Corno Vitello 3056 m e Gran Cima 3023 m
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Beh dopo due fine settimana super uno a metà lo dobbiamo prendere purtroppo!
Dopo aver dedicato il sabato allo shopping, purtroppo anche questo ogni tanto ci tocca…domenica Valle d’Aosta!
Posteggio di Estoul, qualche macchina ma nulla in confronto all’inverno mi sa.
Prendiamo la sterrata che in circa 1,30 h porta al rifugio Arp. La giornata al momento è bella e fresca ma sappiamo che non durerà.
Prendiamo il sentiero dietro il rifugio per il Corno Vitello e saliamo al Colle Valfredda passando prima dai due omonimi laghi, il terzo ormai è asciutto.
Proseguiamo lungo l’ampia cresta, perdiamo qualche metro di quota e ci portiamo sotto la verticale della cima. Risaliamo gli ultimi metri più ripidamente e con stretti tornanti, con l’impressione costante di tirarsi addosso qualcosa e sperando che gli stambecchi che ci osservano dall’alto rimangano fermi dove sono!
Il tempo è peggiorato, tutte le cime sono avvolte nelle nebbie. Sarebbe nostra intenzione proseguire per la Gran Cima, giusto per fare un altro tremillino. La descrizione parla di ometti. Di fatto uno ci sembra di averlo già visto, probabilmente nel punto in cui dobbiamo lasciare il sentiero del Corno Vitello e cominciare a seguire gli ometti per la Gran Cima.
Lasciamo la cima sempre sotto lo sguardo attento degli stambecchi. Con molta attenzione raggiungiamo l’ometto, questa decina di metri in traverso su pietraia instabile mi fanno sudare freddo! Finalmente fuori dalla parete del Corno Vitello procediamo verso la Gran Cima. La descrizione diceva di risalire la cresta sud, guardandola da sotto c’è un punto che a noi non sembra molto passabile, almeno per le nostre capacità. Raggiunta la cresta, gli ometti li abbiamo persi da un po’, ma in questa pietraia ed essendo la descrizione un po’ datata, potrebbero anche non essercene più ci diciamo! Il primo tratto di cresta lo risaliamo facilmente ma giunti al punto topico ci è subito chiaro che da qui noi non passiamo. Torniamo sui nostri passi e scendendo vediamo un qualcosa sulla dorsale alla nostra dx che potrebbe essere un ometto. Proviamo quindi a proseguire in traverso e, senza abbassarci troppo, raggiungiamo la dorsale dove ricompaiono gli ometti. Nella descrizione leggendo di cresta avevamo inteso cresta, questa è più una dorsale ma è la salita corretta sembra. Siamo a circa 150 m dalla cima il tempo è davvero bruttarello ma, poiché ormai ci siamo, cerchiamo di accelerare il passo e salire. Gli ultimi metri vanno risaliti su una sorta di placche ma con ottima aderenza.
Come avevamo letto, dalla cima il panorama sarebbe spaziale, oggi ci dobbiamo accontentare dei laghi Pinter, tutto il resto è sparito.
Breve sosta e ripartiamo. Nel rientro troviamo tutti gli ometti o quasi. Saremmo dovuti stare più bassi passando dal laghetto che ora c’è ma a fine stagione ho idea che sarà asciutto. Ci ricolleghiamo al sentiero per il Corno Vitello dove comincia a piovigginare. Poca roba. Al colle Valfredda la pioggerella aumenta ma solo pochi metri prima del rifugio Arp comincia a piovere seriamente.
Ci infiliamo nel rifugio, mangiamo qualcosa e quando la pioggia comincia a rallentare ripartiamo. Giunti nel vallone smette completamente per riprendere ancora con qualche goccia poco prima del posteggio.
A questa bella escursione sono solo mancati i panorami, peccato!
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