Dalla Valsavarenche a Chatillon - 8 meravigliosi giorni di trekking
1° Giorno: Eaux Rousses – Cogne
Partiamo esattamente nel punto dove abbiamo abbandonato lo scorso anno a causa della solita perturbazione ferragostana, nel 2015 ben più intensa!
Sveglia antelucana, trasferimenti con i mezzi e partenza da Eaux Rousses in Valsavarenche per salire al famigerato Col Loson.
La salita è lunga ma molto comoda fino alla pietraia. Qui il sentiero s'impenna per raggiungere i 3296 m del colle. Al colle festeggiamo con pasticcini e...acqua. Abbandonati gli zaini raggiungiamo la Cima del Tuf (se siete arrivati al colle fate un ultimo sforzo per la cima che offre un eccezionale panorama sul Gran Paradiso).
Anche la discesa al Rifugio Vittorio Sella e molto comoda e arrivati al rifugio abbiamo la graditissima sorpresa di incontrare dei carissimi amici con cui concordiamo una pizza per la sera successiva.
Scendiamo ora a Valnontey e non sapendo dell’esistenza della navetta, per altro gratuita e con corse frequenti per Cogne, proseguiamo lungo il sentiero che costeggia il torrente fino a Cogne.
2° Giorno: Pointe Fenilia
Ci prendiamo subito un giorno di riposo dal trekking per salire alla Pointe Fenilia.
Saliamo lungo una noiosissima sterrata fino alla località Belvedere (qui arriva anche un impianto). Dal Belvedere seguiamo il sentiero naturalistico del Monteseuc che raggiungiamo dopo una ripida salita nel bosco.
Lasciata la cima, perdiamo qualche metro di quota. Proseguiamo con sali scendi, passiamo la deviazione per Lillaz e i resti di un’antica frana. Il sentiero si restringe, perdiamo i bolli nell’erba alta, poco male, l’importante è raggiungere il grosso ometto sulla dorsale. Ritrovata la tracccia riprendiamo a salire fino alla faticosa pietraia finale. La cima sembra inaccessibile, di fatto, per salire gli ultimi metri. bisogna passare sul versante opposto. Il posto in vetta è molto ridotto ma, essendo solo noi e altre tre persone possiamo goderci la cima per parecchio tempo. Facciamo sosta pranzo nei pressi di una lingua di neve in modo da raccogliere un poco d’acqua. Purtroppo non si trova nessuna fonte né salendo da Cogne né salendo da Lillaz.
Tornati sui nostri passi prendiamo la deviazione per Lillaz. La discesa è lunga, ripida e noiosa. Arrivati all’area pic-nic di Lillaz facciamo scorta d’acqua e seguendo il torrente torniamo a Cogne dove ci aspettano gli amici per la pizzata.
3° Giorno: Cogne – Bivacco Menabreaz
Seguendo un po’ la strada e un po’ la mulattiera, ci portiamo a Montroz dove imbocchiamo il sentiero che entra nel bellissimo vallone di Grauson.
Al bivio tra sentiero estivo e invernale, scegliamo l’invernale, avendo fatto lo scorso anno quello estivo. Il sentiero a mezza costa raggiunge l’Alpe Grauson Dessous con vari sali scendi. Dopo aver fatto scorta d’acqua proseguiamo per il Colle di Laures passando i laghi di Lussert. Ora ci aspetta una discesa su pietraia spacca gambe. Perdiamo i segni e gli ometti più volte, un po’ per evitare la neve un po’ per distrazione. L’importante comunque è raggiungere il Lago Superiore di Laures, quindi il Lago Lungo e infine il Lago Inferiore di Laures dove si trova il Bivacco Menabreaz…al completo! Fortunatamente ci sono dei materassi di scorta che possiamo mettere per terra e accomodarci alla belle e meglio. L’altra sorpresa è che è finito il gas. Grazie però all’ingegno di un ragazzo presente al bivacco, improvvisiamo una griglia e in qualche modo riusciamo a far bollire l’acqua per le minestre e a scaldare i wurstel.
4° Giorno: Bivacco Menabreaz – Bivacco Borroz
Tra il caldo del bivacco, il fatto che ci aspetta un altro bivacco e ci piacerebbe dormire in branda e le previsioni che danno deboli temporali nel pomeriggio ci alziamo che è ancora buio. Mangiato qualche biscotto, appena riusciamo a vedere senza le frontali, ritorniamo al Lago Lungo. Non ci sono cartelli per il Colle di Leppe ma un primo bollo vicino al lago ci indica la direzione da prendere. Fortunatamente la salita è ben segnata perché è un’unica e lunga pietraia. Troviamo ancora varie lingue di neve dura. Mettere i ramponcini sarebbe un’inutile perdita di tempo, un togli e metti continuo, quindi scegliamo di scalinare quando posibile o di aggirarle. La discesa sull’altra versante è tutta un’altra cosa…prati!
Poco prima di arrivare a delle baite diroccate passa la nuvola fantozziana. Una doccia nel vero senso della parola che non ci dà nemmeno il tempo di coprirci tanta la velocità con cui è arrivata e se ne è andata!
Giunti all’alpeggio Petit Chaux proseguiamo seguendo varie tracce che assomigliano più o meno a un sentiero che poi inevitabilmente si perdono. Troviamo la traccia giusta ma i segni però rimangono sempre pochi. Risaliamo un ripido dosso e finalmente appare il Colle Lavodilec che raggiungiamo con un lungo traverso su ghiaie. Ripida discesa al lago omonoimo che però non raggiungiamo e quindi lungo traverso per il Bivacco Borroz. Bivacco ben attrezzato, volendo, se il boiler, non andasse in blocco ci sarebbe la possibilità di fare una doccia calda o almeno di avere l’acqua calda invece…va beh pazienza almeno questa notte si dorme in branda e si cucina sui fornelli!
5° Giorno: Bivacco Borroz – Rifugio Dondena
Giornata splendida ma molto fredda. Cambiamo programma e decidiamo di salire al Col Fussy per raggiungere anche il Mont Glacier. La salita tutta all’ombra ci vede raggiungere il colle mezzi congelati. Raggiunto il sole lo barattiamo con un vento gelido che ci accompagnerà per il resto della giornata. Abbandonati gli zaini al colle saliamo al Mont Glacier, sosta fotografica e ritorno al colle. Proseguiamo ora con il programma orginale che ci avrebbe fortato al Col Fenis e al Tor Ponton. Scendiamo quindi vari tornanti e andiamo a prendere una bellissima mulattiere che quasi in piano ci porta sotto al Col Fenis che raggiunge con un’altra bella serie di tornanti. Lasciati gli zaini al casotto sul colle proseguiamo per il Col Pontonnet e quindi saliamo al Tor Ponton dove nonostante il vento riusciamo a fare una bella sosta.
Scendiamo quindi al rifugio Miserin dove scopriamo che fanno la pizza tutte le sere dopo le 20,00. Purtroppo siamo al Dondena e per me questo è un grave smacco, averlo saputo…
Lasciato il rif. Miserin scendiamo, per sentiero, al rifugio Dondena dove, dopo aver espletato le solite menate da rifugio decidiamo di andare a cercare la targa della visita di Papa Giovanni Paolo II, e come tanti torniamo con le pive nel sacco!
6° Giorno: Rifugio Dondena – Rifugio Barbustel
Il programma iniziale prevedeva la salita in mattina al Glacier ma, essendo saliti ieri, oggi ci inventiamo un giro seduta stante per impegnare tutta la giornata.
Scendiamo al posteggio del rifugio Dondena e prendiamo a salire direzione Lago Muffè, ad un colletto deviamo a dx per raggiungere facilmente il Monte Rosso. Proseguiamo per il lago Muffè e relativo ristoro. Seconda colazione. Dando un’occhiata migliore alla cartina vediamo che per salire alla Cima Piana possiamo evitare di raggiungere il Colle Lago Bianco, salire invece al Colle di Cima Piana e fare così un anello. La salita a detto colle però è indicata solo come traccia e le gestrici del ristoro ce la sconsigliano, ci dicono che ci perderemmo….boh è tutto a vista e sembra anche ben camminabile. Non diamo ascolto e andiamo a prendere la nostra traccia. Scopriamo essere probabilmente un vecchio sentiero bollato ma che probabilmente una frana ha reso inagibile. Infatti all’inizio la traccia è piuttosto evidente, ci sono qualche bollo e qualche ometto, poi pian piano sparisce o la perdiamo. In ogni caso cercando di fare meno fatica possibile raggiungiamo quello che pensavamo fosse il colle. Di fatto bisogna proseguire verso sx sulla cresta e in breve si raggiunge l’ometto del colle vero e proprio dove passa il sentiero proveniente dal Col de la Croix. Lo seguiamo ora in direzione del colle fino ad incrociare l’ometto che indica la salita alla Cima Piana. Abbandonati gli zaini raggiungiamo facilmente la panoramica ed enorme vetta. In discesa facciamo un percorso diverso, ben più evidente che però ci obbliga a tornare un poco indietro per recuperare gli zaini. Scendiamo al Col de la Croix e quindi Rifugio Barbustel. Anche qui dopo aver mangiato e sistemato i letti andiamo a fare un giro supplementare salendo a La Torretta. Dal Colle del Lago Bianco alla cima bisogna seguire degli ometti. All’inizio la salita è semplice, gli ultimi metri sono su placche esposte, fare molta attenzione in discesa.
7° Giorno: Rifugio Barbustel - Covarey
Oggi è il giorno del Monte Avic, terza volta per noi ma prima per il nostro socio.
Saliamo al Gran Lago, proseguiamo per la Punta Mezove e invece di scendere al Lago Gelato proseguiamo salendo al Monte Iverta. Faticosa per il fatto che è ripida e non c’è una vera e propria traccia, meglio in discesa ma fattibile. Scendiamo quindi al Colle di Raye Chevrere, un po’ a muzzo devo dire, ma basta puntare il lago e si scende un po’ ovunque. Senza raggiungere il colle ci portiamo sotto le ghiaie del Monte Avic dove abbandoniamo gli zaini. Raggiungiamo il colle e qui la parte facile è finita. Gli ultimi 100 m consistono in una cresta con passaggi di I e forse un II alcuni piuttosto espost. Fare attenzione agli ometti per scegliere la giusta via. Raggiunta la cima ce la godiamo in pieno, la giornata e splendida e ora non ci resta che la discesa, lunghissima ma solo discesa!
8° Giorno: Covarey – Chatillon
Così siamo giunti al termine di questa bellissima settimana, mai fatto un trekking con tempo così splendido.
Mentre lascio Covarey per l’ultima salita che ci porterà al Monte Barbeston, penso ai giorni passati.
La faticosa salita al Col Loson e l’incontro inaspettato con Barbara, Fabrizio e Alessandro. L’incontro con la carissima Suor Rosita che ci vede per la seconda volta ma che si ricorda di noi. Il caldo eccezionale durante la salita alla Pointe Fenilia e la mancanza d’acqua. L’arrivo al bivacco Menabreaz inaspettatamente al completo e la cena da “Giovani Marmotte”. Il bel bivacco Borroz e la cena con un simpatico gruppo di giovani francesi, un’escursionista cuneese e due bei personaggi intenti a sistemare un sentiero di cresta. La pizza, mancata purtroppo, al rifugio Miserin. Infine la sempre bella salita al Monte Avic e la cena spettacolare a Covarey.
Ora ci ritroviamo in processione (vera e propria) al Monte Barbeston dove ci dicono, si incontreranno i parroci dei comuni delle due valli per celebrare messa. Spiegato così il motivo per cui oggi incontriamo più gente che in tutta la settimana di trekking.
Velocissima sosta in cima quindi, dove già si stanno facendo i preparativi e discesa lungo la cresta verso il Monte Lyan. Fare attenzione alla deviazione, non segnalata, per la discesa a Chatillon. Solo una lieve traccia nell’erba, prima della cima. La traccia diventa poi evidente e ben segnalata. La discesa è parecchio ripida ma fortunatamente all’ombra.
Raggiunta Bellecombe facciamo sosta pranzo e quindi seguendo una vecchia mulattiera scendiamo a Chatillon dove prendiamo il treno per tornare ad Aosta.
E così finisce la prima settimana di ferie.
Sono sempre dell’idea che i trekking siano la cosa più bella da fare per un’escursionista.
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