Val Calnegia
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Nè io nè Monica siamo molto in forma per cui decidiamo per una gita decisamente tranquilla ma esplorativa: non siamo mai stati in Val Bavona, ritenuta fra le valli più belle del Canton Ticino, e perciò oggi è il caso di rimediare a questa mancanza. La meta è abbastanza vicina per cui ci troviamo alle 7,30 a Gaggiolo e in un paio d'ore siamo a Foroglio. Parcheggiamo nel grande piazzale sterrato prima del paese, ci prepariamo e per prima cosa decidiamo di andare a vedere da vicino l'imponente cascata che domina il paesaggio. È un salto di 110 metri, decisamente impressionante, ritornati in paese ci perdiamo un po' fra le viuzze lastricate in beole, visitiamo la chiesa, piccola ma con una pregevole pala d'altare gotica di evidente scuola nordica.
Saliamo quindi, seguendo le indicazioni "Via della transumanza", il sentiero scalinato che si alza sul ripido versante a destra della cascata. Sono poco meno di 200 metri di dislivello, con tratti scalinati e protetti da un corrimano che offrono magnifiche viste sulla cascata, sul sottostante paese e sul solco vallivo della Val Bavona.
Arriviamo ad una cappella cui segue un ultimo tratto scalinato, ecco che la salita quasi si annulla, il torrente scorre fra massi granitici lavorati dall'acqua fino a formare marmitte e forme sinuose.
Poco oltre arriviamo al nucleo di Puntid, poche case in pietra fra grandi massi e perfettamente inserite nel paesaggio ed un bellissimo ponte a schiena d'asino che permette di andare sull'altra sponda.
Risaliamo la valle seguendo un tranquillo sentiero, passiamo accanto ad una baita isolata preceduta da un'edicola votiva ed in breve siamo alla passerella che ci permette di riattraversare il Rio Calnegia per raggiungere la Spluia Bela: un enorme masso granitico staccatosi dalla parete retrostante ed appogiatosi su un'altra enome pietra così da formare un riparo che il lavoro diei valligiani ha integrato costruendo muri a secco, scale e balconi fino a ricavarne un abitazione e dei ricoveri per le bestie.
Gironzoliamo per il posto scoprendo altri ripari più piccoli e due alpaca che brucano tranquilli l'erba, poi riprendiamo il cammino riattraversando la passerella.
Circa 200 metri a monte della Spluia Bela, il torrente, fin qui ricco di acque limpide, scompare: il letto è completamente asciutto ed anche una sovrastante cascatella non sembra apportare acqua al torrente.
Incontriamo una mandria di vacche di razza eterogenea e raggiungiamo il bivio per Gerra dove si trova una passerella in legno incongruamente lanciata sopra il letto di un fiume completamente in secca. Non lo attraversiamo ma proseguiamo lungo il sentiero fino a raggiungere il non lontano nucleo di Calnegia, anche questo è formato da qualche baita in pietra e da lontano sembra quasi scomparire fra le rocce retrostanti.
Troviamo un posticino tranquillo per fare la nostra sosta pranzo, alla spicciolata sopraggiungono altri escursionisti, il tempo, che le previsioni davano in peggioramento il pomeriggio, sembra invece volgersi al bello pieno.
Per il ritorno scegliamo di ridiscendere percorrendo l'altra sponda del Rio Calnegia, guadiamo il torrente, qui l'acqua per quanto poca, è ricomparsa, e seguiamo una traccia segnalata da qualche raro ometto, che si snoda fra i massi e le lanche asciutte. Con tutta evidenza è poco percorso ma permette di scoprire angoli molto belli: macchie in cui gli alberi crescono fra i resti di frane millenarie, radure dominate da isolate enormi pietre, ricoveri ricavati da ogni minima pietra aggettante...
Raggiungiamo Gerra, anche questo un piccolo nucleo di abitazioni in pietra a secco tutte in perfetto stato di conservazione e con evidenza di frequentazione.
Poco più avanti ecco un'enorme pietra piana che porta alla traballante passerella che attraversa il letto del Rio Calnegia, qui ancora in secca, Ripercorriamo un tratto del sentiero percorso stamane e a Spluia Bela ci portiamo sull'altra riva per ridiscendere il sentiero nel bosco che ci riporta a Puntid.
Dopo una breve sosta nel nucleo riprendiamo il sentiero di fianco alla cascata e torniamo a Foroglio che ora abbiamo agio di visitare con tutta calma.
Breve gita in una valle glaciale secondaria e con un notevole fascino dovuto alle tante evidenze antropiche disseminate lungo il percorso. In questa stagione almeno, molto meno interessante dal punto di vista botanico: a parte una Rosa, che dalle foglie non dentellate alla base sembrava più una glauca che una canina a Calnegia e un'orchidea presso Puntid gli unici fiori erano delle Solidago virgaurea e delle Bellis perennis (le margherite per intenderci).
Abbiamo però avuto modo di conoscere diversi possibili futuri itinerari
Difficoltà: assolutamente nessuna, una gita veramente familiare.
Saliamo quindi, seguendo le indicazioni "Via della transumanza", il sentiero scalinato che si alza sul ripido versante a destra della cascata. Sono poco meno di 200 metri di dislivello, con tratti scalinati e protetti da un corrimano che offrono magnifiche viste sulla cascata, sul sottostante paese e sul solco vallivo della Val Bavona.
Arriviamo ad una cappella cui segue un ultimo tratto scalinato, ecco che la salita quasi si annulla, il torrente scorre fra massi granitici lavorati dall'acqua fino a formare marmitte e forme sinuose.
Poco oltre arriviamo al nucleo di Puntid, poche case in pietra fra grandi massi e perfettamente inserite nel paesaggio ed un bellissimo ponte a schiena d'asino che permette di andare sull'altra sponda.
Risaliamo la valle seguendo un tranquillo sentiero, passiamo accanto ad una baita isolata preceduta da un'edicola votiva ed in breve siamo alla passerella che ci permette di riattraversare il Rio Calnegia per raggiungere la Spluia Bela: un enorme masso granitico staccatosi dalla parete retrostante ed appogiatosi su un'altra enome pietra così da formare un riparo che il lavoro diei valligiani ha integrato costruendo muri a secco, scale e balconi fino a ricavarne un abitazione e dei ricoveri per le bestie.
Gironzoliamo per il posto scoprendo altri ripari più piccoli e due alpaca che brucano tranquilli l'erba, poi riprendiamo il cammino riattraversando la passerella.
Circa 200 metri a monte della Spluia Bela, il torrente, fin qui ricco di acque limpide, scompare: il letto è completamente asciutto ed anche una sovrastante cascatella non sembra apportare acqua al torrente.
Incontriamo una mandria di vacche di razza eterogenea e raggiungiamo il bivio per Gerra dove si trova una passerella in legno incongruamente lanciata sopra il letto di un fiume completamente in secca. Non lo attraversiamo ma proseguiamo lungo il sentiero fino a raggiungere il non lontano nucleo di Calnegia, anche questo è formato da qualche baita in pietra e da lontano sembra quasi scomparire fra le rocce retrostanti.
Troviamo un posticino tranquillo per fare la nostra sosta pranzo, alla spicciolata sopraggiungono altri escursionisti, il tempo, che le previsioni davano in peggioramento il pomeriggio, sembra invece volgersi al bello pieno.
Per il ritorno scegliamo di ridiscendere percorrendo l'altra sponda del Rio Calnegia, guadiamo il torrente, qui l'acqua per quanto poca, è ricomparsa, e seguiamo una traccia segnalata da qualche raro ometto, che si snoda fra i massi e le lanche asciutte. Con tutta evidenza è poco percorso ma permette di scoprire angoli molto belli: macchie in cui gli alberi crescono fra i resti di frane millenarie, radure dominate da isolate enormi pietre, ricoveri ricavati da ogni minima pietra aggettante...
Raggiungiamo Gerra, anche questo un piccolo nucleo di abitazioni in pietra a secco tutte in perfetto stato di conservazione e con evidenza di frequentazione.
Poco più avanti ecco un'enorme pietra piana che porta alla traballante passerella che attraversa il letto del Rio Calnegia, qui ancora in secca, Ripercorriamo un tratto del sentiero percorso stamane e a Spluia Bela ci portiamo sull'altra riva per ridiscendere il sentiero nel bosco che ci riporta a Puntid.
Dopo una breve sosta nel nucleo riprendiamo il sentiero di fianco alla cascata e torniamo a Foroglio che ora abbiamo agio di visitare con tutta calma.
Breve gita in una valle glaciale secondaria e con un notevole fascino dovuto alle tante evidenze antropiche disseminate lungo il percorso. In questa stagione almeno, molto meno interessante dal punto di vista botanico: a parte una Rosa, che dalle foglie non dentellate alla base sembrava più una glauca che una canina a Calnegia e un'orchidea presso Puntid gli unici fiori erano delle Solidago virgaurea e delle Bellis perennis (le margherite per intenderci).
Abbiamo però avuto modo di conoscere diversi possibili futuri itinerari
Difficoltà: assolutamente nessuna, una gita veramente familiare.
Tourengänger:
paoloski

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