cui, come scopriremo, passeremo ben presto.
Alle spalle dell'abitato il sentiero prende subito avvio con una pendenza notevole, è un magnifico manufatto con numerosissimi gradini e tratti letteralmente costruiti accumulando pietre per superare i ripidi fianchi.
Arriviamo alla sommità del dente dominante Pieì, al di sotto il salto è veramente impressionante, il sentiero prosegue sulla destra sempre ripido ed addentrandosi in una magnifica faggeta.
Finalmente il bosco si dirada e sbuchiamo all'Alpe Pianaccio, in parte diruta ma in posizione decisamente panoramica. Poco oltre facciamo l'unico incontro della giornata: un solitario escursionista confederato proveniente dalla capanna Alzasca.
I faggi lasciano gradualmente spazio al larici ed alle megaforbie, poi solo rododendri e lamponi, di cui approfittiamo per bene. Siamo ormai in vista dell'Alpe di Ribia, un ultimo sforzo e ci siamo, Una breve sosta sul terrazzo della capanna e poi ripartiamo, il sentiero fin qui perfettamente mantenuto a monte dell'alpe appare più trascurato ma non presenta comunque alcuna difficoltà ed è perfettamente ed abbondantemente segnalato.
Giungiamo ai ruderi dell'Alpetto, qui abbandoniamo il sentiero e saliamo in direzione Nord alla ricerca dei nostri laghi. È un intrico di valli, forre, risalti e vallette. Dei laghi poche tracce, vado in avanscoperta salendo per la massima pendenza finchè giunto ormai al sentiero che corre alla base della costiera del Rosso di Ribia li vedo dietro di me. Ridiscendo e raggiungo Monica fermatasi un po' più in basso ed insieme andiamo alla scoperta dei vari specchi d'acqua, fra grandi e piccoli ve ne sono almeno una decina, alcuni quasi interrati, altri ricchi d'acqua, quasi tutti ingentiliti da una copiosa fioritura di Eriofori e resi ancora più belli dai caldi colori autunnali. La mole del Salariel, isolato a Sud, fa da quinta scenografica.
Troviamo un posticino riparato dalla brezza per la sosta pranzo che ha anche una superba vista sul Monte Rosa e gli altri 4000 vallesani. Consumato il pasto si fa ben presto l'ora di scendere, ritorniamo verso la capanna, saliamo alla croce poco distante che permette una bella vista sulla testata della Val Vergelletto e quindi prendiamo il sentiero di discesa. Alle 17 siamo al Pascolo dell'Oviga dove abbiamo parcheggiato.
Torneremo sicuramente da queste parti per salire su qualche cima ma già l'escursione ai laghi è una gita magnifica: l'ambiente solitario, la bellezza del paesaggio, il panorama eccezionale e la miriade di laghetti e specchi d'acqua ne fanno una esperienza appagante.
Non vi sono difficoltà di sorta: l'acceso alla capanna benchè ripido non presenta alcun problema, l'unico tratto esposto e con rocce un po' scivolose è assicurato da un cavo e da catene. La quotazione T3 si limita al tratto successivo al Baitell, senza sentiero e con qualche salto di roccia comunque aggirabile.
Con il passare degli anni sono giunto alla conclusione che anche in montagna vale il detto "meglio soli che male accompagnati" per cui ormai le persone con cui condividere gite e salite posso contarle sulle dita di una mano.
Oggi sono con Monica, a mio avviso il non plus ultra per effettuare qualsiasi genere di escursione o di salita alpinistica. È ora di tornare in questa valle appartata. Decidiamo per una gita tranquilla visto che lei è ancora un po' fuori forma: saliremo alla capanna Ribia e da lì ci recheremo ai vicini laghetti di Piròi.
Raggiungiamo la nostra destinazione percorrendo le Centovalli, quindi la Val Onsernone e finalmente la Val Vergelletto, bellissime valli tanto isolate che sembra incredibile che vi possano ancora vivere ancora così tante persone, il percorso non è lunghissimo ma le curve sono veramente innumerevoli. Dopo Vergelletto la strada asfaltata prosegue ancora per diversi chilometri, sorpassiamo la locanda Zott ed il nucleo di Valascia e, poco dopo, ecco i cartelli escursionistici gialli indicanti la capanna Ribia.
Ci prepariamo e saliamo dapprima a Pièi, piccolo nucleo ancora frequentato e sovrastato da un dente da cui, come scopriremo, passeremo ben presto.
Alle spalle dell'abitato il sentiero prende subito avvio con una pendenza notevole, è un magnifico manufatto con numerosissimi gradini e tratti letteralmente costruiti accumulando pietre per superare i ripidi fianchi.
Arriviamo alla sommità del dente dominante Pieì, al di sotto il salto è veramente impressionante, il sentiero prosegue sulla destra sempre ripido ed addentrandosi in una magnifica faggeta.
Finalmente il bosco si dirada e sbuchiamo all'Alpe Pianaccio, in parte diruta ma in posizione decisamente panoramica. Poco oltre facciamo l'unico incontro della giornata: un solitario escursionista confederato proveniente dalla capanna Alzasca.
I faggi lasciano gradualmente spazio al larici ed alle megaforbie, poi solo rododendri e lamponi, di cui approfittiamo per bene. Siamo ormai in vista dell'Alpe di Ribia, un ultimo sforzo e ci siamo, Una breve sosta sul terrazzo della capanna e poi ripartiamo, il sentiero fin qui perfettamente mantenuto a monte dell'alpe appare più trascurato ma non presenta comunque alcuna difficoltà ed è perfettamente ed abbondantemente segnalato.
Giungiamo ai ruderi dell'Alpetto, qui abbandoniamo il sentiero e saliamo in direzione Nord alla ricerca dei nostri laghi. È un intrico di valli, forre, risalti e vallette. Dei laghi poche tracce, vado in avanscoperta salendo per la massima pendenza finchè giunto ormai al sentiero che corre alla base della costiera del Rosso di Ribia li vedo dietro di me. Ridiscendo e raggiungo Monica fermatasi un po' più in basso ed insieme andiamo alla scoperta dei vari specchi d'acqua, fra grandi e piccoli ve ne sono almeno una decina, alcuni quasi interrati, altri ricchi d'acqua, quasi tutti ingentiliti da una copiosa fioritura di Eriofori e resi ancora più belli dai caldi colori autunnali. La mole del Salariel, isolato a Sud, fa da quinta scenografica.
Troviamo un posticino riparato dalla brezza per la sosta pranzo che ha anche una superba vista sul Monte Rosa e gli altri 4000 vallesani. Consumato il pasto si fa ben presto l'ora di scendere, ritorniamo verso la capanna, saliamo alla croce poco distante che permette una bella vista sulla testata della Val Vergelletto e quindi prendiamo il sentiero di discesa. Alle 17 siamo al Pascolo dell'Oviga dove abbiamo parcheggiato.
Torneremo sicuramente da queste parti per salire su qualche cima ma già l'escursione ai laghi è una gita magnifica: l'ambiente solitario, la bellezza del paesaggio, il panorama eccezionale e la miriade di laghetti e specchi d'acqua ne fanno una esperienza appagante.
Non vi sono difficoltà di sorta: l'acceso alla capanna benchè ripido non presenta alcun problema, l'unico tratto esposto e con rocce un po' scivolose è assicurato da un cavo e da catene. La quotazione T3 si limita al tratto successivo al Baitell, senza sentiero e con qualche salto di roccia comunque aggirabile.
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