Anello al monte Ponton 3102
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Mercoledì scorso, in occasione dell'ascensione al mont Glacier, tra le mille meraviglie ero rimasto impressionato dal monte Ponton che così fieramente chiude la valle di Champorcher.
Una decisione notturna mi determina dunque alla gita odierna e ben prima che faccia giorno sono in auto per le solite due ore e mezza di viaggio. Con la Panda che mio papà ha ammaestrato per questi tipi di terreno, nemmeno gli ultimi cinque chilometri sterrati verso Dondena sono un problema, a patto di affrontarli a passo d'uomo.
Con le prime luci del giorno (qualche nuvolaccia nera mi inquieta) comincio a camminare tagliando su prati sotto il rifugio Dondena così da sbucare sulla ponderale già in alto. Mi basta percorrere questa per qualche centinaio di metri per individuare il bivio verso il Colle Pontonnet. Scendo ad attraversare il torrente e risalgo sul lato opposto. Ad un ulteriore bivio abbandono la traccia per il Col Fussy e il mont Glacier e mi avvio sul sentiero 8 (anche detto 8A) che compie un lunghissimo traverso scarsamente ascendente.
E' gradevolissimo camminare qui con la valle sottostante invasa dai pascoli del mattino. Transito sopra il Lago Pontonnet che appare all'ultimo momento e profuma di miracolo e, sempre su traccia divinamente disegnata (queste strade erano pensate per il Re quando in questi luoghi veniva a caccia), risalgo al Col Fenis facilmente individuabile grazie ad una costruzione posta al suo apice.
Dal Col Fenis al Col Pontonnet la strada è veramente breve e ivi giunto mi fermo ad ammirare il sottostante vallone dell'Urtier che sale da Lillaz-Cogne. Si potrebbe scendere da qui e poi risalire alla Finestra di Champorcher per compiere il giro completo del monte ma oggi ho tempi e obiettivi differenti.
In realtà questa sosta mi fa prendere anche un bel po' di freddo dato il vento piuttosto fastidioso. E allora mi rimetto in marcia e punto un evidente traccia a sinistra del colle che mi condurrà alla cima.
In questa zona il terreno è detritico e, come normale per la quota dove sono, molto ripido.
Poco sotto la cima c'è da superare una breve fascia di pietre accatastate e questi pochi metri sono l'unico e ultimo ostacolo di giornata. L'escursionista minimamente abituato all'ambiente sa che su questo terreno occorre muoversi con circospezione e in questo modo eviterà guai.
Sbuco su terreno più morbido con il grosso omone di vetta già in vista e con qualche passo la raggiungo.
Nonostante il cielo non sia quella di mercoledì scorso, il panorama riesce ad incantarmi ancora e me lo godo, in perfetta solitudine, per quasi mezz'ora.
Scendo ora per la stessa via di salita ma intercetto un sentierino che mi consente di scendere direttamente al Col Fenis, evitando il transito a quello di Pontonnet.
Torno al lago Pontonnet e devio a destra seguendo le indicazioni per il rifugio Miserin. Con molte svolte mi abbasso sul fondo della valle per risalirla dal lato opposto su infinite distese prative sino a giungere, senza difficoltà, al lago Miserin. Questo è bello da qualsiasi parte lo si guardi ma è forse dalle sue rive che offre il meglio.
Merenda veloce al rifugio e quindi giù mantenendomi sulla ponderale (possibilità di tagli) sino al rifugio Dondena e all'auto che mi attende da cinque ore e mezza.
Davvero i pochi metri un po' più difficoltosi sotto la cima non consentono, a mio vedere e nelle condizioni odierne, di valutare questa gita oltre il T2.
Tempi comprensivi di una scarsa ora di pause e dislivello considerato con la risalita al Miserin.
Sviluppo: 13 km circa; SE: 24 km circa.
Una decisione notturna mi determina dunque alla gita odierna e ben prima che faccia giorno sono in auto per le solite due ore e mezza di viaggio. Con la Panda che mio papà ha ammaestrato per questi tipi di terreno, nemmeno gli ultimi cinque chilometri sterrati verso Dondena sono un problema, a patto di affrontarli a passo d'uomo.
Con le prime luci del giorno (qualche nuvolaccia nera mi inquieta) comincio a camminare tagliando su prati sotto il rifugio Dondena così da sbucare sulla ponderale già in alto. Mi basta percorrere questa per qualche centinaio di metri per individuare il bivio verso il Colle Pontonnet. Scendo ad attraversare il torrente e risalgo sul lato opposto. Ad un ulteriore bivio abbandono la traccia per il Col Fussy e il mont Glacier e mi avvio sul sentiero 8 (anche detto 8A) che compie un lunghissimo traverso scarsamente ascendente.
E' gradevolissimo camminare qui con la valle sottostante invasa dai pascoli del mattino. Transito sopra il Lago Pontonnet che appare all'ultimo momento e profuma di miracolo e, sempre su traccia divinamente disegnata (queste strade erano pensate per il Re quando in questi luoghi veniva a caccia), risalgo al Col Fenis facilmente individuabile grazie ad una costruzione posta al suo apice.
Dal Col Fenis al Col Pontonnet la strada è veramente breve e ivi giunto mi fermo ad ammirare il sottostante vallone dell'Urtier che sale da Lillaz-Cogne. Si potrebbe scendere da qui e poi risalire alla Finestra di Champorcher per compiere il giro completo del monte ma oggi ho tempi e obiettivi differenti.
In realtà questa sosta mi fa prendere anche un bel po' di freddo dato il vento piuttosto fastidioso. E allora mi rimetto in marcia e punto un evidente traccia a sinistra del colle che mi condurrà alla cima.
In questa zona il terreno è detritico e, come normale per la quota dove sono, molto ripido.
Poco sotto la cima c'è da superare una breve fascia di pietre accatastate e questi pochi metri sono l'unico e ultimo ostacolo di giornata. L'escursionista minimamente abituato all'ambiente sa che su questo terreno occorre muoversi con circospezione e in questo modo eviterà guai.
Sbuco su terreno più morbido con il grosso omone di vetta già in vista e con qualche passo la raggiungo.
Nonostante il cielo non sia quella di mercoledì scorso, il panorama riesce ad incantarmi ancora e me lo godo, in perfetta solitudine, per quasi mezz'ora.
Scendo ora per la stessa via di salita ma intercetto un sentierino che mi consente di scendere direttamente al Col Fenis, evitando il transito a quello di Pontonnet.
Torno al lago Pontonnet e devio a destra seguendo le indicazioni per il rifugio Miserin. Con molte svolte mi abbasso sul fondo della valle per risalirla dal lato opposto su infinite distese prative sino a giungere, senza difficoltà, al lago Miserin. Questo è bello da qualsiasi parte lo si guardi ma è forse dalle sue rive che offre il meglio.
Merenda veloce al rifugio e quindi giù mantenendomi sulla ponderale (possibilità di tagli) sino al rifugio Dondena e all'auto che mi attende da cinque ore e mezza.
Davvero i pochi metri un po' più difficoltosi sotto la cima non consentono, a mio vedere e nelle condizioni odierne, di valutare questa gita oltre il T2.
Tempi comprensivi di una scarsa ora di pause e dislivello considerato con la risalita al Miserin.
Sviluppo: 13 km circa; SE: 24 km circa.
Tourengänger:
rochi

Communities: Alpinismo Cabaret!, Hikr in italiano
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